Serata fredda e umida quella di sabato 15 maggio, riscaldata però dal calore del qualificato pubblico che ha partecipato alla XXIII edizione del Festival degli Appennini, incentrato come sempre sul canto popolare e di montagna. Montagna che è stata rappresentata al meglio dai due Cori ospiti ‘Fodom’ di Livinallongo del Col di Lana accompagnato da due gentili signore in costume tipico ladino (direttore M° Lorenzo Vallazza) e ‘Cima Tosa’ proveniente dalle Dolomiti del Brenta (direttore M° Pier Giorgio Bartoli).

I canti eseguiti hanno evocato quelle magiche atmosfere di montagna dal fascino sottile ed avvincente, fatte di dolci silenzi, di tramonti, quando il pensiero del ritorno verso casa già riscalda l’animo e predispone ad una rinnovata serenità. Il nome stesso del Col di Lana richiama anche i disagi e le sofferenze di una guerra vissuta alle alte quote, dove la montagna amica diventa pericolosa nemica. Sonorità poderose o voci sottilissime allo stesso tempo, hanno reso in maniera ineccepibile la più genuina e autentica tradizione del canto popolare trentino. Gli accenti di Alpini in Libia (F.Gervasi) o il prolungato rintocco della campana de La sposa morta (A.Pedrotti) hanno entusiasmato e commosso il pubblico.

‘La Cordata’, che aveva da poco colto un bel successo a Bobbio (Piacenza), ospite del Coro ‘Gerberto’, dove aveva potuto ammirare il famoso ‘ponte gobbo’ e visitare l’antica e prestigiosa abbazia di S.Colombano, in apertura di serata è riuscita a mettere in luce nei quattro brani eseguiti, il buon amalgama delle voci rinforzate dalla presenza di nuovi giovani coristi che credono nel valore educativo-ricreativo-culturale del Coro, momento di forte aggregazione e occasione di impensate  e simpatiche amicizie.                                                

                                                                                           Franco Emidi

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