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Trasporto cittadini svantaggiati, la replica delle Associazioni e la controreplica di Torquati

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2010-08-05 – In relazione alla recente polemica riguardo la mancanza di pedane elevatrici negli autobus delle linee urbane ed extraurbane del Comune di San Benedetto del Tronto e provincia, le sotto indicate Associazioni evidenziano che la presenza degli autobus attrezzati al trasporto dei disabili, non è sufficiente a garantire il servizio agli stessi, per i seguenti  motivi:

–         Mancanza di pensiline e marciapiedi accessibili, poiché prive di scivoli, cosa che non permette agli autobus di utilizzare la pedana stessa.

–         Adattamento della tratta alle esigenze collegate alla procedura di accoglienza dei disabili all’interno dell’autobus, poiché l’autista deve lasciare il suo posto di guida, estrarre la pedana dall’autobus, far salire il disabile, assicurarlo con le apposite cinte, controllare il giusto e sicuro aggancio della carrozzina al mezzo, richiudere la pedana, riprendere il proprio posto di guida, pertanto tale procedura è stata stimata in minimo 5-8 minuti e ciò comporta l’allungamento degli orari dell’intera tratta.

–         I conducenti dell’autobus devono avere dalla Start la procedura di assicurazione del disabile trasportato.

–         Negli autobus devono essere presenti gli avvisatori acustici o i segnali del numero della stratta per i non vedenti e per gli ipovedenti.

–         Tutte le pensiline circa 1000 devono essere adattate alle norme di sicurezza previste dalla legge per le persone con la disabilità.


Pertanto la protesta sopra citata ci sembra utopistica in un quadro nazionale che prevede il taglio del 60-70% delle risorse trasferite dallo Stato centrale alle Regioni che non permetterà nemmeno di garantire il servizio stesso.


Le Associazioni sotto indicate chiedono pertanto l’attivazione del trasporto a chiamata, suggerito dal Presidente dell’Associazione “La Meridiana” onlus, soluzione che risolverebbe nell’immediato il problema del trasporto delle persone con disabilità, con delle risorse limitate, e nel frattempo il parco macchine verrà aggiornato con autobus dotati di pedana per il trasporto dei disabili.

 

CHAPP Onlus Comitato Handicap Progetto Piceno

A.P.M. Onlus Associazione Paraplegici delle Marche

A.I.M.A. Associazione Italiana Malattia Alzheimer

UNITALSI

AMIL Associazione Mutilati e Invalidi del Lavoro

ASD Cavalluccio Marino

XMANO Onlus Associazione


La controreplica di Torquati


2010-08-06 – Sinceramente non pensavo esistessero tante associazioni che si occupassero di handicap, ma dopo il vergognoso documento che hanno presentato capisco il perché ad oggi dopo decenni la nostra città è così ostile a noi disabili.

Tutte queste associazioni vivono e prosperano  in funzione dell’ assistenza alle persone con disabilità per cui più difficili sono le condizioni di vivibilità più loro possono intervenire nell’ assistenza ed avere i contributi pubblici.

Non si spiegherebbe altrimenti la presa di posizione contro la possibilità di un graduale adattamento dei mezzi pubblici a trasportare non solo i disabili in permanenza ma anche quelli temporanei, gli anziani e le mamme con le carrozzine.

Questo andando in controtendenza con le città di tutto il mondo che in una vera e propria competizione fanno a gara per raggiungere, investendo in piani di investimenti pluriennali,  il massimo della graduatoria del FHC – Full Handicap Compliance  che è un indicatore internazionale di accessibilità per strutture e servizi per i disabili .

In queste graduatorie mondiali  riferite al trasporto disabili troviamo Milano con un  indice del 59% dei mezzi idonei, addirittura superiore a Berlino (50%), Londra (45%) e Parigi (35%),  mentre il traguardo della piena accessibilità sono di metropoli come Taipei, Shangai e Delhi (100%).

La nostra città è a 0% .

Addirittura l’ amministrazione Alemanno a Roma ha in questi ultimi mesi stanziato altri 5 milioni di euro per il rinnovo del parco mezzi di superficie con l’ introduzione di nuove vetture a pianale ribassato e la posatura di pavimento sensibile sia al centro che a bordo banchina per persone con disabilità visiva.

Questi nuovi mezzi permettono di non avere pedane ma solo una piccola banchina di carico che io stesso alcuni anni fa ho più volte utilizzato, durante un soggiorno a Basilea, senza nessuna assistenza da parte dell’ autista e prendendo posizione in uno spazio del mezzo dotato di un facile e sicuro ancoraggio.

