Delegazione UniMc ad Harvard

Delegazione UniMc ad Harvard

Il gruppo di ricerca maceratese, coordinato dalla docente Paola Nicolini, ha presentato una buona pratica di educazione infantile realizzata a Milano

 

Grazie a un accordo di collaborazione dell’Università di Macerata con la Pennsylvania State University (PSU), per un gruppo di ricerca maceratese è stato possibile visitare nei giorni scorsi il Project Zero, alla Harvard University di Cambridge (Usa). Mindy Kornhaber, docente dell’Ateneo statunitense e visiting professor a Unimc qualche anno fa, sta infatti spendendo un periodo sabbatico ad Harvard ed è stata l’artefice del prestigioso contatto.

Il Project Zero è nato ad Harvard negli anni ’60 a opera di Howard Gardner e David Perkins, avendo come scopo quello di avviare studi e ricerche che riguardassero l’accostamento dei bambini all’arte. I fondatori pensavano che a quel tempo lo stato dell’arte fosse a zero, da qui il titolo del progetto stesso. Nel tempo il Project Zero si è fortemente ampliato a tematiche affini, quali il rapporto con le nuove tecnologie, le relazioni tra arte e scienza, il coinvolgimento dell’educazione all’arte per la formazione del senso civico, il valore delle arti liberali nell’era del web.

Grazie all’invito della professoressa Kornhaber, il gruppo di ricerca maceratese, coordinato dalla docente Paola Nicolini, ha presentato una buona pratica di educazione infantile realizzata a Milano, all’interno delle scuole appartenenti al gruppo de LaGiocomotiva, sulla quale viene esercitata la supervisione scientifica relativamente all’applicazione della teoria delle Intelligenze multiple di Howard Gardner.

“Un momento di forte emozione – commenta Nicolini – che ci ha permesso di illustrare l’esperienza e lo sviluppo di un sistema di osservazione online che permette di seguire i percorsi di sviluppo di ogni singolo bambino, realizzato in collaborazione con InfoAsilo e il suo gruppo di ingegneri. Un momento di riflessione e di dialogo all’interno di una tra le più prestigiose università del mondo, che testimonia la qualità della ricerca locale e l’apprezzamento delle competenze sviluppate in anni di lavoro attento al mondo dei piccoli”.

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