dall’Amat

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2019-01-07

KLANG FESTIVAL, VENERDÌ 11 GENNAIO AL LOOP LIVE CLUB DI OSIMO

ANTEPRIMA DELLA RASSEGNA CON I DIAFRAMMA

In attesa di conoscere a breve il programma completo della quarta edizione di KLANG festival. Altri suoni, altri spazi, venerdì 11 gennaio il Loop Live Club di Osimo ospita una preview con I Diaframma, considerati fra i gruppi seminali del rock cantato in italiano. Tuttora in attività, dopo numerosi cambi di line-up e un temporaneo scioglimento conservano come unico componente originale Federico Fiumani, cantante, chitarrista e vero e proprio ideologo della band, da sempre perno e autore dei testi.

KLANG è una rassegna musicale regionale nata con lo scopo di valorizzare esperienze musicali di qualità nazionali e internazionali che si contraddistinguono per un significativo tasso di sperimentazione e una forte autorialità, ideata e promossa dall’AMAT con il LOOP di Osimo in collaborazione con molti comuni del territorio che accolgono i concerti nei loro splendidi teatri. Come per la precedente edizione, KLANG festival toccherà tutte le province della Regione Marche con un calendario ricchissimo che si snoda fino a maggio.

Il primo nucleo dei Diaframma si forma in una Firenze immersa nella new wave, nello stesso contesto musicale che darà vita ad altre compagini importanti, quali Litfiba, Punkow, Moda e Neon. Per i fan del cantante toscano, Federico Fiumani è l’eterno ragazzo dal ciuffo ribelle e dall’energia inarrestabile che lo vede costantemente in tour. Una capacità creativa unica e rara nel panorama italiano, quel modo di raccontarsi e di narrare storie che appartengono a lui ma anche a chi l’ascolta sono caratteristiche da sempre del leader dei Diaframma. E mentre Siberia, l’album che si impose come pietra miliare dell’universo punk-rock italiano, spegne 34 candeline, esce oggi il ventesimo disco dei Diaframma, L’abisso, attesissimo da chi da allora non smette di seguirli e da chi nel corso degli anni è rimasto folgorato anche solo da un verso di una delle liriche poetiche di Federico Fiumani. La sua musica è stata colonna sonora di tante storie d’amore, ha raccontato in versi tormenti interiori mai pacati, inquetudini romantiche, crepuscoli dell’anima. L’abisso arriva dopo 5 anni dall’uscita del precedente Preso nel Vortice del 2013. Cinque anni in cui Federico Fiumani non è certo stato con le mani in mano, vista l’incessante attività live e l’uscita di raccolte, ristampe e live che sono andati a impreziosire una discografia che dal loro primo singolo del 1982 conta più di 50 uscite. Con L’abisso Federico torna a raccontare le sue storie con la sincerità che da sempre lo contraddistingue e a darci la sua prospettiva sui rapporti personali. «L’abisso, perché io fra un anno e mezzo ci finirò dentro, visto che compirò 60 anni – chiosa Fiumani – entrerò ufficialmente nella vecchiaia, un abisso dal quale non si esce più. E poi L’abisso è quello dove secondo me sta sprofondando l’Occidente, sempre più schiavo e al servizio della tecnologia e del potere economico». Un disco importante per le canzoni che contiene, per il sound maturo che è il marchio di fabbrica del suo alter ego musicale, quei Diaframma che sono oggi l’esperienza più longeva e continuativa della scena musicale indipendente nata in Italia negli anni ’80; un patrimonio musicale che ha ispirato una moltitudine di musicisti nostrani.

Biglietto 10 euro, ridotto 8 euro disponibile la sera del concerto o acquistabile in prevendita all’interno del circuito online Amat (www.amatmarche.net). Inizio concerto ore 22.

 

 

ASCOLI PICENO, TEATRO VENTIDIO BASSO SABATO 12 E DOMENICA 13 GENNAIO

MI AMAVI ANCORA… CON ETTORE BASSI E SIMONA CAVALLARI

 

Sabato 12 e domenica 13 gennaio riprende la stagione del Teatro Ventidio Basso promossa dal Comune di Ascoli Piceno con l’AMAT, il contributo di Regione MarcheMiBAC e il sostegno diBim Tronto.

