Otopedia, siamo alla fine o c’è speranza?

Otopedia, siamo alla fine o c’è speranza?

 

Riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente una nota stampa dell’Associazione Rinnovamento & Progresso

San Benedetto del Tronto, 01/12/2017 – Leggendo la stampa o i maggiori social di questi giorni, ci si può rendere conto della grave crisi di credibilità che le Istituzioni regionali, e anche locali, hanno raggiunto sulla Sanità.

Ma se si prova ad essere più attenti, entrando nei particolari, si comprende il totale caos che regna nel nuovo Sistema Sanitario Regionale. Non per una questione economica, anzi la Regione chiude, per l’ennesimo anno, con il bilancio sulla sanità in positivo e di molto, magari tagliando sul personale, chiudendo reparti e Ospedali.

Le Marche hanno cambiato totalmente la mission della Sanità Pubblica: il cittadino non è più al centro del sistema, il cittadino “rincorre il sistema”.

La Regione Marche ha recepito il D.M. 70 e se fosse applicato porterebbe molta chiarezza che oggi nella nostra regione non c’è, solo nel leggere i principi cardini del decreto Balduzzi si capirebbe che il Sistema Sanitario marchigiano è una gruviera, insensibile alle principali norme dello stesso decreto: la densità di popolazione, la casistica, l’ospedale per aree omogenee svincolate dai territori istituzionali (comuni, province, regioni, ecc.).

Nella nostra realtà della Riviera e dell’Ospedale Madonna del Soccorso sta accadendo tutto questo; ad esempio, l’Unità Operativa di Ortopedia, con una tradizione trentennale di casista e di qualità, con il decreto Balduzzi dovrebbe essere potenziata e sostenuta, invece negli ultimi anni è stata accantonata come “in castigo”, ridimensionata da decisioni inspiegabili, fuori da ogni logica scientifica e numerica.

Nonostante tutto questa l’Ortopedia, grazie ai suoi Medici, Infermieri e personale di supporto, sono riusciti in pochi a dimostrare grandi numeri. Un reparto con posti letto limitati e personale ridotto, nel 2016 ha effettuato quasi 900 interventi, di cui il 70% di traumatologia e in urgenza e il 30% di elezione, ed una attività ambulatoriale con oltre 13 mila accessi, con una previsione in aumento per l’anno 2017.

Tra qualche settimana l’ottimo professionista Dott. Murri, attuale responsabile f.f. (perché questa Ortopedia aspetta un primario da diversi anni), andrà in pensione; cosa accadrà all’Ortopedia di San Benedetto? sarà anche lei una “appendice” dell’Ospedale Mazzoni o come indica il decreto Balduzzi tornerà ad essere protagonista?

La politica non può e non deve ignorare la casistica, le competenze e la densità di popolazione, considerando che i dati ufficiali Istat del 2015 sui flussi rilevano, sulla fascia costiera Pedaso – Alba Adriatica, durante l’anno, oltre 500 mila cittadini tra residenti, rete stradale e turisti, mentre i servizi sono altrove.

Come si giustifica che nell’Area vasta 3 ci sono tre reparti di ortopedia con tre primari in attività (Camerino, Civitanova e Macerata) mentre nell’Area vasta 5 non possono essercene due?

 

Il Consiglio Direttivo

Associazione

Rinnovamento & Progresso

 

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