Intesa storica tra Ospedali Riuniti e Istituto Nazionale Tumori

Intesa storica tra Ospedali Riuniti e Istituto Nazionale Tumori

L’Azienda Ospedaliera Universitaria marchigiana è la prima realtà a siglare una convenzione con il prestigioso istituto milanese per l’applicazione di protocolli condivisi e metodologie integrate. Obiettivo? Garantire ai cittadini marchigiani le stesse opportunità di diagnosi e cura delle patologie tumorali disponibili a Milano

Ancona, 5 settembre 2018 – Da oggi i cittadini marchigiani potranno trovare nella loro regione le stesse opportunità di diagnosi e cura dei tumori disponibili a Milano. Accade grazie alla storica convenzione tra l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona e l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, la maggiore istituzione oncologica pubblica italiana, che consente di unire queste due realtà nelle strategie e nelle linee operative per aumentare l’accessibilità, la qualità ed i contenuti di ricerca con il massimo beneficio atteso per i pazienti, al di là della residenza di origine. Le Marche sono la prima regione a formalizzare una concreta cooperazione con il prestigioso Istituto lombardo da sempre in prima linea per combattere le più diverse forme di patologia tumorale, consolidando le basi di un rapporto che, così sancito, consentirà di affinare e rafforzare gli strumenti, clinici e della ricerca, a disposizione della lotta ai tumori. Ricerca, oncologia toracica e tumori rari sono in sostanza le macro aree in cui potrà essere applicata l’intesa tra Ospedali Riuniti ed Istituto Nazionale Tumori, articolata in una serie di punti cardine come il completamento dei percorsi di diagnosi e cura dei pazienti con neoplasie toraciche e con tumori rari afferenti ai due Enti; il confronto collegiale dei casi clinici degli stessi pazienti anche mediante teleconsulto; l’allineamento agli standard dei migliori centri europei attraverso l’integrazione di esperienze e competenze dei due Enti; l’attivazione di progetti congiunti di ricerca clinica, sperimentale e transnazionale, volti al miglioramento della pratica assistenziale e delle conoscenze scientifiche e la relativa promozione di attività di fundraising; l’organizzazione di attività didattiche, formative ed educazionali, da realizzare anche in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche.

Oggi grazie a questa convenzione – ha dichiarato Michele Caporossi, Direttore Generale di Ospedali Riuniti di Ancona, ogni cittadino marchigiano troverà da noi le stesse opportunità di diagnosi e cura disponibili a Milano”.

Ancora oggi, soprattutto per quanto riguarda le cure oncologiche, il paziente molte volte è costretto a spostarsi dalla propria Regione di residenza, con carichi di difficoltà elevati dal punto di vista umano – ha aggiunto Stefano Manfredi, Direttore Generale INTUna delle soluzioni affinché questo tipo di emigrazione si esaurisca, è la creazione di Reti tra Centri oncologici, come quella che da oggi unisce il nostro Istituto milanese con il Centro anconetano. I vantaggi sono a 360 gradi: il paziente riceve lo stesso trattamento che avrebbe in INT ma è vicino a casa, con minori difficoltà burocratiche, coi familiari vicini, e l’eventuale coordinamento del medico di medicina generale”.

Nella lotta contro le diverse forme di patologia tumorale – ha sottolineato Sauro Longhi, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche la stessa Università, sin dalla sua fondazione, ha sempre collaborato con strutture assistenziali regionali, prima con l’Ospedale Oncologico F. Angelini, ora con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti, sviluppando attività di ricerca ed assistenziale di primissimo livello. Pertanto l’accordo con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano permetterà un ulteriore rafforzamento di queste attività con un chiaro beneficio per tutti i pazienti della Regione”.

L’accordo tra Ospedali Riuniti di Ancona-UNIVPM e Istituto Nazionale dei Tumori – ha spiegato Rossana Berardiviene formalizzato ora, ma nasce e sancisce rapporti di collaborazione e stima che da anni legano noi professionisti delle due Istituzioni, con l’obiettivo comune di offrire le migliori terapie ai pazienti e di favorire la ricerca scientifica in un ambito importante quale quello oncologico. Le principali aree che implementeremo, in virtù di questa convenzione, saranno proprio quella della ricerca clinica, per consentire ai pazienti l’accesso alle terapie innovative ancora in fase sperimentale, dell’elaborazione di progetti scientifici congiunti, del trattamento delle neoplasie rare, che globalmente rappresentano un terzo circa di tutti i tumori, e dei tumori toracici, per cui entrambe le strutture hanno avviato analoghi percorsi diagnostico-terapeutici ed assistenziali”.

