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“Il circolo dei nichilisti”, l’esordio di Marco Apolloni

E’ appena uscito per l’editore bolognese Giraldi il romanzo d’esordio del giovane scrittore marchigiano Marco Apolloni, classe 1983.

Un curioso road trippin’ attraverso i festosi anni universitari. Così suona questo romanzo di formazione, per dichiarata intenzione dell’autore: “holdeniano” e scolpito su un giovanilistico “carpe diem”, fatto di immancabili flirt, magari spacciati per conquiste esistenziali, e baldorie varie. Avventure libertine, turbamenti sessuali e crisi filosofiche: questo è il cocktail servitoci dall’autore. Tra scherzose baruffe, incalzanti battute, giochi di citazioni erudite, chiacchiere e marachelle. Lo spirito del romanzo di Apolloni è post-ideologico, culturalmente eclettico, il tutto condito dal melting-pot dialettale che anima le sedi universitarie nostrane, con il loro misto di siciliano, napoletano, pugliese, veneziano e marchigiano. Perché allora Il circolo dei nichilisti? «Perché i nostri professori pensano che non crediamo in niente». La seconda delle tre parti del romanzo – la prima e la terza sono ambientate ad Urbino – si svolge nella terra di Albione fra paesaggi arcadici, inevitabile pioggerellina e richiami a saghe new-age. Una guida turistica alternativa per il protagonista Gabriele, in bilico tra dilemmi intellettuali e atteggiamenti bohémien. Dietro al decadentismo di facciata si cela tuttavia una reale passione di vita, più epicurea che nichilista a dire il vero. Una scrittura fresca e briosa, per una storia altrettanto godereccia.


Marco ApolloniDue domande all’autore:

Il tuo intento è quello di descrivere un passaggio temporale generazionale o scavare più a fondo nel significato dell’essere studente?

Essere giovani e per di più universitari è già di per sé uno “status” ugualmente simbolico sia oggi che ieri, nel senso che è simbolicamente uguale per ogni epoca; è l’età dell’oro nella vita di un uomo e di una donna, dove si hanno intatte tutte le proprie energie e dove ci è ancora permesso sognare ad occhi aperti. Il circolo dei nichilisti è pieno di sogni e sognatori. Ragazzi come me, con tante idee per la testa e una voglia matta di cambiare il mondo. Voglia che si ha solo a quest’età, prima che la disillusione s’impadronisca di noi e ci renda adulti. In quest’opera di finzione letteraria spero di essere riuscito a dar voce alla mia generazione e a tutti quelli che non si riconoscono nella gioventù asettica e amorfa stile “solitudine dei numeri primi”, quella sì veramente nichilista. Raccontando la storia di Gabriele, la cui storia è un po’ la storia di tutti noi, spero comunque di aver dimostrato che in fondo noi “giovani di oggi” non siamo poi tanto peggio dei nostri genitori o dei nostri nonni.

I ragazzi oggi vengono accusati di credere in niente. Come ti poni di fronte a queste accuse?

Vi garantisco che io credo in qualcosa di “più” del “niente”. Credo in un mucchio di cose, altrimenti non avrei di certo scritto questo romanzo. Chi non ha niente da dire, non parla e basta. Chi ce l’ha invece trova sempre un’occasione per dire quel che ha da dire.

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Il circolo dei nichilisti_biografia dell’autore[1]