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“I gatti possono aspettare”

di | in: Cultura e Spettacoli

Detta così dal palco, mi tranquillizzo. Anzi, peccato non averli portati qui, a Colli. Come avrebbero gradito le “pennette al Bagaglino” e le altre prelibatezze.. Anche se le mie, di gatte, poco capiscono di “ Varieetà ” * e di affettuosi ritornelli che nessuno canta più…

Io con sorpresa ho gradito molto, non perché erano 50 anni che non entravo in un oratorio, ma per aver riascoltato tutte insieme in carosello pezzi di vita riavvolti nel tempo (alla Ivano Fossati) e srotolati come di un film la pellicola (alla Paolo Conte).


Gustosa festa di musica e di alta leggerezza, non di superficialità. Impeccabile professionale gradevole caldo, Sandro. Alla Lelio Luttazzi. Con ai suoi “ordini” un’allegra compagnia famigliare ma rigorosa, senza le sbavature dei dilettanti.


Amarcord in musica che fluisce omogeneo dagli anni Sessanta agli Ottanta. E capisci presto che non è solo musica ma è anche teatro: perché ricompone davanti a te un puzzle – scanzonato e vero – di storie, voci, macchiette, abitudini, riti famigliari e sociali che riconosci per intero e – quasi involontariamente – te ne ricanti dentro, con allegra nostalgia, la colonna sonora…


Due tempi strutturalmente diversi, il secondo ancor più “amichevole” del primo: per il repertorio, per il coinvolgimento, per gli automatismi studiati eppure spontanei, per le intime aspettative di ognuno di noi.

E per la semplicità. Niente tecnologia. Niente schermi. Niente impianti da guerre stellari. Niente fari ruotanti. Niente trucchi. Quasi come qualche decennio fa quando con avventurosi “complessi” s’andava a suonare quegli stessi pezzi nelle sagre dei paesi qui intorno. Non eravamo così bravi, il nostro era solo un po’ di rumore dispensato con allegria. Senza sceneggiatura, che qui c’è. Questa è un’opera musicale.


Spero di rivederla in tournée, la specialissima compagnia – 2 presentatori, 2 cantanti, 6 musicisti, 2 coristi, 4 danzatrici, 1 Sergio Izzo – a riproporci le atmosfere rétro di Roma e di Napoli, di Lando Fiorini e Carosone, di Garinei e Giovannini e del Rugantino, di Murolo, di Gabriella Ferri e dei tanti artisti che ci parlavano dal vecchio mobile-televisore senza telecomando sul carrello simil svedese.


In tournée magari non rivedrò il “grande” Mimmo dell’UNITALSI accennare lampi di danza in platea e poi distribuire rose sul palco; o le due ricce vivaci educatissime bambine in prima fila, spettacolo nello spettacolo; o un impianto scenico così improbabile ( con il cesto da basket spinto in alto, al di sopra del palco ).

Ma spero in un “Arrivederci Sandro”, con un auditorium pieno così e un’altra “scommessa vincente”…


? Una domenica così non la potrò dimenticar…?


* “Varieetà” – Anteprima –

(di Sandro Avigliano)

Oratorio – Colli del Tronto –

7 marzo 2010 – ore 19



Giorgio Camaioni




9 Marzo 2010 alle 15:48 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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