Realtà, immaginazione, paura e fantasia si mescolano in Mi amavi ancora…, vicenda avvincente, testo premiato dall’Accademia Francese per la Nuova Drammaturgia, firmata dall’autore Florian Zeller e qui interpretata da Ettore Bassi e Simona Cavallari diretti dalla regia di Stefano Artissunch.

“Non mi capita spesso di leggere un testo teatrale e arrivare a commuovermi – scrive Stefano Artissunch nelle note allo spettacolo -, dicendo questo non voglio tradire la sua introspezione immaginandola solo come materia emotiva ma credo proprio che la fortuna di questo giovane autore vincitore di numerosi premi in Francia e in tutti i palcoscenici del mondo, sia una raffinata ed eccellente scrittura ricca di colpi di scena e densa di umorismo, dove il passato e il presente giocano a nascondino come la verità e la menzogna. Zeller ci pone di fronte a poche certezze e ci solleva sempre molti dubbi come scrive nelle sue note: “possiamo davvero conoscere l’altro, o la sua faccia rimane ancora, pur essendo familiare, una maschera, una chimera, una pirandelliana ricostruzione?”

Lo scrittore e drammaturgo Pierre è morto in un incidente d’auto. Nel tentativo di mettere ordine ai documenti, Anne, la sua vedova, scopre gli appunti presi per la stesura di una futura commedia, che trattava di un uomo sposato, scrittore, appassionato e innamorato di una giovane attrice. Fiction o autobiografia? Il dubbio si agita ed inizia un’indagine febbrile. Anne si persuade che il testo narri l’infedeltà di Pierre e va alla ricerca della donna, sua

antagonista, senza riuscire a rivelare la verità o l’illusione della stessa: è il dolore che la fuorvia? Oppure finalmente ha aperto gli occhi? Per rispondere a questa domanda, si appella ai suoi ricordi ed anche a Daniel, migliore amico di Pierre, un personaggio brillante e forse segretamente innamorato di lei, che con molta dolcezza cerca di rassicurarla, ma ci riesce solo a metà. Anne persevera nella sua ricerca e decide di contattare l’attrice Laura Dame che è menzionata nelle note della commedia del marito. Sospetta che sia lei l’amante. Scruta il passato, domanda a chi la circonda, cammina in un pericoloso labirinto. Quanto deve essere cercata la verità? Flashback in situazioni inaspettate, lo spettatore si immedesima in questi personaggi in una ricerca fatta di dubbi e apprensioni, in cui si mescolano realtà, immaginazione, paura, risate e fantasia.

Completano in cast dello spettacolo – prodotto da Synergie Teatrali e Artisti Associati – Giancarlo Ratti e Malvina Ruggiano. Le scene sono di Matteo Soltanto e i costumi di Marco Nateri.

Per informazioni: biglietteria del teatro 0736 298770. Inizio spettacolo sabato ore 20.30, domenica ore 17.30.

MATELICA, TEATRO PIERMARINI SABATO 12 GENNAIO

ANNA MARIA MAZZINI IN ARTE MINA CON PAOLO NOTARI E SUSANNA AMICUCCI

Prosegue sabato 12 gennaio la stagione del Teatro Piermarini di Matelica, un cartellone ricco e articolato in più percorsi promosso dal Comune di Matelica Assessorato alla Cultura e dall’AMAT con il contributo di Regione Marche e MiBAC. L’appuntamento è con Anna Maria Mazzini in arte Mina con Paolo Notari Susanna Amicucci, regia di Sabino Morra, affiancati da Mimmo Scaricamazza alla chitarra, Davide Caprarialle tastiere e pianoforte, Roberto Fabietti al basso e Marco Lorenzetti alla batteria.

Anna Maria Mazzini in arte Mina non è solo una cover della più grande cantante italiana ma un vero e proprio omaggio a colei che ha fatto la storia della musica leggera italiana. Lo scopo è quello di riportare sulle scene la sua storia, dal 1958 al 1978, cioè dal suo esordio alla sua ultima apparizione in pubblico, avvenuta in quel lontano 23 agosto 1978, quando il grande Walter Chiari, presentandola alla Bussola di Viareggio, la introdusse con queste parole: “E adesso, signore e signori, una donna vera, con la sua età vera e con i suoi sbagli veri… Mina”.