Un’intesa veramente storica per le Marche: oltre a essere la prima Regione a formalizzare una cooperazione con il prestigioso Istituto, vengono assicurate opportunità di diagnosi e, conseguentemente di cura, all’avanguardia a livello internazionale. La sanità marchigiana compie un ulteriore salto di qualità nella capacità di risposta alle esigenze di salute dei cittadini” ha detto la Vice presidente Regione Marche Anna Casini.

Presente anche il Preside della Facoltà di Medicina Univpm Marcello D’Errico che ha sottolineato come in Italia si investa ancora troppo poco in spesa sanitaria.

Nel contesto attuale sempre più complesso che rende difficile offrire un’assistenza di qualità senza ostacoli e barriere di tipo sociale e geografico, è sicuramente da incentivare questo tipo di iniziative che ha come peculiarità di andare oltre la collaborazione tra professionisti, diventando collaborazione tra Istituzioni di Ricerca ed Enti Assistenziali – ha sottolineato Giovanni Apolone, Direttore Scientifico INTQuesto ha permesso di mettere a punto i migliori percorsi condivisi diagnostici e terapeutici, senza scordarsi della ricerca: ormai siamo consapevoli che attraverso i progetti di ricerca etici offriamo al paziente una chance di ricevere terapie innovative e la miglior cura possibile”.

In Istituto abbiamo fatto molta attività di  rete sia per garantire l’omogeneità delle cure che  per rendere disponibili, a tutti, i nostri programmi di ricerca – chiarisce Filippo de Braud, Direttore Dipartimento di Oncoematologia INT –  Questa  nostra attitudine si “sposa” con quella dell’ospedale anconetano che ha istituito una rete oncologica nella regione Marche e che, nella figura della professoressa Berardi, ha sempre cercato di implementare le  collaborazioni per facilitare i percorsi di cura dei Pazienti oncologici e la formazione culturale sia dei medici che degli stessi pazienti. La nostra collaborazione nasce molti anni fa quando ho creato il primo network Italiano per gli studi con nuovi farmaci e da allora si è rafforzata nel tempo. Considero quindi questo accordo il coronamento di uno dei miei principali obbiettivi nell’interesse del diritto alla miglior qualità di vita e di assistenza dei nostri pazienti e ammiro i nostri Dirigenti Amministrativi che lo hanno sostenuto e formalizzato in una realtà concreta. Sono sicuro che sarà un modello che si diffonderà rapidamente”.  

Questo che a tutti gli effetti è un gemellaggio tra due importanti realtà, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Azienda Ospedaliero – Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, è il frutto di un lungo rapporto di stima e di amicizia che mi lega alla professoressa Berardi – è intervenuta Marina Chiara Garassino, Responsabile Oncologia Toraco Polmonare della Divisione di Oncologia Medica 1 dell’Istituto Nazionale dei Tumori di MilanoInsieme abbiamo pubblicato dei lavori scientifici sui timomi, una patologia oncologica rara, e abbiamo condiviso le riflessioni sulla migrazione sanitaria che ancora caratterizza il nostro Paese. Questo ha portato allo sviluppo di percorsi diagnostico terapeutici simili per i pazienti affetti da neoplasie toraciche, con la medesima qualità elevata in entrambe le Strutture. La comunanza di intenti è anche nell’ambito della ricerca e ci ha permesso di vincere recentissimamente un finanziamento importante da parte di AIFA, che permetterà di trattare le neoplasie timiche con una molecola sperimentale, il ramucirumab e di avere fondi per conoscere meglio dal punto di vista biologico questa patologia rara”.

La convenzione, riconoscendo formalmente questa cooperazione biunivoca e paritaria, permette in definitiva sia di aumentare le possibilità di risposta alla patologia, in termini clinici e di ricerca, dal punto di vista medico e scientifico, sia di rendere minimi i disagi agli stessi pazienti e alle famiglie, evitando, salvo esigenze particolari e specifiche, spostamenti, viaggi e trasferte, attraverso l’applicazione di protocolli condivisi e metodologie integrate. Resta quindi anche e soprattutto il cittadino al centro di questa cooperazione che si pone il duplice obiettivo di strutturare e rendere standard un percorso comune costruito sul confronto sanitario continuo – e non più episodico – le cui ricadute investono l’assistenza e la cura dei pazienti, nonché la partecipazione ai bandi e ai progetti, in particolare di carattere europeo, dove la sinergia tra Enti e la relativa messa in comune delle competenze rappresenta storicamente un potenziale valore aggiunto per la loro aggiudicazione. Gli Ospedali Riuniti e le Marche, insomma, continuano anche in virtù della collaborazione sancita con l’autorevole istituto milanese, a porsi come un’eccellenza nazionale anche in campo oncologico, aprendo di fatto nuove e benauguranti prospettive di assistenza per i propri cittadini.

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