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Contemporaneamente al Teatro dei Marsi di Avezzano

di | in: Cultura e Spettacoli, Primo Piano

Ulderico Pesce

Il coraggio di Ulderico Pesce in scena al Teatro dei Marsi

l’attore minacciato più volte per il suo impegno

sul tema dei traffici illeciti di rifiuti 

 

In scena il 14 gennaio per la Stagione di Teatro Contemporaneo lo spettacolo di Ulderico Pesce  Asso di Monnezza, intenso e divertente spaccato dell’Italia contemporanea che affronta in maniera decisa e approfondita il tema dei rifiuti. Lo spettacolo è coprodotto da Legambiente, Festambiente Sud e dal Teatro dei Filodrammatici di Milano e fa parte del filone contemporaneo di Teatro Civile che il Teatro Lanciavicchio ha voluto proporre al pubblico abruzzese attraverso la Rassegna Contemporaneamente.

Ulderico Pesce è stato definito dalla critica “esponente di spicco della nuova generazione dei narratori teatrali italiani” e grazie – o meglio-  a causa delle sue inchieste spettacolo sulla malavita organizzata e i relativi traffici illeciti ha subito diverse minacce e attentati , l’ultimo dei quali nel settembre scorso quando al termine di una rappresentazione sul tema delle scorie radioattive la sua auto è stata incendiata al di fuori del teatro con una modalità di inequivocabile stampo mafioso.

Lo spettacolo Asso di Monnezza si snoda attraverso la storia ‘esemplare’ di Marietta, nata nella periferia di Napoli a ridosso di una discarica di “monnezza”: questa donna pur cambiando casa e paese trova sempre davanti alla sua finestra discariche nuove e nuovi traffici illeciti contro cui combattere. La storia quindi di una famiglia del sud e dei contrasti familiari ed economici tra moglie e marito che ricalcano quasi i contrasti tra un nord e un sud dell’Italia che si ritrovano a gestire un problema difficile e invasivo con modi e ruoli apparentemente diversi e solo apparentemente contrapposti.

Lo spettacolo racconta con la grande forza narrativa di cui questo autore è capace i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali, che attanagliano l’Italia tanto da far dire che il vero asso nella manica è “quello di monnezza”, vale a dire che l’immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento soprattutto alla malavita.

Per questi evidenti motivi lo spettacolo è stato inserito nella Stagione promossa dal Teatro Lanciavicchio: una grande ed affermata capacità attorale da parte dell’interprete Ulderico Pesce e un’equivalente qualità nel tema proposto, un impegno artistico che va di pari passo con l’impegno civile di raccontare, analizzare e riflettere insieme al pubblico su temi d’attualità che coinvolgono ognuno di noi, e  quando possibile riuscire anche a riderne .   

 

Nota a margine

Nello spettacolo Ulderico Pesce sottolinea infine la necessità di punire penalmente i reati ambientali inserendo nel Codice Penale Italiano il reato contro l’ambiente: oggi, in Italia, se si contamina il mare o la terra il reato non è punito penalmente ma nella maggior parte dei casi si risolve con un’ammenda pecuniaria. Per questo Pesce ha dato vita ad una petizione popolare sul sito www.uldericopesce.com affinché il reato contro l’ambiente venga inserito nel codice penale




di Asso di monnezza hanno scritto:

 

Ogni suo spettacolo si trasforma in una battaglia ideale.”

Alessandro De Feo  L’ESPRESSO 

 

Tutto vero come le lacrime di Pesce davanti all’ultima vittima di cromo e arsenico: un gruccione.”

Elisabetta Dente  IL SOLE 24 ORE

 

Asso di monnezza, ovvero lo sporco affare che sta stritolando l’Italia”

Maria Grazia Gregori  L’UNITA’

 

La bravura di Pesce sta nella grande capacità comunicativa. Sa denunciare e commuovere.”      

