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Cogne: la Franzoni ha “rimosso” di aver ucciso

di | in: Cronaca e Attualità

«Annamaria Franzoni è sincera, perché non ricorda». Questa l’ultima rivelazione dello psichiatra che ha testimoniato al processo di Cogne, dopo aver fatto un’accurata perizia per la procura. Lucida assassina? Bugiarda perfetta? Madre disperata? La Franzoni è tutto questo, perché se ricordasse sarebbe già morta.


Quando lo psichiatra Ugo Fornari dice che la Franzoni ha rimosso realmente il ricordo di aver ucciso il suo piccolo Samuele, ci sembra una notizia talmente scontata da far riflettere. Era una verità lapalissiana a molti, ma la morale comune non poteva ammettere che una madre di famiglia, all’apparenza brava e premurosa, avesse potuto ammazzare con diciassette colpi in testa suo figlio. Di contro, c’è chi sosteneva che Annamaria Franzoni fosse un’eccellente bugiarda, che avesse convinto mezza Italia della sua innocenza. Da allora, da quel 30 gennaio 2002, sono passati più di 8 anni di processi, sia nei tribunali che nei talk show televisivi, e lei si è sempre proclamata innocente, versando litri e litri di lacrime in ogni intervista a cui fosse sottoposta, giurando davanti a milioni di telespettatori di non aver ucciso suo figlio, convincendo (inizialmente) i Giudici della sua innocenza. Fino al 21 maggio del 2008, quando la Corte di Cassazione ha riconosciuto la sua colpevolezza, condannandola a 16 anni di reclusione per omicidio di primo grado.

E’ da quella cella di Bologna, sempre aperta e priva di oggetti pericolosi, che viene lanciato un allarme: se Annamaria Franzoni ricordasse quello che ha fatto potrebbe togliersi la vita. Lei, infatti, spiega lo psichiatra nel processo di “Cogne bis”, tenutosi lo scorso 9 giugno, è sincera, nel senso che mente sapendo di non farlo perché non ricorda realmente quello che ha fatto. Si tratterebbe di un meccanismo psicologico che solo una mente fragile può mettere in atto, e che le consente di sopravvivere e di non suicidarsi. Le sue lacrime e le sue parole sono realmente sincere, sono quelle di una madre che una mattina come tante ha trovato nel suo letto matrimoniale il suo secondogenito in un lago di sangue, con la testa fracassata e un movente che faceva acqua da tutte le parti…L’unica via di fuga che trovò la sua mente fu quella di incolpare la sua vicina di casa, Daniela Ferrod, il suo alter ego cattivo e colpevole. Era quello il capro espiatorio che la Franzoni trovò per cancellare dalla sua mente quel terribile omicidio, e per non farla finita. Ma ora che i nodi sono venuti al pettine, che si è accertato che la colpevole è una sola, la madre, e non c’è alibi che tenga, cosa può succedere? La mente umana può stupirci ogni giorno che passa, ma forse il dolore di una madre che si rende conto di aver picchiato selvaggiamente una sua stessa creatura è incommensurabile, e non potrà passare mai.




11 Giugno 2010 alle 23:59 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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