Tutto in assoluta naturalezza e senza tutte le difficoltà che le suddette associazioni hanno manifestato solo per non perdere crediti nei confronti delle amministrazioni pubbliche che le finanzia.

Poi l’ accusa di essere utopisti è oltremodo offensivo soprattutto nei confronti dei disabili che dicono di rappresentare, non vivendo loro direttamente condizioni di handicap, perché il diritto alle pari opportunità è sancito dalla costituzione e che pertanto vanno rimossi tutti gli ostacoli che possono limitare le libertà individuali.

E il trasporto a chiamata lede nel profondo la dignità delle persone disabili che non si vedono riconosciuti i diritti alla privacy ed alla libera circolazione.

Le spese per approntare ausili di questo genere vanno reperiti sia nei bilanci comunali che utilizzando i fondi nazionali e comunitari che finanziano programmi per l’ integrazione dei soggetti disabili nella vita civili e non forme assistenziali che li confinano dentro i vari cediser o al chiuso delle proprie abitazioni.


Nazzareno Torquati

Torquati: non siamo pacchi postali… ma cittadini svantaggiati!!! – La Risposta dell’assessore Emili


SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2010-07-12 – Non siamo dei pacchi postali da recapitare a domicilio, ma cittadini svantaggiati che hanno il diritto di circolare al pari degli altri senza nessuna distinzione.

La decisione di questa amministrazione di istituire un servizio a chiamata con mezzi dedicati per è assolutamente vergognosa e smaschera una volta per sempre l’ assoluto disprezzo per i portatori di handicap.

La giustificazioni che l’ assessore Emili adombra quali “ l’ inesistenza di risorse economiche per organizzare il trasporto disabili, l’ adeguamento dei punti di salita e discesa alle fermate,  la necessità di disporre di personale aggiuntivo per la necessaria assistenza, l’ allungamento dei tempi di percorrenza per consentire salita e discesa delle carrozzine con intuibili disagi per gli altri utenti”  sono da considerarsi miserabili, false e pretestuose e gettano le ombre più scure su una personalità inadeguata a ricoprire un ruolo così delicato quale è quello alle politiche sociali.

Questa vicenda è il corollario di una amministrazione sorda, cieca ed immatura ad affrontare problematiche di questo tipo che invece necessitano di particolare spessore umano, culturale e politico.

La nostra città si è ancora una volta dimostrata ostile verso i cittadini e i turisti svantaggiati negando loro anche l’ ospitalità visto le condizioni degli alberghi, dei negozi e dei marciapiedi.

Da subito va programmato un intervento per dotare i mezzi di trasporto dei necessari ausili, e ne esistono oggi di quelli che non prevedono assistenza, e di realizzare pedane per la salita che poi potranno essere utilizzate anche dalle persone anziane, dalle mamme con le carrozzine e per chi soffre una inabilità anche temporanea.

Sarebbe sufficiente rinunciare a qualche  evento estivo o a qualche consulenza esterna per dotare i mezzi degli ausili necessari e nessuno sarebbe contrario visto gli sprechi che annualmente vengono fatti per queste voci del bilancio cittadino.


Nazzareno Torquati

carrozzina in autobus


«L’Amministrazione cerca soluzioni sul trasporto pubblico per i disabili»

L’assessore alle Politiche della Città Solidale Loredana Emili risponde a Nazareno Torquati: «Perché dovrebbe essere “vergognoso” cercare di aumentare l’offerta di trasporto per le persone con disabilità?»

 

 

«Un buon servizio di trasporto pubblico è un diritto sacrosanto di tutti i cittadini, e tanto più dei disabili. L’Amministrazione comunale di San Benedetto si è subito attivata per valutare la situazione e per cercare di dare una risposta più efficace al problema sollevato da alcuni cittadini. E siccome la competenza sui trasporti locali coinvolge in primo luogo la Provincia, nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra il sindaco Gaspari, l’assessore provinciale Olivieri, il comandante della Polizia Municipale, i rappresentanti della Start e di associazioni di disabili, e la sottoscritta.

 

Il Presidente della Start ha fatto presente che a tutt’oggi l’azienda ha in organico 18 mezzi abilitati al trasporto di persone con disabilità (8 acquistati nel 2009) che vengono impiegati sulle tratte di maggiore fruizione nel servizio urbano di Ascoli e San Benedetto; inoltre, sottolineava che, tranne un passeggero abituale nella nostra città, l’uso dell’autobus da parte di persone con handicap avviene sporadicamente. Tuttavia, mantenendo fermo l’impegno da parte di tutte le istituzioni presenti e dell’azienda Start di completare con mezzi adeguati il servizio di trasporto, si evidenziavano gli ostacoli e le difficoltà non solo economiche.