I suo sogni, desideri, sfide, critiche e canzoni sono contenuti in due ore di vero spettacolo durante le quali le emozioni salteranno tra ricordi in bianco e nero e colonne sonore di vita quotidiana.

Paolo Notari e Susanna Amicucci saranno i traghettatori di questo viaggio virtuale nella vita della grande Mina. Sul palco, infatti, saranno loro a far rivivere i primi venti anni della vita artistica di Mina, tra aneddoti, curiosità e canzoni. Due cantanti/attori e quattro musicisti per dare vita a un “teatro cantando” che per due ore diventerà il tempio della grande musica italiana. Anna Maria Mazzini in arte Mina un salto nel passato? No, sarà semplicemente un salto in ciò che resterà per sempre: il presente.

Per informazioni: biglietteria Teatro Piermarini 0737 85088. Inizio spettacolo ore 21.15.

 

 

GIOVEDÌ 10 GENNAIO A URBANIA

AL VIA TEATRI D’AUTORE CON IL PRIMO MIRACOLO DI GESÙ

 

 

Si alzano i sipari di Teatri d’Autore, la Stagione di Prosa nei Teatri Storici della provincia di Pesaro e Urbino, organizzata da AMAT, con il sostegno della Regione Marche e dei Comuni della Rete, con il bravissimo Matthias MartelliGiovedì 10 gennaio alle ore 21.15 sul palcoscenico del Teatro Bramante di Urbania arriva l’ironia dissacrante e pirotecnica de Il primo miracolo di Gesù bambino, notissima giullarata tratta da Mistero Buffo di Dario Fo, per la regia di Eugenio Allegri.

Una esilarante storia, che ha costituito il modello per il grande teatro di narrazione degli ultimi vent’anni, nella quale Eugenio Allegri dirige Matthias Martelli con mestiere e sapienza. Facendo leva sulle talentuose prerogative attoriali di Matthias Martelli, ha scelto di rimanere fedele all’interpretazione di Dario Fo e alla tradizione giullaresca da lui riscoperta, mantenendo il risultato differente e distinto.Dopo il permesso concesso dal maestro Fo, è partito il percorso che ha portato alla prestigiosa coproduzione dello spettacolo “Mistero Buffo” da parte del Teatro Stabile di Torino e Teatro della Caduta. Matthias Martelli mette in scena, da par suo, i prodigi del piccolo Gesù, che i compagni di gioco chiamano con una punta di razzismo «Palestina». Il primo miracolo racconta infatti l’emigrazione della sacra famiglia da Betlemme a seguito delle stragi degli innocenti di Erode, e di come il piccolo Gesù riesca a farsi accettare dai bambini di un’altra città inventando il miracolo degli uccellini fatti con la creta. Una giullarata esilarante sui temi attualissimi dell’emigrazione, del lavoro e dell’integrazione costruita sull’inimitabile paradosso comico e grottesco del teatro di Fo, che alla fine lascia le menti in ebollizione, la gioia nel cuore e il sorriso sulle labbra. La tradizione dei giullari, impregnata di comicità e satira e di una gestualità grottesca ed irriverente che smaschera, di volta in volta, le mille bugie del potere, ha attraversato i secoli ed è giunta fino a noi, ricevendo la sua consacrazione definitiva con l’assegnazione del Nobel per la Letteratura a Dario Fo perché, nella tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere per restituire dignità agli oppressi”.

alle ore 18.30, presso la Sala Volponi di UrbaniaMatthias Martelli  incontra il pubblico interessato per il progetto di formazione teatrale Scuola di platea. L’ingresso all’incontro è gratuito.

 

Matthias Martelli è un giovane attore dal curriculum prestigioso che nei suoi spettacoli recupera tutti gli elementi tipici della satira e della tradizione giullaresca del teatro popolare, reinterpretandoli in chiave moderna. Il pubblico e le giurie gli hanno riconosciuto molti e prestigiosi premi. Nel 2014 il Premio Alberto Sordi e il Premio Uanmansciò – FNAS e nel 2015 il Premio Locomix – San Marino. Il suo spettacolo comico-satirico “Il Mercante di Monologhi, ispirato alla lezione dei giullari e della commedia dell’arte, effettua in tre anni oltre 230 repliche in festival e teatri di tutta Italia.

