Non solo parole…

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PERICOLO IN RETE: IL BULLO È DIETRO LO SCHERMO

 

 

di Gaia Di Bonaventura e Matteo Di Girolamo

 

 

San Benedetto del Tronto, 2017-02-19 – Il problema del bullismo si fa sempre più serio, ma a complicare la situazione subentra un altro tipo di violenza, ancora più meschina, il cyberbullismo. Si tratta del fenomeno del bullismo, messo però in atto attraverso le nuove tecnologie e in particolare dei social network, spazi virtuali nei quali i bulli spaventano e mortificano alcuni compagni, umiliandoli di fronte ad altri coetanei connessi. Il fenomeno è molto pericoloso, perché i ragazzi, nascondendo dietro ad uno schermo la propria identità e quindi senza inibizioni, possono arrecare un grave danno alle vittime, sottoposte a vessazioni mediatiche, con conseguente perdita di reputazione.

Questo tipo di violenza ferisce ancor più di un pugno in pieno viso preso all’intervallo a scuola, perché in Rete ogni parola si propaga velocemente, viene condivisa, commentata, ingrandita, fino a diventare un marchio.

Ma chi sono questi bulli del web? È statisticamente dimostrato che coloro che si nascondono dietro ad un profilo falso per offendere e insultare sono spesso spinti dalla volontà di colmare le proprie insicurezze, trovando nell’atto prevaricatore un modo per affermarsi e per sentirsi migliori dei soggetti presi di mira.

Eppure vittime e carnefici sembrano avere qualcosa in comune: una chiara solitudine di fronte ad un mondo attraente quanto pericoloso quale Internet. Fondamentale, infatti, nella prevenzione del cyberbullismo è il ruolo dei genitori, i quali molto spesso non sanno come i loro figli passino il tempo, cosa cerchino o facciano online. I ragazzi iniziano a frequentare la Rete già nella pre-adolescenza, senza una guida che li accompagni nell’utilizzo dei media digitali, dai quali vengono come risucchiati senza controllo.

Tuttavia, la prevenzione di fenomeni simili non si riduce al controllo dei contenuti “postati” in Internet, ma richiede un percorso adeguato di informazione dei rischi connessi all’esposizione virtuale.

Proteggersi dal web significa, per un ragazzo, proteggere il proprio mondo, tenendolo per sé, al riparo dai commenti di una sterminata comunità giudicante.

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