21° Festival Ferré, seconda serata ‘stellare’ con prime assolute e grandi artisti internazionali

21° Festival Ferré, seconda serata ‘stellare’ con prime assolute e grandi artisti internazionali

 

di Rosita Spinozzi

 

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2016-06-11 –  Ha ragione il vulcanico direttore artistico Giuseppe Gennari quando afferma che la seconda serata del Festival Ferrè, sabato 11 giugno al Teatro Concordia,  offrirà veramente di tutto. E quel ‘tutto’ include non solo i molteplici contenuti culturali, musicali, e poetici, ma anche un ampio respiro cosmopolita sancito dalla diversa provenienza geografica degli artisti.  Il presidente del Centro Ferré sa bene qual che dice, perché sono stati fatti miracoli per la 21^edizione di un evento che, tra l’altro, quest’anno coincide con il 100° anniversario della nascita di Léo Ferré, ricorrenza che verrà festeggiata il 24 agosto con una serata speciale in cui interverrano artisti di alto profilo – Christiane Courvoisier, Michel Hermon, Annick Cisaruk – per intonare il loro ‘bon anniversaire’ al grande chansonnier. Ma torniamo alla serata odierna del Ferrè, la cui apertura è affidata al québecois Bernard Cimon che porterà nel suo repertorio di interprete della canzone internazionale tutto il calore di cui è capace la gente dei paesi freddi, quando nel loro sangue si scioglie la neve che ne ricopre il territorio. «Alternandosi alla fisarmonica e al pianoforte, Cimon proporrà canzoni che attraversano tempi e paesi, dalla java ai tanghi, dalle serenate agli slow, dai valzer musette ai bolero, e via così sulle ali di una comunicativa e contagiosa capacità di coinvolgere il pubblico avvolgendolo in atmosfere pregne de l’air du temps et du pays» afferma Gennari «Il pubblico sarà l’unico in Italia a poter godere dell’ascolto di canzoni come l’inarrivabile Java Bleue o una sconvolgente Tornerai, canzone per la quale il compositore D’Anzi si ispirò al coro a bocca chiusa della Butterfly pucciniana. Per non parlare di altre perle racchiuse nel suo sfizioso scrigno». Dopodichè la serata assumerà i toni di un raffinato volo musicale con Daniele Di Bonaventura, musicista marchigiano di rinomanza internazionale, accompagnato al pianoforte dal fabrianese Giovanni Ceccarelli. Insieme delizieranno il pubblico con magistrali composizioni al bandoneon, suggestive fino alla più estenuata magia, per concludere con una prima assoluta per il Festival: l’esecuzione inedita di tre tanghi di Ferré,  di cui due (Mister Giorgina e Les Corbeaux)  risuoneranno per la prima volta in una voce diversa da quella di Léo. Infatti, per eseguirli al meglio della loro potenzialità, il duo si avvarrà del prezioso supporto vocale di Bernard Cimon, dando vita ad uno straordinario trio di favolosi interpreti. Infine l’asso nella manica della ventunesima edizione: Bruno Caliciuri, in arte Cali, l’assegnatario della targa Ferré 2016, che riempirà la scena con il suo travolgente offrirsi in canto, musica e poesia – corpo, mente, anima e cuore, con un livello stilistico cui lui soltanto può arrivare. Un traguardo per altri irraggiungibile perché, spiega Gennari, ‘bisognerebbe avere una voce di oro fuso come Cali, capace di metamorfizzare ogni canzone in un incanto trascinante che prende alla gola gli ascoltatori’.  E bisognerebbe avere accanto un genio delle tastiere come Steve Nieve, un gigante dell’arte di accompagnare sui tasti gli artisti più grandi del panorama musicale internazionale, basti citare Elvis Costello.  «Steve Nieve forma con Cali un’accoppiata unica al mondo, tanto armonicamente sintonizzata da aver deciso di affrontare insieme il repertorio di Léo Ferré per prepararne, in un album di prossima uscita, la più attesa delle rivisitazioni nel segno della magia» conclude Gennari, coadiuvato nello sviluppo dell’evento dalla direzione operativa di Maurizio Silvestri «La ventunesima edizione del Festival Ferré offre variegate gamme di emozioni, riservate soltanto a chi ama vivere sulla linea più alta dei quartieri dell’animo umano, dove quelle commistioni di parole e musica sono percepite come il volto poetico di opere fatte per vivere nel fervore del canto. Gli altri restino pure a casa. A guardare la televisione». Chapeau!

Ferrè
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