 

Informazioni e biglietti: 0721 3592515, 366 6305500 www.amatmarche.net reteteatripu@amat.marche.it

 

 

 

CIVITANOVA DANZA TUTTO L’ANNO, VENERDÌ 11 GENNAIO

CLASSICAL RUSSIAN BALLET DANZA IL LAGO DEI CIGNI

L’appuntamento per l’inizio del nuovo anno con Civitanova Danza tutto, tutto l’anno – rassegna promossa dal Comune di Civitanova Marche, dall’Azienda Teatri di Civitanova e dall’AMAT – è al Teatro Rossini venerdì 11 gennaio con una magica interpretazione de Il lago dei cigni, il più acclamato tra i capolavori di ?ajkovskij su coreografia di Lev Ivanov e Marius Petipa che ha sempre riscosso enorme successo popolare. A presentarlo è il Classical Russian Ballet fondato a Mosca nel 2004 da Hassan Usmanov, direttore artistico della compagnia e principale ballerino, e riconosciuto in tutto il mondo come una delle compagnie di balletto russo di maggior prestigio. Il corpo di ballo è composto da ballerini diplomati all’Accademia di danza del Bolshoi, all’Accademia di Vaganova e in altre rinomate scuole di danza della Russia. La compagnia si è esibita con successo in Russia e all’estero e il suo repertorio comprende capolavori classici come Swan LakeThe Sleeping BeautyThe NutcrackerGiselleCenerentolaDon Chisciotte e altri balletti.

 

Il lago dei cigni è l’opera più celebre nella storia del balletto, il balletto classico per eccellenza. Il libretto di Vladimir Petrovic Begicev è ispirato all’antica fiaba tedesca Il velo rubato basata sull’amore tra un principe e una creatura fatata, una vergine-cigno. Fu la prima composizione di ?ajkovskij per il Balletto dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, ma la sua realizzazione coreografica definitiva è successiva sia a La bella addormentata (1890) sia a Lo schiaccianoci (1892), le altre due grandi opere del trittico composto per i Balletti. Nonostante la prima rappresentazione de Il lago dei cigni del 1877 al Teatro Bolshoi fu un insuccesso, la versione definitiva è del 1895 con la coreografia congiunta di Marius Petipa (I e III atto) e del suo allievo Lev Ivanov (II e IV atto, detti ‘atti bianchi’). Il direttore di orchestra di questo secondo debutto al Mariinsky fu Riccardo Drigo che vi aggiunse una propria composizione, il gran pas de deux ed effettuò delle trasposizioni significative. L’étoile di quello spettacolo fu la ballerina milanese Pierina Legnani che introdusse nel ruolo del Cigno Nero i 32 fouettées.

Il lago dei cigni è un prodotto tipico della scuola ballettistica francese, in cui si intrecciano pantomima, i divertissement delle danze folkloristiche del terzo atto, le sfumature malinconiche di Ivanov e l’atmosfera lunare che accompagna l’arrivo di Odette, il doppio ruolo Odette/Odile, cigno bianco e cigno nero, antitesi tra bene e male, tra amor sacro e amor profano, tra luce e tenebra. Questa unione unica di elementi ha permesso che il fascino e la fama del balletto resistano ancora oggi, rendendo questo titolo uno dei più interessanti per gli appassionati del balletto in quanto appaga l’innato bisogno di romanticismo del pubblico.

Informazioni e biglietti 0733 812936. Inizio spettacolo ore 21.15.

