dall’UniUrb

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2018-10-01

Urbino si conferma tra le migliori 500 universita’ mondiali per il Times Higher Education

– Tra i principali atout dell’ateneo le pubblicazioni scientifiche e la vocazione internazionale –

Un nuovo importante riconoscimento all’Università di Urbino da parte della prestigiosa classifica redatta dal Times Higher Education. Dopo averla collocata pochi mesi fa tra le prime 200 in Europa, con la qualifica speciale di “città ideale per lo studio”, la più importante agenzia di valutazione degli atenei mondiali ha confermato Urbino tra le migliori 500 università del mondo, collocandola nella fascia tra il 401° e il 500° posto.

Tra i valori nei quali la Carlo Bo ha ottenuto punteggi particolarmenete elevati, va segnalato quello relativo alle citazioni sulle riviste scientifiche, nel quale l’ateneo feltresco ha ottenuto 88 punti rispetto ai 44,7 della media degli atenei mondiali. Un dato che la pone al 141° posto assoluto, dunque tra le migliori al mondo in termini di pubblicazioni scientifiche.

Altro aspetto qualificante per Urbino, i 48,3 punti ottenuti nell’International outlook, ovvero la voce riguardante i rapporti e la vocazione internazionale, che vede una media globale di 43,5 punti.

Per il rettore Vilberto Stocchi “Si tratta di una conferma di grande significato, che sottolinea il valore della ricerca scientifica che viene condotta nel nostro ateneo e premia il lavoro condotto costantemente nel curare i rapporti internazionali. Se a questi aspetti uniamo il riconoscimento di “Luogo ideale nel quale studiare” che il Times ci ha assegnato quest’anno, possiamo dire che il nostro ateneo offre davvero tutto ciò che serve in termini di qualità per poter competere in Italia e nel mondo, e di questo ringrazio tutti i docenti e il personale tecnico-amministrativo che concorre a questi risultati”.

Convegno “Le carriere dei magistrati. Bilanci e prospettive a sessant’anni dall’istituzione del Consiglio superiore della magistratura”

A Urbino i presidenti emeriti della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick e Gaetano Silvestri

– Venerdì 5 ottobre a Giurisprudenza un convegno sulle “carriere” dei magistrati, con autorevoli relatori, tra i quali l’ex Ministro della Giustizia Flick e il Presidente della Scuola superiore della magistratura Silvestri –

Venerdì 5 ottobre, a partire dalle ore 9.30, l’Aula Magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Urbino ospiterà il convegno “Le carriere dei magistrati. Bilanci e prospettive a sessant’anni dall’istituzione del Consiglio superiore della magistratura”, organizzato dalle cattedre di Diritto processuale penale e di ordinamento giudiziario e accreditato dall’Ordine degli avvocati di Urbino (3 crediti formativi).

I lavori del convegno saranno aperti dal Rettore Vilberto Stocchi. Ai saluti del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, professor Paolo Pascucci, della prof.ssa Maria Grazia Coppetta e del dottor Sergio Sottani, Procuratore generale presso la Corte d’appello di Ancona, seguiranno gli interventi del professor Giovanni Maria Flick, già Ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte costituzionale, del professor Gaetano Silvestri, attuale presidente della Scuola superiore della magistratura e presidente emerito della Corte costituzionale, del dottor Piergiorgio Morosini, magistrato, componente del Consiglio superiore della magistratura nella consiliatura appena conclusa, e del dottor Riccardo De Vito, magistrato di sorveglianza a Sassari e presidente di Magistratura democratica.

Gli autorevoli relatori saranno chiamati a confrontarsi con il tema-problema, molto attuale, delle “carriere” dei magistrati, nelle loro principali declinazioni: l’assunzione di incarichi direttivi, lo svolgimento di incarichi extragiudiziari, il collocamento fuori ruolo, l’impegno in politica. Queste opzioni e queste opportunità investono il significato dell’associazionismo giudiziario, coinvolgono le competenze istituzionali del Consiglio superiore della magistratura, interferiscono con la percezione collettiva dell’amministrazione della giustizia. Sollevano anche questioni rilevanti sul piano dell’indipendenza del magistrato, della sua autonomia e della sua imparzialità, alle quali non sempre il legislatore ha saputo offrire risposte organiche e soddisfacenti.

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