Giancarla Perotti Barra, “Giuseppe lo sposo di Maria”

Giancarla Perotti Barra, “Giuseppe lo sposo di Maria”

Giuseppe lo sposo di Maria nei Vangeli apocrifi.

L’idea iniziale del saggio Giuseppe lo sposo di Maria. Nelle Scritture canoniche, negli apocrifi e nei Padri della Chiesa (con la prefazione del biblista padre Innocenzo Gargano) è stata quella di rispondere ad alcune domande riguardo Giuseppe, su alcune tematiche: la sua paternità, i suoi dubbi sul concepimento di Maria e come interpretare la sua missione di custode del Redentore. Ma anche altre curiosità si sono affacciate alla mente, come quella di avere un quadro completo di come i vangeli apocrifi presentano la persona di Giuseppe, come viene considerato nella comunità islamica e ancora se la venerazione nei suoi confronti può essere ritenuta universale. Se così risultasse la sua figura sarebbe fondamentale per il dialogo interreligioso contribuendo favorevolmente alla redenzione di tutti gli uomini.

Il testo presenta Giuseppe, lo sposo di Maria, come la persona che ci porta direttamente alle fonti della salvezza. Maria e Giuseppe sono stati attenti ai segni di Dio, hanno ascoltato l’ispirazione dell’anima perché la Parola di Dio veniva da loro letta, ascoltata, meditata e vissuta. I due sposi intraprendono la via giusta, quella di seguire la volontà del Padre e a Lui offrono tutto, certi che non saranno abbandonati. Questo è l’insegnamento universale che ne proviene: fare le proprie scelte di vita interrogandosi sul progetto che Dio ha su di noi e non inseguire i nostri desideri o ambizioni, grande rischio che molti battezzati purtroppo corrono. Dopo la scoperta che egli ha fatto riguardo il concepimento di Maria si preoccupa di applicare la Legge in modo giusto e con amore perché non vuole esporre Maria pubblicamente all’ignominia. Egli è stato tormentato anche dai dubbi, che hanno disturbato la sua memoria, la sua intelligenza e i suoi sentimenti. Ma anche di fronte all’atroce combattimento interiore non si sconvolge, anzi la sua fede diventa certa perché contemplando le Scritture Giuseppe riceve la forza sufficiente per superare la paura e comprendere il disegno divino.

Al solo nominare i vangeli apocrifi si genera scompiglio, preoccupazione e sospetto, in realtà gli apocrifi, sono conosciuti solo da una cerchia ristretta di specialisti. È indispensabile, quindi, gettare un po’ di luce affinché ogni persona, almeno in linea di principio, ne sappia qualcosa di più soprattutto per rendere ragione della fede che si professa e per impugnare argomenti solidi e chiari da utilizzare con assoluta consapevolezza.

Una considerazione da fare è che il termine “apocrifo”, non vuol dire ipso facto eretico, né conferisce ad un testo caratterizzazione di “nascosto” quindi non implica direttamente la sua condanna. Al contrario si tratta di recuperare il termine con un approccio positivo, non pregiudizievole valutando la realtà con cognizione di causa.

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