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Nick Cave “La morte di Bunny Munro”

di | in: Primo Piano, Recensioni


“Un attimo dopo River se ne va chiudendosi la porta alle spalle e Bunny si finge addormentato sul divano, ma la sua mente è sveglia e ricettiva. Pensa, per esempio, che dovrebbe alzarsi e mettersi un paio di pantaloni o qualcosa prima che suo figlio si svegli. Si chiede anche cosa voglia sua moglie da lui e spera di non essere oggetto di altre apparizioni e visitazioni soprannaturali. Si chiede, rabbrividendo, se il distacco provato mentre scopava River sia una condizione permanente e considera per un attimo l’idea che la sua carriera di minchiadura di prima classe sia inesorabilmente finita. Forse il suicidio di Libby gli ha gettato una specie di malocchio. Forse l’ha maledetto. Può darsi, certo. Se ne sentono un sacco di storie di gente che viene messa fuori gioco da eventi apparentemente innocui e sconnessi. Non molto tempo fa, Poodle gli ha raccontato di un vitellone di Portslade che è diventato una schiappa dopo aver visto un concerto di Celine Dion. Non gli si rizza più. L’uomo ha confidato a Poodle che è come cercare di infilare un canarino morto dentro la fessura di un bancomat. Alla fine ha appeso la carriera al chiodo e si è messo a fare l’architetto di giardini a Walberswick. Che cosa terribile.”


Poi dicono di non fidarsi dei cattivi maestri. Nick Cave è uno di parola. Quando lo incontrai un paio d’anni fa mi assicurò che la prima cosa che avrebbe fatto, artisticamente parlando, sarebbe stato scrivere il suo nuovo romanzo e che il suo nuovo romanzo sarebbe stato molto diverso dal precedente, il quasi insostenibile “E l’asina vide l’angelo”. Ed ecco qua, prima del quattordicesimo album dei Bad Seeds e prima ancora dell’annunciata seconda fatica del progetto Grinderman, arrivare nelle librerie di tutto il mondo “La morte di Bunny Munro”.
Chi è Bunny Munro?
Commesso viaggiatore, “minchiadura”, sessodipendente con i corpi cavernosi perennemente gonfi, Bunny è un personaggio indimenticabile, tra il disgustoso e l’enigmatico. Ciò che sappiamo – già dalle prime righe, qualora il titolo non ci avesse convinto – è che Bunny Munro morirà. Nick Cave ci porta per oltre duecentocinquanta pagine a spasso col suo personaggio, in viaggio con suo figlio Bunny Junior per la costa meridionale del Regno Unito dopo il suicidio della moglie, in viaggio verso la fine.
Bunny Munro guida una Fiat Punto gialla che ogni volta che si mette in moto scoppietta e borbotta, fuma una Lambert & Butler dietro l’altra, si devasta d’alcol, butta via la propria anima su un cammino fatto di personaggi bizzarri, maniaci omicidi, cocainomani impuniti. Si muove incerto, malconcio e disperato, con le guance che formano delle strane “fossette strappa-imene” ogni volta che ride, anche se i suoi sorrisi sono tra i più torvi e peccaminosi che la pagina scritta ricordi. E non c’è cameriera o cassiera di un qualsiasi McDonald’s, Pizza Hut o KFC della zona che non cada vittima dei suoi amplessi febbrili. E non c’è casalinga annoiata che non compri i prodotti di bellezza che presenta porta a porta.
Fra le apparizioni del fantasma della moglie morta e un rapporto tutto da costruire con un figlio dai tratti del genio, Bunny viaggia temendo in ogni istante il peggio e ciononostante non riuscendo a rinunciare al suo piglio anaffettivo e antisociale, eccitandosi e ricorrendo a fughe onanistiche tutte le volte che la radio trasmette le canzoni di Avril Lavigne e Kylie Minogue, autentiche ossessioni sessuali nella sua mente peraltro già francamente monodirezionale. Ed è uno spasso leggere le “più sincere scuse” di Nick Cave alle due cantanti alla fine del libro. Che arrivino dopo la morte violenta e ingloriosa del protagonista conta poco. Chi legge ha ben chiaro l’epilogo e anzi non aspetta altro che si verifichi. E fino a quel momento ride, si diverte e continua a ridere di un personaggio così sinceramente disgustoso che rischia di restare nella memoria collettiva per diversi anni.
Dedicato a tutti quelli che non hanno mai colto l’ironia nelle canzoni del Re Inkiostro.




2 Dicembre 2009 alle 0:27 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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