 

PESARO, TEATRO ROSSINI DA GIOVEDÌ 10 GENNAIO

ALESSANDRO PREZIOSI IN VINCENT VAN GOGH

 

Da giovedì 10 a domenica 13 gennaio prosegue al Teatro Rossini di Pesaro la stagione di prosa promossa dal Comune di Pesaro e dall’AMAT. In scena Vincent Van Gogh con Alessandro Preziosi nel ruolo del protagonista, diretto da Alessandro Maggi che giunge a Pesaro dopo la data dell’8 gennaio al Teatro Feronia di San Severino Marche (ore 20.45). Con lo spettacolo prosegue anche Oltre la scena, ciclo di incontri curati dall’AMAT con le compagnie protagoniste al Teatro Rossini, preziosi momenti di approfondimento per il pubblico. L’incontro con la compagnia diVincent Van Gogh si svolge sabato 12 gennaio alle ore 18 presso la Sala della Repubblica del Teatro Rossini (ingresso gratuito).

La pièce – da un testo di Stefano Massini vincitore del Premio Tondelli Riccione Teatro 2005 – è una sorta di thriller psicologico attorno al tema della creatività artistica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Il testo di Stefano Massini è vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”.

Le austere pareti di una stanza del manicomio di Saint Paul. Come può vivere un grande pittore in un luogo dove non c’è altro colore che il bianco? È il 1889 e l’unico desiderio di Vincent è uscire da quelle mura, la sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a trovare. Attraverso l’imprevedibile metafora del temporaneo isolamento di Vincent Van Gogh in manicomio, lo spettacolo di Khora.teatro in coproduzione con il Teatro Stabile d’Abruzzo, è una sorta di thriller psicologico attorno al tema della creatività artistica che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Il testo vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva” (dalla motivazione della Giuria) firmato da Stefano Massini con la sua drammaturgia asciutta ma ricca di spunti poetici, offre considerevoli opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea.

“Sospensione, labilità, confine. Sono questi i luoghi, accidentati e mobili, suggeriti dalla traiettoria, indotti dallo scavo. Soggetti interni di difficile identificazione – scrive Alessandro Maggi nelle note di regia -, collocati nel complesso meccanismo dell’organicità della mente umana. Offerti e denudati dalla puntuale dinamicità e dalla concretezza del testo, aprono strade a potenziali orizzonti di ricerca. La scrittura di Massini, limpida, squisitamente intrinseca e tagliente, nella sua galoppante tensione narrativa, offre evidentemente la possibilità di questa indagine. Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van Gogh – internato nel manicomio di Saint Paul de Manson – e suo fratello Theo, propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso. Lo spettacolo è aperto contrappunto all’incalzante partita dialogica. Sottinteso. Latente. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale incarnata da Alessandro Preziosi, si lascia vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci appare. Nella devastante neutralità di un vuoto. E dunque, è nel dato di fatto che si rivela e si indaga la sua disperazione. Il suo ragionato tentativo di sfuggire all’immutabilità del tempo, all’assenza di colore alla quale è costretto, a quell’irrimediabile strepito perenne di cui è vittima cosciente, all’interno come all’esterno del granitico “castello bianco” e soprattutto al costante dubbio sull’esatta collocazione e consistenza della realtà. La tangente che segue la messinscena resta dunque sospesa tra il senso del reale e il suo esatto opposto”.

Accanto ad Alessandro Preziosi ci sono gli attori Francesco BiscioneMassimo NicoliniRoberto ManziAlessio Genchi e Vincenzo Zampa. Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, il disegno luci di Valerio Tiberi Andrea Burgaretta, le musiche di Giacomo Vezzani, la supervisione artistica di Alessandro Preziosi. La produzione è realizzata in collaborazione conFestival dei due mondi – Spoleto.

Info: biglietteria del teatro tel. 0721 387621. Inizio spettacoli da giovedì a sabato ore 21, domenica ore 17.

JESI, TEATRO PERGOLESI GIOVEDÌ 10 GENNAIO

VERONICA PIVETTI IN VIKTOR UND VIKTORIA

 

Giovedì 10 gennaio primo appuntamento del 2019 per la stagione del Teatro Pergolesi di Jesi nata dalla rinnovata collaborazione tra Fondazione Pergolesi SpontiniComune di Jesi e AMATVeronica Pivettidiretta da Emanuele Gamba si cimenta in Viktor und Viktoriacommedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film di Reinhold Schunzel nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale.

