Il Professor Cataldi al Liceo Rosetti

Il Professor Cataldi al Liceo Rosetti

San Benedetto del Tronto – Venerdì 23 marzo, dalle 14,30 alle 17,30, il Liceo Scientifico Rosetti avrà l’onore di ospitare nella sua aula magna il Professor Pietro Cataldi per un incontro di formazione aperto ai docenti e agli studenti del territorio sul tema “Per un insegnamento della letteratura all’altezza della globalizzazione”. L’appuntamento è organizzato dal Dipartimento di lettere del liceo che, per la mattinata, ha organizzato un incontro più specifico con gli studenti delle quinte classi.

Il curriculum del docente è ricchissimo di incarichi e pubblicazioni. Il Professor Pietro Cataldi (nato a Roma il 28 maggio 1961) si è laureato nel 1984 in Lettere moderne con Romano Luperini e Franco Fortini presso l’Università degli Studi di Siena. Dal 1990 insegna all’Università per Stranieri di Siena, della quale è rettore e professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea. Ha collaborato a numerose riviste tra le quali «Alfabeta», «Belfagor», «Filologia e critica», «Moderna». Con Romano Luperini è autore di una storia della letteratura europea in quattro tomi (Palumbo 1999) e di varie opere dedicate alla didattica della letteratura. Ha inoltre studiato Dante, Leopardi, Ungaretti, Montale, le poetiche del Novecento, le questioni teorico-metodologiche legate al commento dei testi. Molte sue pubblicazioni sono tradotte in varie lingue.Per i doProf. Pietro Cataldicenti di lettere il professor Cataldi rappresenta una figura di riferimento perché molti suoi saggi e testi di critica letteraria fanno parte del programma di studio universitario; inoltre moltissimi studenti dei licei italiani hanno avuto l’opportunità di leggere dei saggi critici del Professore nelle antologie scolastiche, apprezzandone  l’originalità, la profondità e la chiarezza.

In omaggio al Professor Cataldi, tra le decine di articoli e saggi che si sarebbero potuti citare, ci è sembrato opportuno riportare uno stralcio dal suo testo La strana pietà-Schede sulla letteratura e la scuola, pubblicato nel 1999 dalla Palumbo Editore, in cui il Professore porta una serie di validissime argomentazione sul perché leggere Dante oggi nelle scuole. Ne stralciamo solo una:

Perché leggere oggi Dante nella scuola? È una domanda meno retorica di quanto possa sembrare, e ogni insegnante delle superiori se l’è probabilmente sentita rivolgere molte volte dai propri studenti: perché dobbiamo leggere e studiare così a lungo e con tanta fatica Dante? […] Bisogna leggere Dante per la capacità di distruggere e di progettare insieme, e soprattutto perché sa formalizzare, cioè mediare, critica e proposta, mostrando il meccanismo della trasformazione nella civiltà. La Commedia è una delle opere più duramente distruttive della letteratura occidentale di tutti i tempi: l’intera società contemporanea del poeta è rifiutata e scagliata senza esitazioni dentro la nera voragine dell’Inferno. [….] Questo coraggio di respingere senza esitazioni o compromessi il proprio tempo costituisce di per sé, oggi, una lezione straordinariamente preziosa, per giovani [……] ipnotizzati dalla diuturna predicazione televisiva circa l’immutabilità del mondo così com’è [….] e conseguentemente allevati a non diffidare, a non respingere, ad accettare e ad adeguarsi. La distruzione perseguita da Dante non costituisce inoltre che una metà dell’edificio poematico. C’è infatti, accanto al duro momento critico-distruttivo, un non meno vigoroso e impegnativo intento progettuale e costruttivo. Già dietro l’orrore della dannazione trapela la possibilità di un’umanità diversa, di una società rinnovata, di valori alternativi; e attraverso la faticosa ascesa della purificazione purgatoriale, ecco spalancarsi l’utopia anche civile della città celeste.[….]. Così che da Dante proviene l’invito, oltre che a concepire la realtà in termini vitalmente distruttivi-costruttivi e non vilmente statici, ad articolare la propria soggettività (distruzione e proposta) in forme mediate e dotate di un senso valido al di là di se stessi, strutturato in un disegno che altri possano comprendere e condividere. Distruggere non significa sprofondare nell’eroina o nel terrorismo o scagliare sassi dal cavalcavia o gettarsi contromano il sabato sera o suicidarsi; e costruire non è accaparrare potere e ricchezza. La critica e la proposta, fino le più radicali e audaci, devono trovare, anche sull’esempio di Dante, il modo di formalizzarsi,cioè di assumere un disegno in qualche modo oggettivato e coerente”.

Come è evidente dalle righe sopra riportate, la lucidità dell’analisi e l’originalità delle affermazioni vogliono essere un ulteriore invito, rivolto ad alunni e colleghi, a godere della presenza di un illustre studioso dalla straordinaria cultura.

 

 

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