Applausi in Cina per l’Istituto Confucio di UniMc

Applausi in Cina per l’Istituto Confucio di UniMc

Delegazione dell’Ateneo a Chengdu per la Conferenza mondiale degli Istituti Confucio: presenti oltre duemila delegati da tutti i continenti. Il rettore Francesco Adornato apre il forum dedicato ai sistemi di valutazione.


Macerata – Per l’ottavo anno l’Istituto Confucio dell’Università di Macerata ha partecipato alla Conferenza Internazionale degli Istituti Confucio in Cina: oltre duemila delegati da tutti i continenti per quella che è forse la più grande e attiva rete di atenei al mondo, un’occasione unica per tessere relazioni e attivare collaborazioni con il gigante asiatico che guarda sempre con grande attenzione al paese natale del mediatore per eccellenza con l’Occidente, padre Matteo Ricci.
La tredicesima edizione si è conclusa proprio in questi giorni a Chengdu, una delle più grandi – circa 16 milioni di abitanti – e dinamiche città interessate dal rapidissimo processo di modernizzazione del Paese. Si tratta di una manifestazione imponente, su cui il governo centrale investe moltissime risorse in termini di organizzazione e visibilità mediatica. Indice, questo, dell’importanza attribuita al progetto generale che, come ha detto la vicepremier del Consiglio di Stato Sun Chunlan durante la cerimonia di apertura, sarà ulteriormente potenziato, sovvenzionando le realtà più dinamiche nel consolidamento dei rapporti con la Cina. L’ateneo maceratese – rappresentato dal rettore Francesco Adornato, dal presidente dell’Istituto Confucio Luigi Lacchè e dai direttori Giorgio Trentin e Chanyou Yan (foto) – si è riconfermato tra i protagonisti, tanto da essere chiamato ad aprire la seconda sessione del forum dedicato ai sistemi di valutazione insieme a un gruppo ristretto di rappresentanti di Inghilterra, Nuova Zelanda, Polonia, Corea e Tailandia. Il modello proposto ha ricevuto grande apprezzamento, perché parte da dati oggettivi e misurabili, senza perdere, però, di vista la specificità di ogni Istituto. “La presenza di un sistema di valutazione – ha spiegato – è di fondamentale importanza per la gestione di questi enti, perché permette di focalizzare e chiarire i principali obiettivi”.
L’Istituto Confucio di Macerata, aperto nell’ottobre del 2011, premiato nel 2013 e promosso a “Istituto modello” nel 2016, in pochi anni ha raggiunto numeri di grande rilevanza. Gli insegnanti cinesi sono più che raddoppiati. Boom di certificazioni linguistiche: nel 2012 ne sono state rilasciate poco meno di 100, nel 2018 oltre 700. E’ intensa anche l’attività con le scuole superiori, con ben quattordici istituti di Marche, Abruzzo, Umbria, Puglia e Lombardia convenzionati per programmi di insegnamento del cinese. Dal 2015, inoltre, ogni anno decine di studenti Unimc possono trascorrere periodo di studio e summer school in Cina grazie alle borse  finanziate dall’Hanban, il quartier generale degli Istituti Confucio, emanazione del Ministero dell’Istruzione. Proprio a Chengdu la delegazione ha incontrato Claudia Iacca, laureanda di Mediazione, che sta ultimando i suoi sei mesi per perfezionare la conoscenza del cinese e ha partecipato allo spettacolo iniziale della Conferenza Internazionale, (foto), mentre a Pechino Maria Spanò, altra laureanda, lavorerà per un anno come insegnante di italiano. Unimc organizza anche una scuola estiva – summer school – sulla cultura e sulla civiltà occidentale appositamente progettata per studenti cinesi. L’Istituto Confucio di Macerata è, infine, molto attivo nell’ambito della cooperazione scientifica internazionale con un importante progetto finanziato dalla Commissione Europea sulla sostenibilità urbana.

 

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