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Ospedale “bolla colossale”?

di | in: Editoriali

Dr Giancarlo Vesperini

di Giancarlo Vesperini*

 

 

San Benedetto del Tronto – C’è una scarsa richiesta di informazione e di dibattito nella opinione pubblica e nella politica cittadina sulla sanità locale. L’occasione poteva essere la nomina del nuovo direttore di zona che conosce bene le problematiche della sanità locale, e può esprimere (con riconosciuta professionalità acquisita in competenza ed esperienza in strutture sanitarie d’eccellenza nazionale) le criticità dell’area vasta 5.

Dopo anni di botta e risposta tra regione, dirigenza sanitari ospedale e associazione comuni del piceno facendo finta di ignorarsi a vicenda , quello che resta è solo un “incompiuta” del tutto inadeguata per la governance dell’area vasta 5.

Tante e troppe parole si sono succedute in questi anni sulla sanità regionale e sul modo di fare salute.

Non c’è ancora un’idea giusta su quali interventi attuare nelle due strutture ospedaliere del piceno.

Certamente riformare la sanità picena è il tema cruciale ma anche spinoso nella pratica politico-amministrativa, non facile da attuare per le molte opposizioni con risvolti elettorali ( ma delle scelte che scontentino qualcuno andranno pur fatte).

Negli ultimi 15 anni diverse chimere hanno attraversato e incantato il discorso pubblico sulla sanità ospedaliera locale: il mito dello sviluppo auto-propulsivo (movimento sanitario di difesa dell’ospedale) sulle nomine primariali che hanno determinato solo un cambiamento generazionale senza caratterizzare e migliorare le professionalità nei vari reparti.

E’ deludente ammetterlo, sia per chi ha sempre sostenuto e sostiene con convinzione professionale e senza nostalgie la sopravvivenza dell’Ospedale purchè radicalmente riformato, sia per chi, come ex-direttori generali ,con coerenza ne hanno sempre difeso la soppressione proponendo un ridimensionamento, forzando le regole della dignità e sovranità professionale sanitaria.

La verità è che più che un ridimensionamento è in atto l’ulteriore tentativo di snellire a colpi di “accetta” e con molta fretta la partecipazione ed eliminazione professionale di reparti, non consentendo intromissioni o deviazioni da linee politiche regionali già assunte.

Questa pseudo-riforma ospedaliera in area vasta 5 segue un’altra ristrutturazione ospedaliera , figlia mal riuscita della cultura sanitaria della politica regionale ( inquinata dalla provenienza di un gruppo di direttori generali dalla confinante Emilia-Romagna) e fu del tutto fallimentare (13 direttori generali, 13 direttori amministrativi, 13 direttori sanitari, in una regione con un milione e mezzo di residenti).

Nessuna affezione per la “vecchia” struttura ospedale “Madonna del Soccorso”, se rimane così, da sempre sosteniamo il dimezzamento di alcuni reparti per rinforzare ad esempio un DEA.

Attualmente abbiamo 2 versioni di assistenza sanitaria nel piceno: ospedale S. Benedetto che ha perso requisiti canonici e ospedale di Ascoli che al contrario li dovrebbe possedere tutti.

Si è proposta l’alternativa dell’Ospedale di Vallata, o Ospedale del “Marcuzzo”, scelta politica più corretta per il ridimensionamento territoriale, tenendo conto della sanità privata presente che attualmente nella crisi organizzativa professionale nella struttura pubblica, è una valida risorsa sanitaria.

Da troppo tempo, siamo davanti al paradosso di una sanità senza salute, priva cioè di quella incalzante corrente di pensiero politico-amministrativo che nel passato seppe rappresentare con dignità i diritti dei cittadini di paesi con strutture sanitarie come Ripatransone, Montefiore dell’Aso.

Auguriamoci che la nomina recente del direttore generale e del cambiamento politico-amministrativo regionale emerso dalle recenti elezioni, (abbiamo mantenuto un consigliere sanbenedettese ) stimolino dibattito partitico e opinioni pubbliche varie testimoniando che qualcosa sta cambiando.

Ben vengano entusiasmo e coraggio amministrativi.

C’è sicuramente molta strada da fare, ma può non essere lontano il giorno in cui le due strutture sanitarie, si riconosceranno in una struttura unica e più produttiva di salute per la sanità nel territorio piceno.

Dobbiamo sbarazzarci di dogmi, dottrine, ideologie. A mente sgombra si progettano grandi cose.

Diversamente, ci si ripete.

* Consigliere di Maggioranza Dott. Giancarlo Vesperini




24 Agosto 2015 alle 19:27 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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