dalla Regione Marche

dalla Regione Marche

2017-03-15

Area di crisi industriale Val Vibrata – Valle del Tronto – Piceno:

pervenute a Invitalia 756 manifestazioni d’interesse a investire: 412 dalle Marche.

Casini: “Verifica necessaria per programmare gli investimenti”

 

Sono 756 le manifestazioni di interesse a investire nell’area di crisi industriale complessa Val Vibrata – Valle del Tronto – Piceno, registrate alla chiusura della Call (l’avviso promosso da Invitalia: l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa del ministero dell’Economia). La disaggregazione territoriale delle “manifestazioni” segnala che 412 disponibilità provengono dalle Marche, 344 dall’Abruzzo.

Un’analisi attenta – con la comunicazione puntuale dei risultati ottenuti durante le diverse riunioni tenutesi presso il ministero dello Sviluppo Economico nel corso delle ultime settimane – verrà effettuata mercoledì 22 marzo, alle ore 16.30 ad Ascoli Piceno, durante il convegno: “Opportunità di sviluppo. Come rilanciare il territorio attraverso le risorse regionali ed europee”. Sarà questo infatti, oltre a una panoramica sui bandi regionali e sulle politiche attive del lavoro, uno degli argomenti più importanti da trattare nel dibattito dove interverranno la vicepresidente Anna Casini e l’assessore regionale al Lavoro, Loretta Bravi. “Ora ci sono le basi su cui costruire il futuro del Piceno, partendo dal rilancio degli investimenti territoriali – afferma Casini – La verifica, condotta da Invitalia, consente di focalizzare le risorse disponibili che il sistema produttivo locale è in grado di mettere in gioco. Una verifica necessaria per comprendere l’ordine di grandezza delle risorse pubbliche da stanziare a sostegno del rilancio dell’area. Ci tenevo particolarmente a ringraziare la collega Manuela Bora per la collaborazione e il lavoro proficuo che abbiamo portato avanti insieme”. Fra le proposte che rientrano nel settore degli investimenti produttivi, ammontano a 151 le manifestazioni di interesse sotto la soglia di 1,5 milioni di euro, mentre 99 sono invece quelle che la superano.

Violenza di Genere: nasce la Rete Regionale Antiviolenza delle Marche

 

Manuela Bora

 

E’ dettata dall’esigenza di rendere effettiva la protezione alle donne vittime di violenza la delibera adottata dalla Giunta regionale per volontà dell’assessora alle Pari opportunità, Manuela Bora, che istituisce la ‘Rete regionale antiviolenza delle Marche’. “Garantire la parità di genere e contrastare la violenza alle donne – sottolinea l’assessora Bora – sono due  impegni politici che ho assunto sin dall’inizio del mio mandato e una volontà ben precisa che intendo perseguire con determinazione. La Rete che abbiamo istituito è uno strumento fondamentale per garantire il diritto alla tutela e per proteggere le donne ferite dalla violenza”. La ‘Rete regionale antiviolenza delle Marche’ riconosce, rafforza e coordina in una logica di rete il sistema degli interventi tra diversi soggetti che a vario titolo operano per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere: Reti territoriali antiviolenza a livello locale, Enti locali associati negli Ambiti territoriali sociali, Centri antiviolenza e Case di accoglienza (o Case rifugio), istituzioni e soggetti coinvolti nella prevenzione e nel contrasto al fenomeno della violenza. L’adesione alla Rete regionale avviene tramite stipula di un Protocollo di intesa interistituzionale con la Regione Marche che verrà condiviso con tutte le parti interessate.

Il coordinamento regionale del sistema delle politiche di prevenzione e contrasto sarà il ‘Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere’ quale sede di dialogo e confronto fra le istituzioni e la società, integrato da maggio 2016 con i Coordinatori degli Ambiti Territoriali Sociali dei cinque Comuni capofila dei relativi territori provinciali.

Entro l’anno verranno confermate o costituite le Reti territoriali antiviolenza a cui aderiscono tutti gli Ambiti  che  trovano espressione nei Tavoli di coordinamento locale antiviolenza dei territori provinciali. Si tratta di organismi di carattere operativo indispensabili per garantire nei diversi territori la comunicazione tra i soggetti aderenti alla Rete locale– servizi sociali, centri antiviolenza, case rifugio, forze dell’ordine, presidi ospedalieri, istituzioni scolastiche, Prefetture, Autorità giudiziarie – insieme ad una adeguata presa in carico, protezione e reinserimento lavorativo delle donne e dei loro figli, anche  in situazioni di emergenza perché vittime di violenza nelle diverse forme in cui può esprimersi (fisica, sessuale, psicologica, economica e atti persecutori).

 

 

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