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Drogarsi con i cibi spazzatura

di | in: Cronaca e Attualità

La nuova droga si chiama “junk food” (cibo spazzatura) e crea forte dipendenza a tutte le età. A metterci in guardia contro hamburger, patatine fritte e merendine è una ricerca proveniente da uno dei Paesi più a rischio in tal senso: gli Stati Uniti.


E’ ormai risaputo che la globalizzazione della nostra dieta italiana ha provocato delle pessime abitudini alimentari, e, ben più grave, è che le nuove generazioni vedono come un momento di socializzazione e di benessere fare un pasto nei fast food. Anche i genitori, spesso, per far felici i propri figli o semplicemente per trascorrere un sabato sera lontano da casa, offrono una “ricompensa” fatta di patatine, hamburger, hot dog e quant’altro. Oppure c’è chi per consolarsi da una pena d’amore fa incetta di gelati, merendine e snack ipercalorici. Ma il problema non è solo una cattiva abitudine adolescenziale o psico-ormonale.

C’è chi ne abusa. Crescono, infatti, i casi di persone che non riescono a fare a meno dei cibi spazzatura, anche di età avanzata.

Questa recente tendenza ora ha anche un nome: si parla di “dipendenza da junk food”, ovvero un meccanismo involontario della mente che stimola il nostro organismo a consumarne sempre più e che rende questo alimento assolutamente gustoso e irresistibile. Il cibo spazzatura, infatti, può provocare un effetto simile a quello delle droghe, inquinando la mente e il corpo di chi lo consuma abitualmente.

Sono queste le conclusioni a cui è giunta una ricerca scientifica americana, pubblicata sulla rivista “Nature Neuroscience”. I medici dell’Istituto Scripps di Jupiter (Florida) sostengono che il junk food, ovvero quella categoria di alimenti con scarso valore nutrizionale ma ricco di calorie e grassi saturi, può creare una forma di dipendenza simile a quella prodotta dal fumo o dall’alcool. I responsabili di questo studio, Paul Johnson e Paul Kenny, hanno sperimentato gli effetti del cibo spazzatura su cavie da laboratorio, facendole consumare regolarmente bacon, salsicce, dolci e cioccolato. In maniera progressiva si è visto che il loro peso aumentava notevolmente in poco tempo, e che si indeboliva l’attivazione dei circuiti celebrali della ricompensa, come succede a chi è tossicodipendente.

Per dimostrare la loro tesi, poi, i ricercatori americani hanno associato il consumo dei cibi grassi a una leggera scossa elettrica; si è visto, così, che le cavie “normali” rinunciavano subito alla sostanza proposta, mentre quelli in sovrappeso non riuscivano a farne a meno e tolleravano il dolore pur di continuare a mangiare. Questo perché i cibi junk stimolano le stesse aree celebrali che si attivano quando vengono consumate sostanze stupefacenti, introducendo nell’organismo delle sostanze euforizzanti, come la dopamina, che innescano un meccanismo di gratificazione e piacere che spinge a consumarli sempre più spesso, fino a diventarne schiavi.

Una scoperta che fa riflettere, ancora una volta, sulla diffusione esponenziale di catene di ristorazione che propongono esclusivamente nei propri menù cibi spazzatura, e del conseguente aumento di obesità mondiale, soprattutto tra i minorenni.

Un invito, dunque, a riscoprire i sapori di una cucina semplice, di cui la dieta mediterranea ne è un eccellente esempio, cucinando con poco sale e olio, evitando cotture complesse, e liberandoci di tutte quelle tentazioni che “inquinano” il nostro corpo e la nostra mente.




14 Maggio 2010 alle 23:35 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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