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La navicella-teatro AIKOT

di | in: Primo Piano

Vincenzo Di Bonaventura

[ TeatrLaboratorium-AIKOT / Auditorium Luigi Coccia – Via Fileni 44 – San Benedetto del Tronto ]

 

 

Difficile immaginare che possa anche soltanto decollare, incastrata com’è tra le case del paese alto. Ci arrivi in salita per la strada stretta e vecchia, varchi l’ingresso sotto una serranda di ferro, dentro ti siedi su irregolari panche di ulivo maestose e bionde, senza cinture di sicurezza. Ben prima del “decollo” stai già in un altro spazio; l’esterno per due ore non lo vedrai, non ci sono oblò. Ma manco lo penserai.


Intorno, il più perfetto introvabile irripetibile non-teatro: manichini dimezzati bianchi e neri, scale appoggiate in attesa, grandi legni sovrapposti grezzi o lucidi secondo l’età, fari da cinema dalle grosse pinze, sipari accantonati, manifesti ingialliti ma importanti e viaggianti, tipo Olympia di Parigi… Ordinatissimo professionalissimo disordine. E ondate di musica classica, nuova, non orecchiabile, potente severa e fedelissima, che fuori non sentiresti mai.

Anche stasera nessuna agenzia (di viaggi…) ti ha prenotato il posto, neanche sai la destinazione precisa. L’avventura è totale. Al botteghino, che c’è, nessuno ti chiede biglietto nè soldi. Al “comandante” non importa, più importante è il volo. Comunque, posti 27. Uno è il tuo.

Questi giorni (27-28-29 gennaio, 4-5-12 febbraio – h 21.30) la navicella Aikot fa un balzo ancor più impegnativo e coraggioso: i primi tre atti de “IL VICARIO” di Rolf Hochhuth, con Vincenzo Di Bonaventura attore solista. Nel “Giorno della Memoria” TeatrLaboratorium-Aikot si rivelerà ancora più testimoniale, brechtiano, autentico, scomodo, energico, unico.

Un viaggio emotivamente tremendo e necessario per gli 8 “passeggeri” di oggi nella navicella-teatro, inchiodati sulle panche e sui legni (altro che rosse poltroncine Frau), davanti alle catastrofi, alle vergogne, al male dell’oblio, alla follia nella tragedia, rappresentate solo con le parole. Senza additivi. Senza retorica. Nessuna commemorazione ad orologeria, come usa.

Ma Aikot è una navicella per viaggi incredibili e fermi. Salirci non è come andare a un teatro. Questo è teatro “non caciottaro”. Non omnibus, ma di chi è la colpa?


      29. 1. ’12                      PGC




31 Gennaio 2012 alle 18:05 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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