 

La politica dei diritti ha un percorso accidentato, ma è proprio questa consapevolezza che non ci rende ciechi e sordi ma ci fa insistere senza scivolare nel fanatismo.

 

Le soluzioni a cui abbiamo pensato sono di immediata applicazione, fatti salvi i tempi tecnici. E sono soluzioni avanzate, già adottate in altre zone d’Italia, tra quelle in cui il trasporto locale è organizzato meglio. Infatti, se la Start si impegna ad acquistare altri mezzi dotati di pedane, e a tener sempre presenti le esigenze dei disabili, l’idea del trasporto a chiamata appare come la più avanzata per i disabili. È di questo che ci stiamo occupando.

 

Chi obietta di non essere un pacco postale lo fa per pura demagogia o per partito preso. “Capire prima di discutere, discutere pria di condannare” mi sembra un buon metodo. Io personalmente avrò molto da imparare, ma chiunque faccia qualcosa fa già meglio dell’assessore Nazareno Torquati, che su questo tema non risulta abbia brillato in idee e contributi. Ragionare di problemi e soluzioni è un conto. Ammettere che si può e si deve migliorare va ancora bene. Ma la critica distruttiva, rancorosa, fine a se stessa, è inaccettabile, e non porta un pubblico beneficio, a parte il canonico quarto d’ora di celebrità a chi la pronuncia.»

 

 

 

l’assessore alle Politiche della Città Solidale

            Loredana Emili

Il trasporto pubblico per i disabili al centro di un incontro

Dopo le proteste sollevate nei giorni scorsi da alcuni disabili in relazione alle condizioni di accessibilità ai mezzi adibiti al servizio di trasporto pubblico locale, l’Amministrazione comunale di San Benedetto ha convocato un incontro con tutti i soggetti interessati per valutare le azioni da mettere in atto per migliorare la situazione.


carrozzina e autobus

Vi hanno preso parte per il Comune il sindaco Giovanni Gaspari, l’assessore ai servizi sociali Loredana Emili, il dirigente Pietro D’Angeli, il funzionario addetto al servizio disabilità Alessandro Marinelli, il comandante della Polizia municipale Giuseppe Coccia. Per la Provincia di Ascoli erano presenti l’assessore Filippo Olivieri e il dirigente Giuseppe Serafini, per la Start il presidente Arrigo Silvestri con alcuni funzionari della società di trasporto.


Presenti anche gli esponenti di alcune associazioni di disabili come Roberto Zazzetti de “La Meridiana” di Ascoli, Jonny Perozzi dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada onlus e Giuseppe Greco, protagonista giorni fa di una clamorosa forma di protesta per denunciare il problema.


E’ stata proprio la Start a fare un quadro della situazione che, seppur non ottimale, si presenta migliore rispetto a tante altre realtà: oggi circolano nella Provincia 18 mezzi abilitati al trasporto dei disabili. Peraltro una pedana per salita e discesa delle carrozzine costa circa 7500 euro per mezzo, una risorsa che non è immediatamente disponibile per tutto il parco circolante. Anche sul fronte delle infrastrutture si segnalano carenze soprattutto legate all’adeguamento dei punti di salita e discesa alle fermate. Senza considerare la necessità di disporre di personale aggiuntivo per la necessaria assistenza e l’inevitabile allungamento dei tempi di percorrenza per consentire salita e discesa delle carrozzine con intuibili disagi per gli altri utenti.


“La direzione verso cui tutti hanno concordato di muoversi – ha spiegato l’assessore Emili – è quella di istituire un servizio a chiamata con mezzi dedicati. Naturalmente questa può essere solo una soluzione temporanea per consentire il progressivo adeguamento dei mezzi e delle infrastrutture di supporto. Ma poiché questo processo, anche alla luce delle ridotte disponibilità economiche, non può avere tempi brevissimi, ecco che la soluzione del servizio a chiamata può rappresentare una valida alternativa”.


Un nuovo incontro è stato convocato per la prossima settimana per definire meglio le modalità di attivazione del servizio.

incontro_start_disabili                                                                   


                                                                                                                                                                              un momento dell’incontro




5 Agosto 2010 alle 17:34 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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