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Serata incantevole con la Paris Mozart Orchestra al Lauro Rossi di Macerata

di | in: Primo Piano

Maddalena Crippa e la Paris Mozart Orchestra

Viaggio nei miti greci con la Paris Mozart Orchestra di Claire Gibault e Maddalena Crippa

Una serata magica venerdì scorso a Macerata per l’unica tappa italiana dell’ensemble francese

 

 

Macerata, 2014-12-14 – È una bella sorpresa quella che venerdì scorso l’associazione musicale Appassionata di Macerata dedica ai suoi aficionados. Un quinto concerto che già sulla carta lascia pregustare una serata incantevole in una stagione davvero ricca di qualità.

La Paris Mozart Orchestra diretta dal celebre maestro Claire Gibault approda al teatro Lauro Rossi di Macerata per quella che è l’unica data italiana. E già questa sarebbe la notizia. A rendere il concerto ancora più speciale un altro grande nome, Maddalena Crippa, attrice brianzola di qualità inequivocabile.

A lei il compito di fare da voce recitante in uno dei tre momenti della serata. Tre step differenti ma tutti focalizzati sulla questione affascinante e senza tempo del “mito”. È a quell’archetipo significante, assunto che ben calza in ogni epoca proprio perché portatore di valori universali, che si rifanno i tre movimenti della serata.

Si parte dalle “Sei metamorfosi” di Ovidio del compositore inglese Benjamin Britten. Sei pillole narrative per oboe solo eseguite da Philippe Giorgi. Le sei metamorfosi vengono qui tracciate in tratti sonori che alternano il giocoso e il sinistro, la lentezza e la velocità, il tono esclamativo e l’interrogativo, il ritmo e l’intervallo di silenzio. Il passaggio dal prima alla trasformazione del dopo prescinde dalla conoscenza dello spettatore della storia narrata dal mito. Tutto è percepibile dalla musica e dalla sua capacità evocativa e ipnotica nel rimandare alla mente di continuo un mondo valoriale e fatato, magico. Non a caso Britten, qui alle prese con il mito classico, è anche l’autore dell’opera lirica “Sogno d’una notte di mezza estate”. La carica “elfica” si insinua anche qui tra le righe del pentagramma.

Un momento del concerto

Un momento del concerto

Se l’apertura per oboe era in linea di discendenza con l’aulòs greco tradizionalmente legato al mondo classico, il secondo momento della serata si arricchisce di suoni e sfumature forse estranee al mondo greco ma sicuramente attinenti nel richiamarlo alla mente. Si tratta de la “Six épigraphes antiques” di Claude Debussy. Qui è l’intera orchestra ad entrare in scena sotto l’abile guida del maestro Claire Gibault, prima donna nel ‘95 ad aver diretto l’orchestra della Scala. Assistente di Gardiner, di Abbado e creatrice nel 2012 della Paris Mozart Orchestra, la Gibault non ha certo bisogno di presentazioni e averla a Macerata è davvero un bel colpo.

Stati di sospensione in atmosfere rarefatte e liquide, accordi che sembrano rimanere in uno stato etereo, suoni gravi e sinistri ad aprire il secondo pezzo e poi di nuovo l’intensità torna a salire e si schiarisce lo sguardo torvo di certa partitura, si esce pian piano dalle tenebre e nel quinto pezzo addirittura si affaccia un ritmo orientaleggiante tenuto dall’incalzare di contrabbasso e violoncello. Si lascia spazio ad un impressionismo sibillino e incerto nell’ultimo passo con qualche effetto naturalistico e una chiusura sospesa.

Con il melologo “Orfeo, flebile queritur lyra”, si giunge alla musica contemporanea di Silvia Colasanti e si innesta la voce recitante di Maddalena Crippa. Lieve nei movimenti d’aria di una direzione sapiente e esteticamente perfetta, la Gibault ora gestisce i tempi del racconto in musica e della musica in racconto.

Il mito di Orfeo, musico e poeta, meglio di altri si presta a questo abbraccio tra musica e parole. Gli archi stridono riportando alla mente un suono di sirena, ad ogni frase la musica commenta e persino i momenti di attesa in cui l’ascoltatore teme per i beniamini del mito raccontato dalla Crippa, si tramutano in stati di sospensione infiniti dove lo struggimento, l’incertezza, l’estasi gioiosa, fluttuano nella platea del teatro Lauro Rossi. La tessitura parola-testo musicale è perfetta, senza sbavatura alcuna e Maddalena Crippa riesce a tenere, pendenti dalle sue labbra, gli spettatori in sala, benché il mito dell’Orfeo sia davvero molto conosciuto.

La musica schiarisce e veste ogni momento della narrazione come chi sa creare scenari e sceneggiature anche dove ci sono solo le quinte del palcoscenico.

Applausi convinti e pubblico davvero soddisfatto.

Philippe Giorgi

Philippe Giorgi

manifesto stagione 2014-15

manifesto stagione 2014-15

 




14 Dicembre 2014 alle 21:30 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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