Il mondo dello spettacolo non è sempre scintillante e quando la crisi colpisce anche gli artisti devono aguzzare l’ingegno. Ecco allora che Viktoria, talentuosa cantante disoccupata, si finge Viktor e conquista le platee, ma il suo fascino androgino scatenerà presto curiosità e sospetti. Tra battute di spirito e divertenti equivoci si legge nello spettacolo la critica a una società bigotta e superficiale sempre pronta a giudicare dalle apparenze. La Berlino degli Anni Trenta fa da sfondo a una vicenda che, con leggerezza, arriva in profondità. Veronica Pivetti si cimenta nell’insolito doppio ruolo di Viktor/Viktoria, nato sul grande schermo e per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale, raccontando una storia piena di qui pro quo, cambi di sesso, scambi di persona e ricca di intrecci sentimentali senza esclusione di colpi.

In una Berlino stordita prima dai fasti e poi dalla miseria della repubblica di Weimar un’attrice di provincia, Susanne Weber (Veronica Pivetti), approda in città spinta dalla fame e in cerca di scrittura. Il freddo le ha congelato le membra, e anche il cuore non è rimasto illeso. L’incontro con un collega attore, Vito Esposito (Yari Gugliucci) immigrato italiano, sembra cambiarle la vita. E mentre la città subisce gli umori delle nascenti forze nazionalsocialiste di Hitler in lotta con gli spartachisti dell’estrema sinistra, Susanne e Vito s’immergono negli eccessi della vita notturna weimeriana. La coppia condivide fame, scene e battute e, alla fine, si scambierà anche… sesso e identità! Ed è per proprio per l’affamata ditta che Susanne si sacrifica e diventa Viktor und Viktoria, cioè un acclamato e affascinante en travesti, anche grazie all’aggiunta di un colorato, buffo e stravagante fallo di cotone che diventa l’emblema del loro piccolo grande segreto. Viktor und Viktoria viene acclamato in tutti i teatri d’Europa. Una brillante compagnia capitanata dalla caustica Baronessa Ellinor Von Punkertin (Pia Engleberth) in cui spiccano Lilli Shultz (Roberta Cartocci), buffa e biondissima ballerina di fila di cui Vito è innamorato e un attrezzista dai modi bruschi e obliqui, Gerhardt (Nicola Sorrenti) miete successi ovunque. Ma, tornati a casa per l’ultima recita, un incontro fatale con il fascinoso conte Frederich Von Stein (Giorgio Borghetti) sfiorerà il cuore gelato di Susanne. Purtroppo, anche il conte ha un segreto e la liaison si complica. E, mentre a Berlino la situazione politica degenera precipitosamente, la nostra protagonista sarà costretta a fare le sue scelte: sentimentali e di vita. Non tradire mai Vito, l’amico inseparabile, né il conte, ormai padrone del suo cuore. Riuscirà Susanne/Viktor ad abbandonarsi fra le braccia del suo inaspettato amore senza che la scelta le risulti fatale?

La versione originale della commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film di Reinhold Schunzel è di Giovanna Gra. Completano il cast dello spettacolo Giorgio Borghetti, Yari GugliucciPia EngleberthRoberta CartocciNicola Sorrenti. Le scene sono di Alessandro Chiti, i costumi di Valter Azzini, le luci di Alessandro Verazzi, musiche originali e arrangiamenti di Maurizio Abeni. Lo spettacolo è prodotto da a.ArtistiAssociati e Pigra srl.

In occasione dello spettacolo inoltre l’agenzia di comunicazione KRYES di Ancona, specializzata nel settore agroalimentare e beverage, in collaborazione con il Consorzio dei Vini Piceni offrirà al pubblico nel foyer del teatro un calice di Passerina Spumante Brut.

Per la realizzazione della stagione del Teatro Pergolesi si ringrazia Ubi Banca e tutti i Mecenati 2018 per il contributo erogato tramite Art Bonus. Info: biglietteria Teatro Pergolesi 0731 206888. Inizio spettacolo ore 21.