Luca Vido  IL GIORNO

 

Pesce,  fastidiosa Cassandra della scena italiana che dall’azione scenica guida alla reazione sociale” 

Livia Grossi  (Magazine)  IL CORRIERE DELLA SERA

 

 

Di Ulderico Pesce hanno scritto:


l’Unità, Rossella Battisti: “Un narratore di un’Italia dimenticata. Del fare teatro passando per l’archivio, la memoria e poi agitando il tutto per un perfetto cocktail da scena. Teatro con senso e con anima che non finisce con la sigla “the end”, ma continua a lavorarti dentro e, magari, si aspetta che possa agire nella realtà.

 

Corriere della Sera, Franco Cordelli: “Pesce recita come se fosse seduto a un tavolo con ciascun spettatore, mi racconta una storia, è la storia di un altro, ma potrebbe essere la sua. Pronuncia una lunga frase e fa una pausa, con calma come se il tempo fosse illimitato, come se fossimo a Matera e non fossimo incalzati da nessuna delle nostre pseudo-brame di vita.”


Avvenimenti, Marcantonio Lucidi: “Pesce, attore di sicura forza teatrale, è uno di quegli showman di cui l’Italia ha il segreto, i mattatori di estrazione locale ma di valore nazionale.


La Repubblica, Nico Garrone: “Ulderico è come un felliniano cultore di bizzarri “amarcord” ignoti ai libri di storia e alle pagine dei grandi quotidiani”


l’Unità Adele Cambria: “Ulderico Pesce mi fa venire in mente per similitudine Ignazio Buttitta, il poeta siciliano che è stato l’ultimo dei grandi cantastorie del Sud.”

 

IL MANIFESTO Gianfranco Capitta: “Quella di Pesce è una teatralità piena e avvolgente” 

 

Diario, Attilio Scalpellini: “Dolce e dolente è la matrice del teatro estroverso e popolare di Ulderico

 

Il Tempo, Tiberia De Matteis: “Il teatro di Pesce cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica su importanti argomenti con la sua indubbia ed etica arte scenica.”

 

l’Unità, Claudio Fava: “Piace perché racconta, affabula, ricorda, stupisce e insegna.”

 

ITALIA SERA  Annalisa Venditti: “Il teatro di Pesce sa toccare naturalmente i vertici delle emozioni”

Ulderico Pesce, definito dalla critica italiana: “esponente di spicco della nuova generazione dei narratori teatrali italiani”, è nato in Lucania ed ha quaranta anni. Allievo dell’Accademia di Teatro di Mosca diretta da Anatoli Vassilev, ha lavorato come attore con Luca Ronconi, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Giancarlo Sbragia, Gabriele Lavia e altri. Ha partecipato a vari progetti internazionali (Mosca-Roma: Ciascuno a suo modo di  Pirandello per la regia di Vassilev, con il Teatro di Roma, l’Accademia teatrale di Mosca e l’Università “La Sapienza di Roma”; Berlino: Capitan Ulisse di Savinio per la regia di Erik Baranowski, con le Università di Berlino e di Parma).
Ha messo in scena Diario Ottuso di Amelia Rosselli, (parte del lavoro è andato in onda a Blob Fuori orario, Rai 3), Novecento di Alessandro Baricco e Levi Carlo Graziadio, scritto con Giovanni Russo. Successivamente ha scritto e diretto Contadini del Sud, tratto dall’opera di Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, con il quale ha partecipato a festivals in Australia, Argentina, Brasile, Uruguay, Cile, Colombia, Venezuela, Francia e Svizzera. Questo spettacolo, andato in onda su Rai Sat album, è stato definito da Franco Cordelli, sul Corriere della Sera:Lo spettacolo più sorprendente della stagione teatrale”. Nel 2003 Pesce ha scritto e diretto L’innaffiatore del cervello dell’anarchico Passannante, con il quale ha partecipato al Festival Internazionale di Teatro di Santarcangelo di Romagna e a festivals in Cile, Argentina e Perù. Ha messo in scena inoltre Storie di Scorie: come si costruisce una pattumiera nucleare: Scanzano, Saluggia, Roma, Latina, Rotondella. Sta portando in scena Fiato sul collo i 21 giorni di lotta degli operai Fiat di Melfi con cui ha vinto il Premio Riccione per il Teatro 2005 sez. Marisa Fabbri.




13 Gennaio 2011 alle 0:44 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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