dalla Regione Marche

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2016-10-07

AVVIATO OGGI IN REGIONE IL PROGETTO EUROPEO “TRAM” PER LA MOBILITA’ SOSTENIBILE URBANA

 

 

Le amministrazioni pubbliche locali, le imprese, il mondo accademico e i cittadini devono lavorare insieme e in sinergia per realizzare modelli di mobilità sostenibile. Va in questa direzione il Progetto Tram che ha preso il via questa mattina a Palazzo Raffaello. Un  progetto, nell’ambito del primo bando Interreg Europe, che per i suoi contenuti tematici si è posizionato al secondo posto su 261 presentati in tutta Europa. Insieme alla Regione Marche, capofila del progetto, erano presenti le delegazioni di Regione dell’Andalusia (Spagna), Regione di Blekinge (Svezia), Municipalità di Miskolc della Contea di Rank (Ungheria) e Agenzia di Sviluppo Regionale del Nord ovest (Romania). All’evento sono state presentate anche le prime cinque buone pratiche europee in tema di mobilità urbana sostenibile, individuate dai partner del progetto. L’iniziativa, della durata di cinque anni con un budget di 1,264 milioni di euro finanziati da risorse europee, si inserisce nella tematica della mobilità sostenibile e vuole offrire risposte concrete al dibattito sulle politiche ambientali locali, nazionali e internazionali volte a ridurre l’impatto ambientale delle emissioni di carbonio. TRAM punta a contribuire allo sviluppo di un sistema di trasporto Europeo più competitivo, più efficiente dal punto di vista delle risorse e orientato alla riduzione delle emissioni, migliorando l’efficacia delle politiche regionali e locali in tema di mobilità urbana dei cinque partner. Erano presenti tra gli altri Paride Prussiani, responsabile della segreteria dell’assessore ai Trasporti Angelo Sciapichetti, oggi impegnato nelle zone terremotate, Mauro Terzoni, dirigente Autorità di gestione Por Fesr e Fse Regione Marche, Cinzia Montironi dell’ufficio Viabilità e gestione del trasporto della Regione Marche, Maria Isabel Fiestas Carpena, del governo regionale dell’Andalusia (Spagna), Mathias Roos della Regione Blekinge (Svezia), Istvan Nagy della Municipalità di Miskolc – Contea di Rank (Ungheria), Ovidiu – Vasile Guler dell’Agenzia di Sviluppo Regionale del Nord ovest (Romania).

Commissione tecnico scientifica regionale della pesca: nessun anticipo di prelievo per i lumachini.

Fermo pesca, verso un modello di gestione alternativo con il progetto EcoSea

 

Nelle Marche non ci sarà un anticipo dell’avvio della pesca dei gasteropodi (lumachini). Intanto la Regione, prima e unica del Mediterraneo, sta studiando modelli alternati al tradizionale fermo pesca – che ogni anno blocca l’attività delle marinerie per più di un mese – in quanto nei prossimi anni la Commissione europea non destinerà più fondi per una misura molto discussa, che ha riscosso consensi da parte di molte marinerie, ma anche forti critiche dagli operatori del settore turistico. Le due questioni sono state affrontate dalla Commissione tecnico scientifica regionale per la pesca, nel corso di una seduta presso la sede della Giunta regionale. Le attività di prelievo dei lumachini inizieranno, come già previsto, il 1° novembre, mentre alcune marineria marchigiane chiedevano un anticipo a ottobre, considerando che quelle confinanti o hanno iniziato la pesca (Rimini il 1° ottobre) o lo faranno nei prossimo giorni (Pescara il 15 ottobre). La Commissione, con votazione, ha espresso parere contrario all’anticipo nelle Marche, impegnando però la Regione ad attivarsi presso il ministero della Pesca per una regolamentazione uniforme della materia che consenta un’oculata gestione della risorsa. Entro la seconda decade di gennaio 2017 la Giunta regionale condividerà con la Commissione le richieste da trasmettere a Roma. Le autorità competenti sono state invitate a effettuare controlli per scongiurare sconfinamenti delle imbarcazioni nei tratti di mare di competenza delle marinerie marchigiane.

La Commissione ha anche avviato lo studio di modalità alternative al fermo pesca. Nell’ambito del progetto  EcoSea (che vede la collaborazione di sei Regioni italiane, due Contee croate e l’Albania), le Marche, in previsione di un ormai prossimo pensionamento della misura, hanno individuato un modello bioeconomico che consente di delineare anticipatamente scenari e impatti sulle attività ittiche. L’obiettivo, è stato detto, è quello di rottamare il vecchio fermo biologico con soluzioni “chiave in mano” alternative. I costi del fermo pesca non sono più sostenibili e le risorse finanziarie disponibili, nei prossimi anni, non saranno sufficienti a remunerare la sospensione delle attività. L’idea è quella di non sospendere tutta la pesca, ma le attività in alcune aree. Con il modello ideato è possibile stimare preventivamente gli effetti, sociali ed economici, di ciascuna scelta e valutare soluzioni alternative al fermo pesca. “Nasce un modello marchigiano di gestione delle risorse ittiche unico nel Mediterraneo – ha commentato l’assessora alla Pesca, Manuela Bora – Un modello avanzato, ideato dall’Università di Copenaghen per il Mare del Nord, che noi vogliamo tarare per i nostri mari, in collaborazione con i partener del progetto EcoSea”. Il modello è stato costruito simulando i comportamenti di ogni imbarcazione sulla base dei cinque scenari individuati. “Abbiamo così risposte dirette e con valori comparabili per ogni soluzione scelta – spiega il dirigente del servizio Pesca, Uriano Meconi – Potremo disporre anticipatamente di una banca dati attendibile che aiuterà a individuare la soluzione migliore per la salvaguardia e la gestione economica delle risorse ittiche”.

 

 

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