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Il cordoglio di Scienze della comunicazione per la scomparsa di Monicelli

Nove anni fa la laurea honoris causa al celebre registra

 

La preside della Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Macerata Barbara Pojaghi esprime cordoglio per la morte del grande regista Mario Monicelli, al quale il 15 novembre del 2001 era stata conferita la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione, perché “nel corso della sua lunga carriera – si legge nella motivazione di allora – ha saputo cogliere, come pochi, gli elementi salienti della società italiana, disegnandone e rappresentandone i tipici caratteri attraverso un linguaggio cinematografico dotato di profonda comprensione e grande partecipazione emotiva unita ad ironico distacco, e ha contribuito così in modo decisivo a creare quale che viene oggi indicata come “ commedia all’italiana”, una forma di espressione artistica che ha assunto un posto di autonomo e originale rilievo nella storia del cinema per la sua indiscussa capacità di comunicare al mondo intero, al di là di steccati ideologici, politici o religiosi, lezioni di autentica universale umanità”.


L’artista, nato nel 1915, laureato in storia e filosofia, critico cinematografico dal 1932, tenne la sua lectio magistralis nell’Aula Magna dell’Ateneo sul tema “Il linguaggio cinematografico tra comunicazione e informazione”, esordendo con la propria peculiare ironia: “Sono sempre stato ritenuto una persona dal carattere sbrigativo e, a volte, cattivo e cinico: adesso vorrei tener fede a tutto questo”. La laudatio era stata affidata all’allora preside di Lettere Simona Costa e alla professoressa Cristina Bragaglia, docente di Teorie e tecniche cinematografiche. La parola era passata, quindi, al critico cinematografico Ferdinando Di Gianmatteo: “Mario è un grande autore, una persona che ha le doti e le qualità di un vero artista, nonostante egli non ami definirsi come tale”.

Giovani ricercatori in cattedra

Barbara Osimani parla del principio di precauzione

Barbara Osimani, laureata nel 1999 in Lettere all’Università di Macerata e attualmente senior researcher presso L’Università Cattolica di Milano, terrà domani pomeriggio, alle 17 al Dipartimento di Filosofia e scienze umane dell’ateneo maceratese una conferenza sul tema “Causalità probabilistica e principio di precauzione: il contributo dell’epistemologia Bayesiana“.

 

Storicamente il principio di precauzione si è sviluppato sulla scia di disastri ecologici e danni alla salute delle persone e dell’ambiente causati da sostanze inquinanti e molecole sintetiche di varia applicazione (farmaceutica, fitofarmaceutica, edilizia, etc.). L’interpretazione del principio di precauzione fornita più frequentemente lo descrive come una massima di comportamento decisionale basata sull’avversione al rischio in virtù dei pericoli ignoti potenzialmente nascosti nell’utilizzo di varie tecnologie. Tale interpretazione rafforza il concetto di “euristica della paura” raccomandata da Jonas, finendo così per oscurare l’aspetto cognitivo di incorporazione dell’incertezza negli strumenti legali ed amministrativi, che ne costituisce la reale novità.




30 Novembre 2010 alle 22:23 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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