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Ricercatori, lettera aperta ai candidati rettore


Martedì primo giugno alle 11 nell’Aula Magna si svolgerà un faccia a faccia tra i ricercatori dell’Università di Macerata e i due candidati rettore, Luigi Lacchè e Antonella Paolini, alle prossime elezioni del 9 giugno. Alla base della discussione, una serie di questioni indicate in una lettera aperta firmata dalla maggioranza dei ricercatori dell’Ateneo. 


“La coincidenza tra l’elezione del nuovo e la discussione in parlamento della nuova governance rappresentano un momento di incertezza e disagio anche per i ricercatori maceratesi – è scritto nel documento – L’elezione del nove giugno è la prima (e secondo i voleri del ministro Gelmini l’ultima) nella quale i ricercatori voteranno con piena rappresentanza. I ricercatori a Macerata sono il 47,7% degli strutturati ed esprimeranno ben 154 voti. Sulle spalle di questi ricadono quote importanti tanto dell’attività didattica come di quella di ricerca dell’Ateneo ma per il ddl 1905 non saremmo degni di far parte di organismi decisionali come il cda, eleggere il Rettore, partecipare a commissioni di concorso. Il senso della responsabilità dei ricercatori maceratesi ha ritenuto, nella maggioranza dei casi, di non aderire alla legittima rinuncia alla didattica che in molte sedi si è imposta come forma di protesta. La nostra scelta, senza la quale la maggior parte dei corsi di laurea 2010-2011 non potrebbe avere inizio, non è però un assegno in bianco”.


Ecco, in sintesi le istanze sottoposte ai candidati rettore.


Ricerca di una soluzione per i vincitori di concorso del 2008 che ancora non hanno preso servizio; sblocco immediato della ricostruzione di carriera quale diritto riconosciuto dalle leggi vigenti; impegno a garantire la progressione di carriera dei meritevoli e a chiamare tutti i ricercatori che dovessero conseguire abilitazioni nelle rispettive discipline; mantenere nei nuovi regolamenti di ateneo la piena rappresentanza dei ricercatori nei Consigli di Dipartimento e di Facoltà o nelle nuove strutture che a questi succederanno e istituire un organismo di consultazione nel quale i ricercatori siano adeguatamente rappresentati; destinare una quota di risorse, proporzionalmente non inferiore all’attuale, alla ricerca scientifica e vigilare perché l’impegno didattico e gestionale, pur importante, dei ricercatori non sia considerato esclusivo; considerare la nuova figura di ricercatore a tempo determinato, prevista dalla nuova legge, come sostitutiva e non consecutiva degli attuali assegni di ricerca, programmando attentamente l’inserimento in ruolo di giovani studiosi formati dall’Ateneo in un contesto di competizione e valorizzazione del merito con gli attuali ricercatori strutturati.


“Dalla maniera con la quale i candidati a rettore si impegneranno sulle istanze qui rappresentate dipenderà non solo il nostro voto, ma anche la possibilità di disegnare un futuro condiviso e collaborativo per il nostro Ateneo”, conclude il documento.

Lettera aperta dei ricercatori maceratesi ai candidati a Rettore


La coincidenza tra l’elezione del nuovo Rettore, evento in genere fausto e foriero di cambiamenti nella vita universitaria, e la discussione in parlamento della nuova governance voluta dal governo e dal ministro Gelmini, rappresentano un momento di incertezza e disagio anche per i ricercatori maceratesi che si uniscono alla preoccupazione degli studenti, dei precari della ricerca, del personale tecnico amministrativo e dei professori di prima e seconda fascia.

Il ddl Gelmini mette in discussione la capacità di autogoverno dell’intera università, riducendo al silenzio alcune componenti e consegnando all’esterno possibilità deliberative proprie del corpo accademico. In particolare i ricercatori sono profondamente preoccupati per la scomparsa della ricerca scientifica come funzione fondante dell’Università (elisa fin dall’Art. 1 della nuova legge), per i tagli attuati dalla 133/08 e 1/09 che collocano l’Italia agli ultimi posti per investimenti nel settore tra i paesi OCSE, per la loro marginalizzazione in un ruolo ad esaurimento, per l’inopinata esclusione dalle commissioni di concorsi e altri organismi decisionali. In sede locale tanto le implicazioni dell’accordo di programma con l’ateneo camerte, come gli aggiustamenti di bilancio (ineluttabili?) dovuti a crisi e riforma, devono avere contorni e obbiettivi del tutto trasparenti.

L’elezione del nove giugno è la prima (e secondo i voleri del ministro Gelmini l’ultima) nella quale i ricercatori voteranno con piena rappresentanza. I ricercatori a Macerata sono il 47,7% degli strutturati ed esprimeranno ben 154 voti. Sulle spalle di questi ricadono quote importanti tanto dell’attività didattica come di quella di ricerca dell’Ateneo ma per il ddl 1905 non saremmo degni di far parte di organismi decisionali come il cda, eleggere il Rettore, partecipare a commissioni di concorso. I tagli imposti al sistema universitario rendono inoltre vago per la maggior parte di noi l’orizzonte di un avanzamento di carriera che pure in molti casi è già stato conquistato sul campo con l’impegno quotidiano nella ricerca, nella didattica e nella gestione dell’ateneo.

