Fabio Giallombardo, “La bicicletta volante” tra i finalisti del premio “Piersanti Mattarella”

Fabio Giallombardo, “La bicicletta volante” tra i finalisti del premio “Piersanti Mattarella”

 

San Benedetto del Tronto – Il prof. Fabio Giallombardo, docente di lettere al Liceo Classico “Leopardi” di San Benedetto del Tronto, con il suo “La bicicletta volante” – Autodafé Edizioni è tra i finalisti del premio “Piersanti Mattarella” 2016 promosso dalla onlus “Memoria nel Cuore” e dal Comune di Terrasini (Palermo) per ricordare la figura dell’uomo politico, fratello del presidente della repubblica, assassinato dalla mafia.

 

I finalisti del premio Mattarella verranno presentati in Campidoglio a Roma il 20 novembre e il giorno successivo, in una sede della Camera dei deputati, verrà proclamato il vincitore. I due eventi verranno condotti rispettivamente dalle giornaliste Tiziana Martorana della Rai e Paola Saluzzi di Sky.

Il prof. Giallombardo è laureato in lettere classiche, ha 43 anni, ha insegnato prima al liceo scientifico “Rosetti” e ora al liceo classico “Leopardi” . Sposato con due figli, vive a San Benedetto del Tronto da 11 anni dopo aver vissuto tutta la giovinezza a Palermo.

 

“La Bicicletta Volante” è ambientato nella Palermo dei primi anni novanta dove, accanto alla decadente magnificenza delle ville gattopardesche, brulica l’infima miseria dei ghetti, tra il degrado e l’oppressione, la prostituzione e l’incesto. Poi l’approdo alla terra promessa della ricca Milano del nuovo millennio, che diventa speranza di rinascita, fede nel riscatto, ma anche il luogo dove i fantasmi del passato riaffiorano intatti, ancora più subdoli e minacciosi.

La lettera d’amore di Gaspare Traina al proprio figlio Salvatore apre un baratro sulla storia italiana degli ultimi venti anni, sugli intrecci tra mafia e politica, sul rapporto fra il riciclaggio del denaro e gli affari nella sanità. Una lettera che diventa il racconto di una saga familiare intrisa di passione e paura, di disperazione e gioia di vivere, dove la primitiva semplicità del gioco del calcio si fa metafora di un’utopia possibile, di uno slancio vitale attraverso cui tentare di sfuggire a un sistema tentacolare.

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