 

 

FERMO, TEATRO DELL’AQUILA SABATO 12 E DOMENICA 13 GENNAIO

ORNELLA MUTI IN LA GOVERNANTE

 

Sabato 12 e domenica 13 gennaio torna ad aprirsi il sipario sulla stagione di prosa del Teatro dell’Aquila di Fermo promossa dal Comune con l’AMAT. Icona del cinema italiano e non solo, Ornella Muti porta in scena con Enrico Guarnieri La governante nell’allestimento diretto da Guglielmo Ferro.

La vicenda de La governante, è quella di Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania, famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d’integrità. Vive perciò segretamente la propria omosessualità, una “colpa” cui si aggiunge quella di aver attribuito alla cameriera le proprie tendenze, causandone il licenziamento. Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud: un peccato che la governante deciderà di espiare con il suicidio.

Questa commedia fu scritta nel 1952 e subito censurata. La scusa era quella del tema, allora molto scottante, dell’omosessualità, anche se Vitaliano Brancati sosteneva che la sostanza della vicenda fosse più la calunnia che l’amore fra le due donne. Sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i principi della Sicilia baronale e contro la censura stessa.

Vitaliano Brancati morì nel 1954. La governante è andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Per poterla presentare in Italia, la moglie di Vitaliano Brancati ha dovuto aspettare l’abolizione della censura. Il debutto italiano è avvenuto il 22 gennaio 1965, protagonista la stessa moglie, Anna Proclemer, e un grande Gianrico Tedeschi nel ruolo di Platania. La regia era di Giuseppe Patroni Griffi, già noto drammaturgo, alla sua prima prova come regista.

Completano il cast dello spettacolo – prodotto da Corte Arcana e L’isola Trovata – Caterina MilicchioTulio GiordanoNaike Rivelli Rosario Minardi.

Per informazioni: biglietteria del teatro 0734 284295. Inizio spettacolo: sabato ore 21, domenica ore 17.

 

CIVITANOVA MARCHE, TEATRO ROSSINI GIOVEDÌ 10 GENNAIO

GIUSEPPE PAMBIERI, PAOLA QUATTRINI, COCHI PONZONI ED ERICA BLANC IN QUARTET

 

Giovedì 10 gennaio si torna al Teatro Rossini con la stagione dei Teatri di Civitanova promossa con il Comune di Civitanova Marche e l’AMAT.

In scena Quartet, una commedia di Ronald Harwood ambientata in Italia, culla del bel canto, con protagonisti quattro grandi interpreti d’opera interpretati da Giuseppe PambieriPaola QuattriniCochi Ponzoni ed Erica Blanc diretti dalla regia di Patrick Rossi Gastaldi.

Famosi, energici, irascibili e, insieme, divertenti, vivono ospiti in una casa di riposo. Cosa accade quando a queste vecchie glorie viene offerto di rappresentare per un gala il loro cavallo di battaglia, il noto quartetto delRigoletto di Verdi Bella figlia dell’amor? Tra rivelazioni, confessioni, invenzioni e il classico coup de théâtre, i quattro troveranno il modo non solo di tornare alle scene, ma di far ascoltare le loro voci, riscoprendosi giovani e gloriosi come un tempo. Un gioco teatrale e drammaturgico capace di far ridere, riflettere e commuovere.

Dalla commedia di Harwood è stato tratto nel 2012 un film di grande successo, dallo stesso titolo, diretto da Dustin Hoffman, al suo esordio nella regia. Tra gli interpreti, c’erano grandissimi interpreti del cinema e del teatro britannico come Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connolly, Michael Gordon e Pauline Collins. L’autore di Quartet, Ronald Harwood, 84 anni, è uno sceneggiatore, scrittore e commediografo di lingua inglese. Originario del Sud Africa, è noto soprattutto per le commedie destinate ai palcoscenici britannici e per aver sceneggiato film di fama internazionale come Il servo di scena, tratto da una commedia del premio Nobel Harrold Pinter, per il quale fu candidato all’Oscar, e Il pianista, diretto da Roman Polanski, per cui vinse il premio Oscar nel 2003.

Le scene dello spettacolo – prodotto da Bis Tremila Compagnia Moliere in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi – sono di Fabiana Di Marco, i costumi di Teresa Acone, il disegno luci di Mirko Oteri.

Per informazioni: biglietteria del teatro 0733 812936. Inizio spettacolo ore 21.15.

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