Un linguaggio comune nello sport agonistico sia di quello rivolto ad atleti normodotati sia di quello rivolto agli atleti disabili

Un linguaggio comune nello sport agonistico sia di quello rivolto ad atleti normodotati sia di quello rivolto agli atleti disabili

IL TEMA AL CENTRO DELL’INCONTRO PROMOSSO DALL’ISTITUTO DI RICERCA IAPNOR E DAL LICEO SCIENTIFICO “ROSETTI” DI SAN BENEDETTO, IN COLLABORAZIONE CON LA REGIONE

 

Lo sport agonistico e la centralità dell’individuo: l’importanza di un linguaggio comune

 

Urbinati: «Mai come in questi anni la Regione Marche ha avuto attenzione negli investimenti per lo sport, in tutte le sue sfaccettature» 

 

San Benedetto del Tronto, 28 APRILE 2019 – Un linguaggio comune nello sport agonistico sia di quello rivolto ad atleti normodotati sia di quello rivolto agli atleti disabili, che abbia come punto di partenza l’individuo. Questo il tema al centro dell’incontro tenutosi ieri (27 aprile) a San Benedetto del Tronto nell’aula magna del liceo scientifico statale “B. Rosetti”. A partecipare Stefania Marini, dirigente scolastico dell’Istituto superiore; Fabio Urbinati, capogruppo in Consiglio regionale; l’assessore alle Pari opportunità del Comune di San Benedetto del Tronto, Antonella Baiocchi; Riccardo Vernole, coordinatore tecnico della nazionale italiana di nuovo paralimpico e Vittorio Serafini, coordinatore del gruppo di ricerca agonisti dell’International Academy of Posture and Neuromyofascial Occlusion Research (I.A.P.N.O.R), che ha sede a San Benedetto. Presenti anche diversi atleti della Federazione italiana nuoto e della Federazione italiana nuoto paralimpico.
Il lavoro e l’impegno che c’è dietro ad un successo sportivo, l’importanza di una preparazione e di strutture adeguate per raggiungere risultati di rilievo, i valori insiti nello sport, al di là della performance: dall’integrazione alla socializzazione all’aggregazione. Questi i temi sui quali si è discusso durante la mattinata di ieri. Temi rispetto ai quali non ci sono differenze tra atleti normodotati ed atleti disabili. «Proprio come non c’è distinzione nell’attenzione che ha messo la Regione Marche per gli investimenti nel settore dello sport – ha sottolineato il capogruppo Urbinati –. Nell’ultimo triennio sono state ingente le risorse regionali stanziate per la riqualificazione e per l’adeguamento degli impianti sportivi del territorio, tra cui finanziamenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Parliamo di un settore nel quale non si investiva da decenni. Notevoli anche le risorse – ha continuato Urbinati – per gli interventi di promozione sportiva con un occhio particolare al sociale: dalle scuole alle carceri agli anziani. Per la Regione Marche lo sport è uno dei valori fondamentali del territorio. Lo sport paralimpico – ha aggiunto ancora Urbinati – ci sta regalando in quest’ultimo periodo grandi soddisfazioni con più di 25 società iscritte al Comitato italiano paralimpico (Cip). E come non ricordare l’oro nel getto del peso alle Paralimpiadi di Rio del 2016 di Assunta Legnate; Giorgio Farroni, che si è piazzato quinto nel ciclismo su strada alle Paralimpiadi e Ruud Koutiki, il più giovane atleta marchigiano ai Giochi paralimpici di Rio, settimo alla finale dei 100 metri. E ancora la squadra marchigiana di basket in carrozzina serie A, il Santo Stefano, che per la prima volta nella storia delle Marche disputerà la finale per lo scudetto».
La dirigente del liceo, Marini, ha commentato la mattinata di confronto: «È motivo di orgoglio per me e per tutta la scuola aver ospitato ed aver preso parte all’iniziativa. La diffusione di una cultura sportiva che veda l’attività fisica e motoria come parte integrante di un modello educativo e di istruzione è fondamentale per una crescita psico-fisica sana dei nostri giovani, che facendo sport apprendono non solo stili di vita corretti, ma migliorano anche la loro capacità di integrazione, eliminando le discriminazioni».
Serafini dello Iapnor ha sostenuto l’importanza da un punto di vista medico e clinico di una costante e corretta attività fisica tanto nelle persone normodotate quanto nei disabili.

 

 

 

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