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Ritorna la danza nel teatro albanese di Hadrianopolis

di | in: Cultura e Spettacoli

La quinta campagna di scavi archeologici condotti dall’Università di Macerata nella città romana di Hadrianopolis (Albania) si è conclusa ad agosto con la messa in scena di un balletto dedicato all’Imperatore Adriano dal titolo “Sul Sentiero di Adriano – Ne Gjurmet e Adrianit”, organizzato dall’Associazione Arena Sferisterio, che ha visto tra gli altri la partecipazione straordinaria di Anbeta Toromani. Il teatro dell’antica città, di recente restaurato grazie all’intervento della Regione Marche, oltre che della Provincia di Macerata di quella di Ascoli Piceno e del Comune di Urbisaglia, dallo stesso Ateneo nell’ambito del Progetto Archadrin, è stato l’affascinante scenario dove, dopo duemila anni di silenzio, sono tornati la musica e la danza.


“Il nostro dovere di archeologi non può concludersi nell’attività di ricerca e nella pubblicazione di carattere scientifico, ma una società complessa ed articolata come la nostra, nella quale la tutela dei beni culturali tende ad essere subordinata ad altre esigenze, impone anche a noi ricercatori di porre la valorizzazione tra gli obiettivi principali. Solo diffondendo il più possibile le conoscenze e proponendo modelli di gestione delle risorse e del territorio diversi si può pensare ad un moderno sviluppo economico e culturale senza il quale la nostra stessa ricerca perderebbe molto del suo senso”. Sono queste le parole di Roberto Perna, direttore della Missione archeologica ed è grazie all’Associazione Arena Sferisterio, ed all’accoglimento dell’iniziativa da parte della Regione nell’ambito del Festival Adriatico Mediterraneo, che questa ha potuto prendere corpo.

La Toromani, dopo nove anni è tornata a danzare nella sua Albania affiancata da Alessandro Macario e dalla coppia formata da Jonatan De Luis Mazagatos e Marta Mafalda Marcelli. In programma musiche di Albéniz, Bach, Bizet, Mozart, Puccini, Negro e Senovilla, per le coreografie di Amedeo Amodio, Alessandra Celentano, Roberto Maria Pizzuto, Diego Watzke e dello stesso Jonatan De Luis Mazagatos.

Pier Luigi Pizzi, attualmente ad Istanbul per il concorso di canto intitolato a Leyla Gencer, colpito dalla bellezza del luogo ha fortemente sostenuto la realizzazione dello spettacolo. Ecco dalle sue parole il senso dell’iniziativa: “Sono molto soddisfatto del risultato di questa prima esperienza di collaborazione tra lo Sferisterio Opera Festival e il Festival Adriatico Mediterraneo, che ha trovato la sua alta espressione negli scavi archeologici condotti dal professor Perna ad Hadrianopolis. Spero vivamente che a questa seguiranno altre più articolate collaborazioni nei prossimi anni”.


La serata ha voluto quindi ridare vita e riconsegnare alla comunità albanese un monumento di così grande interesse creato dall’imperatore Adriano (117-138 d.C). Proprio il filoelleno fondando una nuova città volle, infatti, dotarla dell’arredo monumentale degno di un centro urbano pienamente romanizzato, tra i cui elementi essenziali il teatro e con esso l’arte drammatica. Riutilizzare l’antico edificio romano significa quindi ripercorrere la strada che Adriano, amante della Grecia e della sua cultura, ci ha indicato nel suo sogno universale: la cultura, la musica e la danza ci permettono di superare le differenze trovando una unità nei valori più puri dello spirito umano.


Tale sogno sembra quindi essere stato condiviso da un folto pubblico che ha potuto godere dello spettacolo. Tra gli spettatori, il vice ministro alla cultura S. Turlu, il Direttore dell’Istituto dei Monumenti di Cultura di Tirana A. Bace, il Vice Console Generale d’Italia a Valona, il Consigliere speciale del primo ministro albanese N. Ceka, oltre che il Prefetto di Gjirokaster e il Rettore dell’Università di Gjirokaster, Ateneo che da anni collabora, nell’ambito dei propri corsi di archeologia, con quello di Macerata. L’evento, trasmesso anche televisivamente, ha avuto, inoltre, un notevole riflesso nella stampa e nelle radio e televisioni albanesi che hanno particolarmente enfatizzato l’attività di ricerca archeologica italiana che ha consentito di riportare la danza nell’antico teatro e Anbeta Toromani nella sua Albania.

Tiziana Tombesi, Sub commissario della Provincia di Macerata, ricorda a questo proposito che “proprio il grande interesse suscitato dall’iniziativa dimostra come la collaborazione tra i paesi delle due sponde dell’Adriatico, oltre ad essere uno storico dato di fatto e in tale prospettiva debba essere valutato, può oggi anche per noi essere una grande occasione per elaborare e sviluppare progetti comuni e la cultura è un importante strumento e campo di azione”.




8 Settembre 2010 alle 23:13 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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