Fake e “falsi”

Arriva il momento in cui dire si rende necessario porre un argine, soprattutto quando ridicoli tentativi di “satira” possono diventare il ventaglio che alimenta un fuoco, quello della violenza.

Violenza che finora si limita alle parole.

Mi riferisco alla campagna denigratoria che da qualche settimana mi sta riguardando e che è scaturita dalla notizia dell’acquisto dell’Ascoli calcio da parte dell’imprenditore Bellini.

Il primo tentativo di diffamazione è partito con la diffusione di una falsa notizia relativa al Gran Pavese rossoblù che avremmo assegnato all’imprenditore “ascolano” Bellini: dopo aver facilmente dimostrato che tra i premiati elencati sul sito ufficiale della città di San Benedetto questo nome non c’era, gli “untori” sono passati al contrattacco: il Sindaco Gaspari è incapace di attrarre gli imprenditori, ed in particolare quello italo-canadese, che per tutta risposta a questa scarsa attrattività avrebbe comprato l’Ascoli calcio.

Ma evidentemente il vento della calunnia non era ancora abbastanza forte e quindi perché non aggiungere un po’ di “satira” alle falsità che “corron veloci di bocca in bocca”?

Ecco che si aggiunge al gruppo dei calunniatori anche un “esperto di comunicazione telematica”, in grado di elaborare un fake del mio profilo twitter (forse scimmiottando qualche guida for dummies che avrà trovato su youtube) e che ha pubblicato qualche giorno fa un falso tweet in cui mi farebbe dire “Bellini? Arusta furia!”, in puro ascolano (mi dicono).

Io credo che sia arrivato il momento per queste “brave” persone di vivere e brillare di luce propria (sempre che ne siano dotati), senza dedicarsi a screditare gli altri per tentare di alimentare il proprio ego.

La città, la Sambenedettese ed i tifosi hanno già sufficienti problemi, per risolvere i quali occorrono serenità ed unità.

Queste gesta, se volevano essere goliardiche, sono sicuramente di pessimo gusto e servono solo a buttare benzina sul fuoco, nel tentativo – abbastanza maldestro – di delegittimare un ruolo ed una persona. E l’unica cosa che hanno finora prodotto è stata una grande rabbia che è sfociata nei cori di oggi allo Stadio.

Giovanni Gaspari