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RiegoAppunti: ripascimento, ora sappiamo perché…

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Grottammare – In riferimento al progetto di difesa della costa coordinato dalla Regione Marche ora ci è chiaro il significato dei contenuti del cartello informativo esposto nella zona antistante la spiaggia a sud del fiume Tesino a Grottammare su cui è scritto “Intervento 1: ripascimento con sabbia di origine sottomarina”.

Meteorivierapicena si chiedeva come mai, cronologicamente parlando, venisse prima eseguito un intervento di ripascimento della spiaggia senza aver seriamente affrontato e perlomeno in parte risolto le cause e le conseguenze dell’effetto erosione.

Proponiamo quindi un estratto dell’articolo “Fondi, scogliere, ripascimento. La polemica torna infuocata” pubblicato sul Corriere Adriatico il 12 marzo 2010, pagina di Macerata, che trattava nella fattispecie la situazione della città di Porto Recanati:
“…Il piano regionale di difesa integrata delle aree costiere si dice essere fondato sul principio che si debbano fare interventi importanti laddove la dinamica turista lo richieda. Val la pena di riandare al concetto di una spiaggia senza scogliere e ideologicamente rappresenta il primo principio ispiratore del piano regionale per le aree costiere. Che vuol dire che non si deve parlare più di scogliere ma di ripascimento di punto e qui non viene taciuto il parere tecnico dell’Ing. Vincenzo Marzialetti il quale fa notare che la quantità totale di sabbia che staziona su un determinato territorio è sempre la stessa, ragion per cui il mare, se da una parte accumula dall’altra toglie.

Ecco qui l’inanità – se non proprio la dannosità – delle opere di protezione rigide e la necessità di ripascimento dall’esterno…”

Ciò vuol dire che per i responsabili della Regione Marche l’opera di ripascimento costiero diventerà una consuetudine, una modalità di intervento costante e ciclica nel tempo. Alla luce dei fatti però Meteorivierapicena ritiene che questo atteggiamento comporterà un enorme dispendio economico assolutamente inutile ma soprattutto dannoso per tutto l’ecosistema marino costiero. L’Ing. Marzialetti sottolinea l’inutilità delle opere di protezione rigide, per intenderci le scogliere, ma a quanto pare non lo preoccupa minimamente il fatto, che con l’opera dinamica del mare, tutta la sabbia traslocata dall’uomo per i vari ripascimenti costieri è sempre tornata, più o meno velocemente, a essere sabbia… sottomarina.
Per questo vi chiedo: ma chi ci difende da coloro che affermano di difendere la nostra costa?
Riego Gambini




14 Marzo 2010 alle 23:54 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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