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Pd sambenedettese, Armata: “…fin dove può arrivare la discussione interna?”

di | in: Cactus, Cronaca e Attualità, Oblò: Spunti, Appunti e Contrappunti

Tonino Armata

IL PD SANBENEDETTESE IN CONTINUA GUERRA FRATRICIDA

 

 

 

San Benedetto del Tronto, 2015-08-21 – Ci sono alcune domande che Il Pd sanbenedettese non si pone mai: fin dove può arrivare la discussione interna? Qual è il punto finale dello scontro intestino? Si può sistematicamente mettere in gioco la permanenza della sua comunità e la vita dell’amministrazione di cui fa parte?

 

È chiaro che il confronto è il minimo comun denominatore della politica, ne è l’essenza. Nessun partito può vietare o limitare la discussione al suo interno. Ma dopo aver discusso, quali devono essere i comportamenti conseguenti? Esiste in una comunità politica la necessità per la minoranza di rispettare le scelte della maggioranza? Se così non è, la discussione diventa inutile.

Ci sono allora due questioni che investono la classe dirigente del partito democratico di questa città. La prima riguarda la legittimazione reciproca. Il Pd, nato dalla fusione a freddo tra i due grandi ceppi culturali la Margherita e i Ds, assomiglia spesso a una miscela che non riesce mai davvero a emulsionarsi. Questi due fattori sono tagliati trasversalmente da un conflitto generazionale. Il precedente gruppo dirigente – per lo più proveniente dai Ds – non ha ancora accettato la vivacità e l’organizzazione del Circolo Nord (composto da “renziani”) dopo l’ultimo congresso. Lo vive con estremo disagio. E cerca di cancellarlo. Ma anche i “renziani” guardano i titolari della “ditta” come dei nemici e non come dei compagni di strada.

 

La seconda questione è strettamente legata alla prima. Si concentra sull’urgenza di individuare delle regole di convivenza per non trasformare la sinistra sanbenedettese in un ennesimo caravanserraglio da cui può precipitare in un grosso scossone. È un’esigenza del Pd cittadino e della coalizione che amministra la città.

 

A San Benedetto il Pd è in continua guerra fratricida che inibisce qualsiasi capacità di governo della città. Dando altro ossigeno all’antipolitica e accelerando, come dice Zygmunt Bauman, il divorzio tra potere, politica e cittadini.

 

Ora il pastrocchio della segreteria allargata a tante persone, non credo possa risolvere il problema sopra indicato. Pertanto, per riorganizzare il partito democratico, occorre rifare le primarie per decidere il Segretario Comunale, i Segretari dei tre Circoli e i nuovi gruppi dirigenti.

 

Tonino Armata




21 Agosto 2015 alle 20:00 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |

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