Andrea Piunti, “cervello in fuga” e ritorno

Andrea Piunti, “cervello in fuga” e ritorno

San Benedetto del Tronto, 2016-02-29 – In questo periodo di crisi economica del nostro territorio, dove già da anni si parla di “cervelli in fuga” può capitare anche di incontrare chi, in controtendenza, ha deciso di tornare alla sua terra d’origine.

Oggi conosceremo Andrea Piunti che, dopo aver vissuto diversi anni prima a Milano e poi nell’esotico Messico, è tornato per dirigere un’azienda storica del Piceno.

Parlaci della tua esperienza milanese.

La realtà milanese è caratterizzata da una forte competitività, le imprese che operano nel nord-italia sono molto professionali e formali, per lavorare in ambiti del genere devi dare il 100% ogni giorno, una forte determinazione è fondamentale per raggiungere gli obiettivi aziendali.

Dal punto di vista umano ho avuto la fortuna di conoscere imprenditore e manager di successo da cui ho cercato di carpire gli insegnamenti necessari per la mia crescita professionale.

 

Il Messico, una scelta curiosa ed esotica.

Il Messico è stata innanzitutto una scelta di vita, in quel periodo, nel 2009, avevo bisogno di un cambio radicale e di rimettermi in gioco professionalmente.

Dopo un primo periodo in cui mi sono dedicato all’apprendimento della lingua spagnola ho iniziato a lavorare in ambito culturale per poi tornare alla mia attività di gestione di imprese.

La cultura messicana seppur latina e quindi simile alla nostra presenta delle peculiarità che spesso cozzavano con la mia formazione italiana, ma il confrontarmi con queste differenze mi ha aiutato ad essere aperto e più tollerante verso il nuovo.

 

Dopo tutto questo girovagare sei tornato alle origini, di cosa ti occupi adesso?

Dirigo la “Litigrafia Cartotecnica Egidi” impresa nel settore del packaging, un’azienda storica del panorama piceno e colgo l’occasione per ringraziare i titolari per avermi dato questa opportunità perché sono orgoglioso di poter dare il mio contributo fatto di esperienza e conoscenza in questa fase delicata.

 

Si parla di crisi economica ormai da molti anni, che situazione hai trovato?

Ho trovato una realtà molto depressa e mi sono sorpreso negativamente nel constatare che tante aziende abbiano chiuso o ridimensionato drasticamente.

Io sono un ottimista di natura, credo sempre che nelle difficoltà sorgano opportunità ma devo ammettere che ci sono dei fattori oggettivi che ostacolano la crescita o il risanamento delle aziende locali.

L’unica ricetta contro la crisi è lavorare duramente.

 

Parlavi di fattori oggettivi, mi puoi spiegare meglio?

Nel piceno le aziende generalmente sono medio-piccole e piccole, molte volte a conduzione familiare: l’imprenditore “padrone” spesso non ha quella visione o quell’atteggiamento che tu ti aspetti da una persona in quella posizione. Un bravo manager deve decodificare la situazione aziendale, introdurre quelli che sono i cambiamenti ed innestare le competenze manageriali.

Bisogna cioè avere una visione a medio e lungo termine e nel contempo saper amministrare il presente.

C’è poi la questione spinosa e problematica del finanziamento esterno delle imprese che è rappresentato dal solo sistema bancario. Il credito deve rappresentare un fattore essenziale di crescita e spero che presto ci sia un accesso più semplice ai fondi BCE dedicati allo sviluppo delle imprese.

 

Per concludere come vedi il futuro della nostra economia locale?

Vedo segnali di ripresa dovuti ad un aumento seppur ancora minimo dei consumi, anche gli imprenditori devono guardare ai prossimi mesi con ottimismo, così come risulta dalle previsioni rilevate dai centri studi sul territorio. Per quanto riguarda l’occupazione sono convinto che i segnali positivi dei primi mesi dall’introduzione del Jobs Act continueranno e porteranno ad un aumento dei posti di lavoro nel 2016.

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