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La città ricorda la “sua” Bice Piacentini

di | in: Cultura e Spettacoli

un momento della conferenza di presentazione degli eventi

Presentato il programma di celebrazioni per il 70esimo anniversario dalla morte della poetessa


L’Amministrazione comunale ha presentato il programma di celebrazioni in occasione del settantesimo anniversario della morte di Beatrice (Bice) Piacentini Rinaldi. L’omaggio si articolerà attraverso una serie di iniziative previste per la prossima primavera/estate realizzate con il contributo della sezione locale della Lega navale, dell’Associazione albergatori della città, del Circolo dei sambenedettesi e dell’associazione teatrale “Ribalta Picena”.

Il culmine delle celebrazioni sarà la messa in scena di “Ttenella”, dramma in tre atti che la Piacentini scrisse nei primi anni del ‘900 e che fu rappresentato per la prima volta nel 1924, con la stessa poetessa nel cast pur se in un piccolo ruolo. Il 19 e 20 maggio al teatro Concordia l’opera sarà riportata in scena in un nuovo allestimento curato dalla “Ribalta Picena” e, nella stagione estiva, ci saranno due nuove rappresentazioni, in spiaggia e al porto.

“Ttenella” racconta l’amore tragico e infelice di Annunziata (Ttenella) verso Salvatore che, nel corso dell’ estate, s’innamora di una turista romana, Bianca, e per questo decide di lasciarla. La donna, distrutta dal dolore, tenta di avvelenarsi ma si salva per un soffio. Quando, in ospedale, sente le voci di alcuni turisti e tra questi riconosce quella di Salvatore, non ce la fa e muore di crepacuore.

“Aver avuto tra i concittadini una donna come Bice è un grande orgoglio per la città – ha spiegato l’assessore Margherita Sorge durante la conferenza stampa di presentazione del programma – perché la Piacentini ha elevato il nostro dialetto al rango letterario. Non è un caso che i dati del suo archivio privato siano stati appena stati inseriti nel database nazionale del progetto “Memorie disperse – Progetti e percorsi di recupero e valorizzazione degli archivi femminili”, gestito dal Ministero per i beni e le attività culturali”. “In questo modo la nostra poetessa più illustre è entrata a far parte del patrimonio culturale nazionale”.

“Sarà uno spettacolo completamente nuovo – ha aggiunto Giancarlo Brandimarti della compagnia “Ribalta Picena” – perché abbiamo lavorato su un dattiloscritto ritrovato solo ora nell’ Archivio storico della città con, a fianco, le note dell’ autrice”.

A corredo dell’iniziativa, è stato annunciato che due costumi, realizzati con grande cura per il dramma, saranno conservati al Museo del mare mentre una mostra con foto e appunti dell’ artista sarà aperta nell’ Archivio storico comunale, accolto come noto proprio nel palazzo di Bice Piacentini al Paese alto.

Ttenella


BEATRICE PIACENTINI-RINALDI


Beatrice Piacentini-Rinaldi, detta Bice, nacque a San Benedetto del Tronto il 21 Agosto 1856 dall’avvocato Augusto, proprietario assieme al padre di uno studio legale a Roma, e dalla sambenedettese Marianna Fiorani, figlia di Anastasio Fiorani (priore comunale di San Benedetto e Vice-Console di Spagna Parma e Piacenza).

Passò gli anni dell’infanzia tra Roma e San Benedetto; dimorò anche a Collevecchio (Rieti) paese d’origine dei Piacentini nel Palazzo rinascimentale costruito su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane. Proprio a Collevecchio ebbe modo di innamorarsi di quel giovane che sarebbe divenuto suo marito. Così sposò, dopo aspre discussioni familiari, il fratello minore del padre, lo zio Carlo di appena quattro anni più grande. Dall’unione nacque un unico figlio, Giuseppe nato a Roma nel 1881 ed ivi scomparso nel 1935. Ma, la morte del figlio, non fu l’unico dolore che ebbe a sopportare: già giovanissima, nel 1869 perse il padre, nel 1881 l’amato fratello Gualtiero (Architetto, che disegnò il nuovo cimitero monumentale sambenedettese), nel 1911 il marito e nel 1912 il fratello Ernesto (pittore e fotografo). Intorno ai primi anni del ‘900 decise di prendersi cura di Pia Ceccarelli (poi coniugata Scaramazza), figlia di un marinaio, tal Alvise Filippo Ceccarelli, abitante in via Firenze, in una modesta casa poco distante dalla dimora Fiorani. La compagnia della piccola Pia la distolse dai lutti familiari mentre iniziava la stesura dei primi sonetti in dialetto sambenedettese, pubblicandoli a più riprese tra il 1904 (dedicati alla memoria del fratello Gualtiero) e il 1926. Nel 1905 fu premiata all’Esposizione Regionale di Macerata e le sue rappresentazioni teatrali iniziavano a riscuotere successo. Le sue opere apparvero dapprima su giornali e riviste e la sua ultima pubblicazione furono i “Sonetti Marchigiani” dedicati alla memoria dell’amata madre Marianna deceduta nel 1921.

(…) Del paese che a me pare il più bello, il cui dialetto, che ad altri può sembrare barbaro, ha per me tanta suggestiva nostalgica dolcezza di ricordi, tentai ritrarre aspetti sentimenti abitudini, raccogliendo dalla viva voce, ed, a preferenza, da labbra femminili, qualcuna tra le più schiette manifestazioni dell’anima popolare (…). Questo è ciò che scrisse nella prefazione del saggio “Poesia Vernacola Sambenedettese”. Passò gli ultimi anni della sua vita nella amata terra natale e morì a San Benedetto nella casa “Fiorani” il 18 Maggio 1942 alla veneranda età di 85 anni.


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Ttnella





31 Gennaio 2012 alle 17:34 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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