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Cinema Margherita, arriva l’elegante pellicola “Quattro notti con uno straniero”

di | in: Cultura e Spettacoli

Quattro notti con uno straniero

CUPRA MARITTIMA – Proseguono gli appuntamenti del Cinema Margherita nell’ambito della rassegna Giovedì d’Essai, Frammenti dalla Biennale Frammenti di Festival.


Dopo “Una domenica Notte” e il “Sospetto”, giovedì 14 marzo alle ore 21.15 il Cinema Margherita proietterà il film “Quattro notti di uno straniero” ospitando nella sua sala il regista Fabrizio Ferraro. All’incontro prenderà parte anche il produttore della pellicola Marcello Fagiani.


Il film, in bianco e nero, ha come interpreti Marco Teti e Caterina Gueli Rojo, un uomo e una donna che si incontrano nella stessa città: Parigi. I due si inseguono e contemporaneamente si sfuggono. Ispirato dalle “Notti bianche” di Dostoevskij, il film si svolge in quattro movimenti. Quattro notti in cui i due incerti amanti si accompagnano e si specchiano in una Parigi illuminata da un bianco cittadino abbagliante e senza tempo. (da www.trovacinema.it )

 

Ecco qualche informazione sul regista. Ferraro ha studiato Cinema e Filosofia del linguaggio, si è poi dedicato alla fotografia e all’organizzazione di incontri e retrospettive legati al linguaggio cinematografico. Nel 2000 e nel 2001 ha diretto la Mostra Cinematografica Internazionale di Terzo Cinema. Nel 2006 ha dato alle stampe il Breviario di estetica audiovisiva amatoriale “Natura, immagine, etica”, edito da Derive Approdi. Ha realizzato inoltre tra il 2006 e il 2008 una tetralogia di film-studio sull’amatorialità, pellicole che sono state presentate singolarmente in vari festival tra cui il Torino Film Festival e il Fid di Marsiglia. Nel 2009 ha inoltre diretto “Je suis Simone – La condition ouvrière”, ottenendo la menzione speciale al 27° Torino Film Festival, seguito l’anno successivo da “Piano sul pianeta – Malgrado tutto, coraggio Francesco” e nel 2011 dal film “Penultimo paesaggio”.


Ferraro è artista e sperimentatore, che oltre ad un’intenzione e riproposizione diversa del mondo che ci circonda, propone anche una rielaborazione dei linguaggi stessi del cinema da cui parte. La visione delle sue opere è, e continua ad essere, una sfida concettuale e intima, nella quale lo spettatore deve avere il coraggio di porsi come si conviene ad una palestra intellettuale, dove il gusto di piegare, spazzare e umiliare credenze critiche edificate in noi è parte integrante di un processo conoscitivo viscerale, dove l’unica certezza è che non ve ne è nessuna, per placide onde cinematografiche che riescono a lenire nostri timori – e amori – ma che mai ci culleranno, distruggendo con la loro salinità i ferri strutturali della nostra esistenza.


In sostanza quello di Ferraro è un cinema politico, ideologico ed estetico. È l’arte più fine a sé stessa – ed è qui inteso come un complimento, si badi bene – perché non vi sono altri fini che non riguardino noi stessi. Ricalcando le movenze di “Penultimo paesaggio”, Ferraro filma una Parigi uterina e arcigna, santa e puttana, dove due compagni di viaggio esplorano una città impossibile, non conciliante, dove nelle sue cavità urbanistiche e architettoniche presenta sia i nostri Eden che le nostre Abu Ghraib interiori. Una città liquida, una narrazione irrisolta, nella quale l’estetica è etica, dove i silenzi si fondono con i paesaggi, dove Dostoevskij siede a tavolino con George Trakl e Calvino, Renoir con Pasolini, i macchiaioli con i veristi, per uno spettro artistico onnicomprensivo che umilia e rinvigorisce lo spirito, l’intelletto, le forme e i contenuti. E i paesaggi, umani e non. Straniante, come abitare il conflitto”. (Emanuele Protano– pointblank.it)


Un appuntamento da non perdere per gli amanti del cinema. Il costo del biglietto è di 5 euro l’intero, 4 euro il ridotto che vale anche per gli universitari, e per i possessori della tessera Ancci.




10 Marzo 2013 alle 22:08 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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