dalla Regione Marche

dalla Regione Marche

2019-01-07

La vicepresidente Anna Casini confermata rappresentante regionale nella Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema portuale

La Conferenza delle Regioni ha confermato la designazione della vicepresidente Anna Casini nella Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema portuale. La nomina è avvenuta nei giorni scorsi, a Roma. Come rappresentanti regionali sono stati convalidati Casini e Luca Cascone, presidente della IV Commissione consiliare della Regione Campania. L’assessore della Regione Veneto Elisa De Berti subentra invece all’ex assessore regionale della Liguria Edoardo Rixi, ora viceministro delle Infrastrutture e Trasporti nel Governo Conte. “Ringrazio la Conferenza delle Regioni per aver ribadito la presenza delle Marche in questo importante contesto – ha dichiarato Anna Casini – Saremo i rappresentanti dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale (che comprende i porti delle Marche e dell’Abruzzo), ma continueremo a lavorare per valorizzare il sistema portuale nazionale, puntando sulla cooperazione e non sulla competizione tra territori e scali marittimi”. La Conferenza nazionale promuove i grandi investimenti infrastrutturali, pianifica l’urbanistica portuale, le strategie delle concessioni demaniali e di promozione internazionale dei sistemi portuali. Verifica anche i piani di sviluppo portuale attraverso le collaborazioni con le quindici Autorità di sistema portuale esistenti.

L’Assessore alla Caccia, Moreno Pieroni interviene sul problema dei danni causati dai cinghiali, dopo l’ennesimo grave incidente stradale

“ Alla luce dei gravi fatti di cronaca nazionale degli ultimi giorni a causa di incidenti provocati dai cinghiali, non posso non sottolineare quanto le misure adottate dalla Regione vadano nella direzione di prevenire simili episodi. Stiamo vivendo una situazione al limite del paradosso: da una parte una tendenza all’aumento dei danni provocati dai cinghiali e dall’altro un possibile stallo del contenimento di questa specie e della riduzione dei danni. C’è un dato che dovrebbe fugare ogni dubbio sull’utilità delle misure adottate dalla Regione in materia di controllo degli ungulati e in particolare della caccia di selezione: oltre ai danni in agricoltura ( per una media di 600-700 mila euro all’anno), l’aumento delle richieste di indennizzo dovute per incidenti nella circolazione stradale a causa della fauna selvatica  che per il 2017-2018 ammontano a 400 mila euro a cui si aggiungono i risarcimenti previsti da sentenze per altri 440 mila euro. Somme importanti che paga tutta la comunità e che potevano essere destinate per altri interventi, somme che abbiamo cercato di contenere attraverso un prelievo costante della fauna selvatica nelle zone stabilite, prevedendo un calendario che copre 11 mesi all’anno e con altri interventi per la cattura. Bene, se non si comprende che, a fronte dell’espansione di questa specie a livello europeo, qualsiasi tipologia di blocco andrà a minare gli equilibri così difficilmente raggiungibili e ogni sforzo sarà vano, non avremo più sostenibilità ambientale ma solo maggiori oneri per tutti i cittadini, indipendentemente dalle categorie.  Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che va affrontata con razionalità e buon senso e non a colpi di polemiche politiche, un buon senso anche di qualche associazione ambientalista che finalmente, dopo l’ennesimo grave incidente, propone ora un Piano straordinario per la gestione del cinghiale a livello nazionale e una normativa  sulla gestione della fauna selvatica. Segno che si tratta di un problema reale e grave che riguarda non solo i cacciatori o gli ambientalisti ma tutta la comunità e che la Regione Marche ha affrontato con responsabilità e consapevolezza adottando tutte le azioni idonee – dalla caccia a squadra che è quella più incisiva , fino a quella di selezione, agli incentivi per i recinti, trappole e altre attrezzature – a contenere i danni.”

 

 

Sciapichetti: Finanziaria, “Rischio paralisi pratiche ricostruzione per il blocco dei rinnovi di contratti di lavoro del personale dell’Usr”

“Per mesi abbiamo chiesto il rinnovo dei contratti, è stato tutto demandato alla Finanziaria che ci aspettavamo fosse prima di Natale quando invece l’approvazione è arrivata il 30 dicembre. Tutto ciò ha reso impossibile la prosecuzione automatica delle convezioni e dei rapporti di lavoro in essere, comportando conseguentemente l’assenza al lavoro di 113 dipendenti (5 di questi rinunciatari pubblici) negli Uffici speciali per la ricostruzione. Pertanto chiunque da domattina dovesse rivolgersi a questo servizio troverà soltanto 75 addetti (su 188 in totale attivi fino al 31 dicembre).

Invitalia e  Fintecna non hanno quindi potuto rinnovare i 63 contratti di lavoro del personale a termine, in tempo utile per la ripresa dell’ufficio il 7 gennaio, ma confidiamo comunque in una rapida stipula dei contratti. A questi si aggiungono 4 contratti della Agenzia per la coesione territoriale.

La Regione Marche non ha potuto stipulare 41 contratti di rinnovo per la somministrazione di lavoro a tempo determinato scaduti il 31 dicembre  ma  gli uffici competenti sono impegnati per il riavvio: questo perché la Regione ha stipulato una gara europea per l’ affidamento del servizio prevedendo una opzione di rinnovo a ricorrere dal 14 gennaio. Ci dispiace che il governo non ci abbia ascoltati quando abbiamo chiesto la proroga dei contratti usr a settembre. Ci auguriamo che tale personale, qualificato e da tempo formato per l’attività in questione, possa tornare immediatamente al lavoro per garantire il servizio a tutti i cittadini interessati ” dichiara l’assessore regionale alla Protezione Civile, Angelo Sciapichetti.

Un ponte per unire due regioni

 

 

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