In questo contesto il senso della responsabilità dei ricercatori maceratesi ha ritenuto, nella maggioranza dei casi, di non aderire alla legittima rinuncia alla didattica che in molte sedi si è imposta come forma di protesta contro il ddl 1905. La nostra scelta di responsabilità, senza la quale la maggior parte dei corsi di laurea 2010-2011 non potrebbe avere inizio, non è però un assegno in bianco e pertanto sottoponiamo ai candidati rettori una serie di questioni per noi dirimenti sulle quali chiediamo un impegno preciso, immediato e alla luce del sole:

  1. Tentare tutte le strade possibili per la soluzione dei residui casi di vincitori di concorso senza presa di servizio. Chi legittimamente ha vinto un concorso pubblico nell’autunno 2008 non può attendere più a lungo.


  1. Lo sblocco immediato della ricostruzione di carriera quale diritto riconosciuto dalle leggi vigenti. Chi per anni ha lavorato a tempo pieno nelle università come assegnista, ricercatore post-dottorale, specializzando in Italia e all’estero e, solo a causa di continui e surrettizi blocchi dei concorsi si è trovato ad entrare in ruolo con anni di ritardo, ha diritto al riconoscimento degli scatti stipendiali e pensionistici maturati prima dell’ingresso in ruolo. Tale riconoscimento è un prerequisito a qualunque dialogo e collaborazione leale con il nuovo Rettore e consideriamo indispensabile un impegno in tal senso.


  1. Un impegno preciso per garantire in maniera costante la progressione di carriera dei meritevoli e per la chiamata di tutti i ricercatori che dovessero conseguire abilitazioni nelle rispettive discipline sia nelle tornate di concorso in essere sia con la nuova abilitazione nazionale prevista dalla 1905. In questo senso chiediamo di prevedere e accantonare le risorse necessarie anche in una situazione non facile per il finanziamento degli atenei.


  1. I ricercatori vedono con indignazione la loro esclusione da ogni organo decisionale previsto dalla nuova legge. La loro professionalità e il loro impegno vengono da quel testo denigrati e dilapidati in maniera intollerabile trasformandoli in una sorta di manodopera senza diritto di parola, considerata strutturalmente incapace di dare il proprio contributo alle decisioni chiave per lo sviluppo dell’ateneo. Non è “corporativo” esigere di avere voce in capitolo: la 1905 priva i ricercatori di rappresentanza, riflettendo uno sguardo malevolo e pregiudiziale iniettato nell’opinione pubblica rispetto all’università, e ai ricercatori in particolare, che rigettiamo e consideriamo deleterio. È necessario un impegno preciso dei candidati rettori a mantenere nei nuovi regolamenti di ateneo:
    1. la conferma della piena rappresentanza dei ricercatori nei Consigli di Dipartimento e di Facoltà o nelle nuove strutture che a questi succederanno.
    2. l’istituzione, che deve essere prevista nell’ambito dei regolamenti di ateneo, di un organismo di consultazione nel quale i ricercatori siano adeguatamente rappresentati e ascoltati.


  1. I ricercatori, obbligati dal ministro Gelmini a transumare verso una paludosa terza fascia docente collocata in un ruolo ad esaurimento, esprimono la loro preoccupazione per l’attività di ricerca che passerebbe ad essere un corollario del loro impegno universitario. È indispensabile che i candidati a Rettore immediatamente, e successivamente le componenti che saranno rappresentate in consiglio di amministrazione e senato accademico, si pronuncino in merito alla destinazione di una quota di risorse proporzionalmente non inferiore all’attuale alla ricerca scientifica ed a vigilare perché l’impegno didattico e gestionale, pur importante, non possa essere considerato esclusivo.


  1. I ricercatori condividono la preoccupazione per il futuro delle nuove leve della ricerca. La figura di ricercatore a tempo determinato, che la nuova legge introdurrebbe, è debole e dal futuro incerto. Chiediamo pertanto al nuovo Rettore, per non aggravare ulteriormente la trafila di precarietà dei giovani studiosi, di considerare tale figura come sostitutiva e non consecutiva degli attuali assegni di ricerca. Tale misura, perfettamente in potere del nuovo Rettore, non allungherebbe ulteriormente il precariato universitario, programmando attentamente l’inserimento in ruolo di giovani studiosi formati dall’Ateneo. È però indispensabile che il nuovo Rettore si impegni a che tale inserimento avvenga in un contesto di competizione e valorizzazione del merito con gli attuali ricercatori strutturati.


I ricercatori, oltre che nella ricerca e nella didattica, da anni sono indispensabili al buon funzionamento delle strutture dell’Ateneo. Il ddl 1905 considera le nostre professionalità come rottamabili e umilia il nostro impegno quotidiano. Dalla maniera con la quale i candidati a Rettore si impegneranno sulle istanze qui rappresentate dipenderà non solo il nostro voto del nove giugno ma anche la possibilità di disegnare un futuro condiviso e collaborativo per il nostro Ateneo.


Leggi tutto in allegato

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Elezioni rettore, a Rum il confronto Lacchè-Paolini

Martedì 1° giugno alle 12.30 in onda su Rum, Radio Università di Macerata (www.unimc.it/rum ), puntata speciale di “Pensiero”. Ospiti del programma saranno i due candidati rettore alle prossime elezioni del 9 giugno, Luigi Lacchè e Antonella Paolini, che si confronteranno sui temi fondamentali per il futuro dell’Università di Macerata: ricerca, didattica, organizzazione amministrativa, l’accordo con l’Università di Camerino, servizi agli studenti, rapporti con il territorio e il mondo del lavoro. Repliche lo stesso giorno alle 18 e alle 22 e mercoledì alle 9.




31 Maggio 2010 alle 16:53 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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