Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 11:46 di Mar 23 Apr 2024

Wilco @ Teatro della Pergola, Firenze – 13.11.09

di | in: in Vetrina, Recensioni

WILCO (foto Pierluigi Lucadei)


di Pierluigi Lucadei

Jeff Tweedy è un personaggio uscito dalla penna di Jack London e la sua band una ciurma di artisti di sopraffino talento che ridisegnano ogni sera la classicità a stelle e strisce rivestendola di abiti rock generosamente sperimentali e sufficientemente rumorosi da accontentare i patiti dell’Americana, gli indie-dipendenti, gli amanti della frontiera, gli occhialuti avanguardisti, i ribelli dell’ultima ora e quelli con gli anta sui documenti. Personaggio incline agli umori di gradazione più bassa, eppure dotato di una carica vitale di cui le sue creazioni musicali sono limpide messaggere, Tweedy è una figura eroica, un Martin Eden innamorato, rude, madreperlaceo.
Nella cornice magica del secentesco Teatro della Pergola i Wilco tengono il palco per due ore e venti creando e ricevendo indietro un calore dal sapore antico, cercando e ottenendo una simbiosi emozionale che quasi spaventa.
Tweedy sembra appena uscito dalla nave con cui sta girando il mondo, capelli scompigliati e giubbino jeans, chitarra acustica al collo, sguardo basso, sfatto solo un po’ dal lavoro di mozzo, pronto per lasciarsi alle spalle le sfighe della vita e aggrapparsi nottetempo alla sua ancora di salvezza. Apre il concerto nel segno del «music is my saviour» di Sunken Treasure e del «move so slow» di Company In My Back ed è subito emozione pura. Il caos che precede e poi accompagna per cinque minuti il ritmo sincopato e tormentato di I Am Trying To Break Your Heart, opening track della meraviglia imperitura di “Yankee Hotel Foxtrot”, è la prima scintilla killer. La seconda è l’esecuzione impeccabile di A Shot In The Arm, che centrifuga Beatles, Byrds, Raplacements, Dinosaur Jr. e Neil Young in un crocevia di emozioni che aspira alla perfezione pop.
Le due metà, opposte e complementari, di At Least That’s What You Said sono capaci di sciogliere una calotta glaciale, l’assolo di Nels Cline in Impossible Germany è più semplicemente in grado di far venire una donna. Box Full Of Letters arriva senza fronzoli dal primo album della band e prepara il terreno al gioiello Jesus, Etc., con le prime strofe cantate dal pubblico e il suo postulato («you were right about the stars/each one is a setting sun») che si insinua non si sa come nelle vene e ci percorre bruciando ogni centimetro di massa.
Grida e applausi, brividi e il piedino che batte forte. Si fa fatica a restare con le chiappe sulle seggioline della platea. Tweedy invita tutti ad alzarsi e il rito non è più in minima parte raccolto ora, ma partecipato totalmente. Il primo bis è una versione che non si dimentica di Via Chicago, in cui Glenn Kotche inserisce il suo drumming furioso fino a trasformare una ballata senza tempo in una scossa tellurica che rischia di far venire giù i palchi e la galleria della Pergola. Per ballare c’è la festosa Heavy Metal Drummer, per gridare dietro alla donna del nostro cuore scappata via Hate It Here. Per chiudere col botto due rock’n’roll consecutivi da “Being There”: Monday e Outtaside. E’ il tripudio dell’alternative country espanso all’infinito.
Tweedy e i suoi salutano e se ne vanno sapendo di lasciarci con la voglia di starli ad ascoltare almeno altre tre ore. Noi ci chiudiamo i cappotti ma facciamo fatica ad uscire dal teatro, la strana magia di questa serata che stenta a svanire. Ci chiudiamo i cappotti e ci diciamo l’un l’altro che di questa band il rock di oggi non potrebbe fare in alcun modo a meno.


Setlist: Sunken Treasure / Company In My Back / Bull Black Nova / You Are My Face / I Am Trying To Break Your Heart / One Wing / A Shot In The Arm / Muzzle Of Bees / At Least That’s What You Said / At My Window Sad And Lonely / I’ll Flight / Impossible Germany / Country Disappeared / Handshake Drugs / Box Full Of Letters / Jesus, Etc. / Thelogians / I’m The Man Who Loves You // Via Chicago / Spiders (Kidsmoke) // Heavy Metal Drummer / Hate It Here / Walken / Monday / Outtaside (Outta Mind)









16 Novembre 2009 alle 21:54 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

Ricerca personalizzata