Erbario Orsini di Ascoli: intervista al prof. Poli

Erbario Orsini di Ascoli: intervista al prof. Poli

Un tesoro di Ascoli Piceno a rischio”, avverte il Prof. Poli

Nonostante la coscienza storica e ambientalista di conservazione dei beni del nostro Pianeta sia in continua crescita a livello sociale e mediatico, tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare. Ad Ascoli Piceno di storia ce ne è tanta, ma presso il Museo Orsini situato presso l’ex Cartiera Papale c’è un tesoro che urge di essere salvato, per la comprensione e lo studio della biodiversità e del territorio. L’erbario dell’Orsini, ivi conservato, raccoglie informazioni antiche circa 200 anni, preziose e introvabili. Una volta perdute, lo saranno per sempre. Antonio Orsini era uno scienziato di origini ascolane, il cui valore a livello europeo contribuì alla nascita delle Scienze Naturali stesse. E la storia dell’erudito Orsini ha affascinato il Professor Alessandro Poli, della Università di Bologna, al punto di fare ricerche, studiare l’erbario e lanciare un appello per salvarlo, insieme ad un progetto che richiederebbe anche un minimo investimento: lo stato di conservazione è in serio pericolo. Parliamone con il Prof. Poli, che il 28 gennaio alle 16.00 sarà alla Rinascita di Ascoli a presentare il suo nuovo libro di fisiologia degli animali marini.

Prof. Poli, ci spieghi la importanza dell’Erbario Orsini da un punto di vista botanico, storico e non solo

Tra i tanti reperti conservati nel Museo Orsini presso la Cartiera Papale di Ascoli Piceno emerge un corposo erbario con specie raccolte dal Naturalista ascolano prevalentemente nell’Appennino Umbro-Marchigiano-Abruzzese nel 1800. Il valore di questo erbario è di grande attualità perché contiene in se informazioni sulle condizioni ambientali specifiche e sulla biodiversità del territorio e come essa si è modificata nel tempo.

Quale intervento è necessario per preservare i reperti, e con quale urgenza?

Per evitare di perdere le informazioni intrinseche contenute nel reperto bisognerebbe realizzare la sua “digitalizzazione” e cioè la riproduzione dei diversi campioni e la registrazione di tutte le informazione a loro associate (genere, specie, luogo e data di raccolta). Tutte le informazioni potranno essere così condivise, analizzate e confrontate con le organizzazioni internazionali quali Catalogue of Life, CBOL (Consortium for the Barcode of Life, BioCASE (Biological Collection Access Service), TDWG (Taxonimic Databases Working Group).

Un simile erbario, propriamente archiviato e catalogato, si trova altrove o sarebbe effettivamente unico in un contesto regionale o nazionale?

Negli ultimi decenni i musei di tutto il mondo si stanno adoperando con sempre maggior impegno alla digitalizzazione dei “tesori” contenuti negli erbari. Il grande valore, inteso come proprietà intrinseca, delle collezioni naturalistiche presenti e passate, è ampiamente riconosciuto, in particolar modo alla luce della recente attenzione posta ai sempre più pressanti problemi ambientali. Come tanti altri, l’erbario Orsini può fornire indicazioni sulla biodiversità del territorio e come essa si è modificata nel tempo.

L’Erbario Orsini, attualmente collocato nella ex Cartiera di Ascoli, avrebbe una miglior sede dove essere ubicato?

Oltre alla digitalizzazione, che ritengo urgente, l’erbario (che è attualmente è in condizioni precarie) andrebbe conservato in condizioni ambientali controllate (temperatura,umidità, ecc.) e costanti per evitare il suo sbriciolamento.

Ci parli delle materie che ha sempre insegnato. Da come ne parla , vi si legge una profonda passione.

Sono un Fisiologo che si è occupato della funzione di vari organi ma in particolare del sistema nervoso dell’uomo e di altri animali. Nel corso dell’evoluzione gli animali si sono insediati in ambienti diversi (dai Poli all’Equatore) dove sopravvivono e si riproducono garantendo la conservazione della specie, grazie a particolari adattamenti. Lo studio di questi adattamenti mi ha sempre affascinato e, oltre alla ricerca, ho dedicato e continuo a dedicare molto tempo alla didattica per comunicare agli studenti questa passione.

Alessandro Poli si è laureato in Scienze Biologiche presso l’Università di Bologna. Nel 1979 ha trascorso un anno presso il Department of Tissue Culture del Norsk Hydro’s Institute for Cancer Research di Oslo (Norvegia) dove ha collaborato a ricerche riguardanti il controllo della sintesi proteica in cellule epatiche normali ed epatomi in coltura. Dal 1987 come, Professore Associato, è stato titolare dei corsi di Fisiologia Generale, Fisiologia degli Animali Marini, Ecofiologia Animale, Fisiologia Animale e Fisiologia degli Adattamenti Animali presso la Facoltà di Scienze M.F.N dell’Università degli Studi di Bologna. Attualmente è Professore a Contratto presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali (BIGEA) dell’Università degli Studi di Bologna, dove insegna Ecofisiologia Animale per la laurea magistrale in Biodiversità ed Evoluzione e Scienze e Gestione della Natura (Scienze Naturali). Fatta eccezione per il periodo dedicato alle ricerche sul metabolismo epatico, l’attività scientifica è stata rivolta verso le problematiche legate alla funzione cerebrale e in particolare dei meccanismi coinvolti nella morte neuronale causata da carenza di ossigeno in diversi animali, caratterizzando i fattori coinvolti e le risposte di difesa dell’organismo. Ha pubblicato circa 70 articoli in riviste internazionali. Dal 1990 è membro della American Neuroscience Society e del Purine Club.

Autore di La Fisiologia degli animali (Zanichelli, 2006), Fisiologia degli animali marini (EDISES, I° Ed. 2012, II° Ed.2018) e Fisiologia animale (EDISES, I° Ed. 2014, II° Ed. 2018).

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