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Alabama Shakes “Sound & Color”

di | in: in Vetrina

Etichetta: Rough Trade

Brani: Sound & Color / Don’t Wanna Fight / Dunes / Future People / Gimme All Your Love / This Feeling / Guess Who / The Greatest / Shoegaze / Miss You / Gemini / Over My Head
Produttore: Blake Mills

 

Con il secondo album di una carriera già lanciatissima, gli Alabama Shakes confermano quanto di buono avevano fatto con l’esordio (“Boys & Girls” del 2012) e vanno oltre. La loro formula di funk’n’soul dalla forte impronta rock’n’roll si perfeziona e, in alcuni pezzi, fila in modo talmente superbo da vincere qualsiasi difesa. La voce di Brittany Howard, ventiseienne figlia di padre nero e madre bianca, è ovviamente protagonista, calda, suadente e graffiante; si alterna tra alti e bassi con la stessa nonchalance; accarezza e scuote; ti convince a vivere ogni giornata come se fosse l’ultima occasione per far vedere chi sei. “Sound & Color”, in tal senso, è un concentrato di energia: prendete l’elettricità incontenibile di The Greatest e vi farete un’idea. Ma è anche molto altro. Accanto alla voce di Brittany c’è una band che pesta con i dovuti attributi, volutamente vintage ma sufficientemente moderna per sedurre i contemporanei. Chitarroni pesanti e sudaticci in odore di seventies (Don’t Wanna Fight), soul futuribile (la sinuosa title-track), funk introrpidito e acido (Gemini), ballate ora ipersature (Miss You) ora suonate in punta di plettro (This Feeling), chiamare in causa in un colpo solo Rolling Stones, Erikah Badu, Black Keys, Otis Redding, Pixies e Janis Joplin non è mai stato così naturale se tutto si mescola con questa bravura. E poi c’è un pezzo come Gimme All Your Love, summa estetica del disco, quattro trascinanti minuti di gigantismo elettrico in cui Brittany attraversa tutte le gradazioni della sua vocalità, dal sensuale al demoniaco.

“Sound & Color” è forse un disco meno candido dell’esordio, più pianificato e lavorato, segnato dalla mano di Blake Mills in veste di produttore, ma non c’è un minuto che suoni falso o artificioso. Alla luce di questo sophomore, non ci si può esimere dal pronosticare che gli Alabama Shakes siano destinati ad essere una delle più grandi band del pianeta, semplicemente perché lo sono già.




11 Maggio 2015 alle 23:17 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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