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Yuja Wang a Macerata, il suo passo a due con il pianoforte

di | in: Primo Piano

Yuja Wang

Per la stagione di Appassionata, il concerto della talentuosa musicista cinese

 

MACERATA – Quando Yuja Wang, domenica scorsa, è salita sul palco legnoso del Teatro Lauro Rossi di Macerata, avvolta in un abito rosso fuoco che lasciava scoperta la schiena, il pubblico non ha saputo trattenersi da un applauso sentito e tuonante come quello che si regala dopo un’esibizione strepitosa.

La sua fama la precede e non a caso, quest’ottavo concerto della stagione concertistica targata Appassionata, registra il sold out.

Posata, elegante, sensuale, energica, carezzevole, nostalgica, lirica e poi di nuovo dirompente. La pianista cinese Yuja Wang, dall’alto dei suoi soli 27 anni che suonano con la maestria di un’artista matura, dopo aver conquistato il mondo, arriva a Macerata e strega il suo pubblico.

Il fatto che sappia rendere in musica sentimenti, emozioni, paesaggi e colori, è questione ben più complessa del solo ravvisare l’esattezza della sua esecuzione. Non è mero tecnicismo, come non è mero virtuosismo.

Il suo pianismo espressivo, capace di costruire scenari, destare torpori e catturare in ipnosi lo spettatore è da attribuirsi a una capacità singolare, quella di rendere lo strumento come un corpo, e il corpo come uno strumento.

Il piano domina ed è dominato quando si balza velocemente dai toni scuri a quelli chiari, in un’evoluzione tonale graduale che conduce alla saturazione completa. Come in un passo a due di danza, la Wang è corpo elettrico che risponde agli stimoli della musica e del piano.

Yuja Wang - Sold Out

Yuja Wang – Sold Out

Accarezza i tasti nei momenti in cui la musica rallenta e la mano che accompagna, si abbandona al fluttuare dell’aria prima di riprendere contatto con la tastiera e supportare la melodia. Un attimo in cui il tempo si ferma, tra il piano che allunga una nota e la mano che pare ad essa sospesa. Un bianco e nero fitto di tasti e di sentimenti.

Da Liszt a Chopin passando per Schubert, romanticismo e tardo romanticismo si compenetrano rendendo, nei tratti melodici, sentimenti e stati d’essere umani, gestualità espressionistiche e sassolini di razionalismo. Tutto è molto evidente nelle scale veloci in crescendo e in decrescendo, nella disperazione e nel germoglio lieve di nuove emozioni, nella leggerezza degli acuti e nei rimbrotti delle note grevi.

Con il cambio d’abito in un blu intenso, la Wang torna sul palco per la seconda parte del concerto. A cambiare è la pelle e la partitura musicale. Con Aleksandr Nikolaevi? Skrjabin si iniziano ad intravedere i barlumi della poetica musicale novecentesca. La melodia cerca altre strade, inusuali, per certi versi atonali. Con il compositore russo Milij Alekseevi? Balakirev rientrano nell’esecuzione gioco, velocità, dialogo tra le frasi musicali che quasi si fanno il verso, qualche elemento popolare e la ricerca costante dell’armonia.

Eppure nelle corse sfrenate sul tasti, nei momenti di massima intensità esecutiva, non c’è mai eccesso, mai virtuosismo che non si ravvisi come virtù.

A concerto terminato, sommersa da uno scrosciare di applausi, la Wang concede qualche altro pezzo tra cui “Tea for two” di Art Tatum. Un soffio di jazz giocoso e il pubblico partecipa divertito quasi stupito da questa incursione in un mondo diverso da quelli attraversati durante le due ore circa di concerto.

Yuja Wang, lascia tutti così, entusiasti e stregati da una personalità artistica strabordante.




17 Febbraio 2015 alle 18:06 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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