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Benvenuti all’Inferno *

di | in: Cultura e Spettacoli, Primo Piano

* Dante Alighieri   INFERNO  parte prima (I-VI Canto),  con Vincenzo Di Bonaventura atto[re] unico
    Auditorium Luigi Coccia  2-3-4 luglio ’10  h 21.30   San Benedetto del Tronto  (Via Fileni 44, Paese Alto)
   
http://www.aikot27.it/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=26
 
Quando all’Inferno si brucia così bene, uno ci va anche due volte di seguito. Una sera dopo l’altra. I primi sei Canti. Nella meravigliosa tana-auditorium di Vincenzo, tutta legni di anni, incastrata tra le case del Paese Alto, mimetizzata dietro una vetrina d’alluminio-macelleria, che per entrare devi scavalcare un furgone una bici e una Ford, fendere gli assatanati di pizza, quasi lasciate ogne speranza, voi ch’ intrate’.
     Dentro, la navicella-teatro da sopravvivenza, con tutto quanto serve nei lunghi viaggi e niente di superfluo. Nessun pezzo di design, nulla d’allineato, di studiato, di coordinato, nulla di molle. Tavole, blocchi squadrati di legno, travi, chiodi, bulloni, spesse tende quasi antiproiettile, fari da lavoro, non led da salotto o da supermercato. Panche sofferte, da diluvio universale, tubi neon da officina, luci-“tartaruga” in fila sull’architrave, opachi manifesti di Gaber, Fo, Carmelo Bene, tutti con Di Bonaventura (mi ricordano i quadri Mozart-con-Mascitti, Bach-con-Mascitti…), un’unica sedia rossa imbottita, casse acustiche di ogni tipo (ma minimo trentenni), il contrabbasso dentro il suo “garage” di nylon, che dorme disteso sui sedili di Peugeot morta a 500.000 km.. Allo spettacolo non s’alzerà. Sulla destra una ripida scaletta verso la “galleria”, come verso il paradiso. Stasera non serve, c’è l’Inferno.

Sei (6) spettatori sabato, quindici (15) domenica, la navicella-teatro-auditorium può contenerne trenta (30). Scelti come tra gli astronauti, assortiti nella specie e nell’età. Tuttavia campione non rappresentativo, per fortuna, sennò saremmo meno.

     Sei canti dell’Inferno per attore solista (Vincenzo Di Bonaventura), orchestra di 4 percussionisti (tutti di nome Vincenzo), Vincenzo anche il regista, Vincenzi i tecnici del suono e delle luci, Vincenzo il presentatore e moderatore, Vincenzo il comandante-pilota della navicella…
     Oltre due ore di viaggio con Dante. In orbita, fuori dal mondo. Perché mica con quei Danti di scuola, né con quelli leggeri celebrati televisivi e di moda dei Benigni e dei Preziosi.
Un Dante altro e alto, sconosciuto, reboante, martellante, pauroso e dolcissimo. Tutto realmente a memoria, senza gobbi né leggii, senza rete. E mai “recitato”. Di Bonaventura “entra” in Dante. La Commedia pare la scriva lui. Un Dante-viaggiatore strabiliante che ti centrifuga, ti senti un diavolo con la coda, non uno spettatore (neppure pagante…). Atmosfere, linguaggio, incontri, personaggi… troppo poco dire teatro. E noi che credevamo di sapere, di conoscere, di ricordare: era solo retorica, rovine di scuola media e di liceo. Invece quest’ Inferno è un paradiso.
 
     Quando usciamo dalla navicella-teatro ci vuole un po’ per riprenderci. Quasi cadessimo come corpo morto cade e dovessimo presto rialzarci. L’inferno è qua fuori, anche se la strada per tornare alla macchina adesso è in discesa.
 
 
5. 7. ’10                   PGC




5 Luglio 2010 alle 18:17 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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