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UniMc, cinque anni di crescita in didattica, ricerca e cultura di impresa

di | in: Cronaca e Attualità

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Il rettore Luigi Lacchè, all’inaugurazione del suo ultimo anno accademico ai vertici dell’Università, descrive un Ateneo in grado di attrarre sempre più finanziamenti esterni, a dispetto dei tagli nazionali. L’onorevole Gozi, “Complimenti per l’eccellente lavoro svolto”. 

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Macerata – Era visibile la commozione sul volto del rettore Luigi Lacchè alla fine del suo discorso. Quello di oggi è stato l’intervento che ha dato il via a un anno accademico nuovo, ma anche l’ultimo del mandato che per sei anni ha visto il docente al vertice dell’Università di Macerata. “Al mio Ateneo – ha detto Lacchè – e a tutti voi, in questo ultimo anno di rettorato, dico come sempre: «lavoriamo insieme per crescere insieme». Ciò che di buono abbiamo fatto è un patrimonio comune e sarebbe un grave errore disperderlo”. Le sue parole sono state accolte con un lungo e caloroso applauso da professori, studenti, personale tecnico amministrativo e da tutti gli ospiti della cerimonia di inaugurazione che si è svolta stamattina all’Auditorium San Paolo.

Tra i presenti, anche il vice prefetto Rosalia Mazza, l’assessore Angelo Sciapichetti in rappresentanza del presidente della Regione Luca Ceriscioli, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, il vicesindaco Stefania Monteverde, il consigliere regionale Luca Marconi, la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti, la direttrice dell’Accademia di Belle Arti Paola Taddei, il direttore di Confindustria Macerata Gianni Niccolò, segretari provinciali e rappresentanti dei sindacati, imprenditori, i vicerettori o delegati delle Università di Camerino, Ancona, Urbino, Chieti-Pescara e Teramo.

“Vi faccio i miei complimenti per l’eccellente lavoro svolto. Settecentoventisei anni sono una grande responsabilità, a cui state rispondendo molto bene” ha esordito il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Sandro Gozi, ospite d’onore dell’evento, ricordando come già fosse stato ospite a Giurisprudenza a Macerata, “in una terra che conosco e apprezzo”. L’onorevole ha parlato di Europa e diritti e ha incitato i ragazzi a partire con l’Erasmus, che ha definito “una storia di successo, perché rappresenta l’Europa che noi vogliamo, un’Europa che moltiplica le opportunità. La mobilità vuol dire libertà”. Sottolineato anche il ruolo delle Marche nella Macroregione adriatico-ionica, “un’importante opportunità per i territori”.

Alla cerimonia sono intervenuti anche il direttore generale Mauro Giustozzi, Giovanni Gison per il personale tecnico amministrativo e Tommaso Alabardi, presidente del Consiglio degli studenti. La prolusione è stata tenuta del prof. Pier Giuseppe Rossi. Consegnati gli attestati di benemerenza al personale in pensione da quest’anno: la professoressa Paola Magnarelli e gli impiegati Pina Ferranti, Luciano Perroni, Federico Micozzi.

L’inaugurazione è stata l’occasione per ripercorrere cinque anni del rettorato Lacchè. Cinque anni che hanno visto una Università in costante crescita, a dispetto della crisi economica generale, dei tagli nazionali al fondo di finanziamento universitario, del gravissimo pericolo in cui corre il diritto allo studio, del blocco del turn over e dei congelamenti stipendiali. A parlare sono i numeri, a partire da quelli della didattica. “In controtendenza con il dato nazionale e regionale – ha sottolineato Lacchè -, il numero di matricole è cresciuto fino ad arrivare, lo scorso anno, a un aumento del 20% con 1.700 matricole che ci hanno riportati ai risultati migliori del 2007”. La prossima sfida è il progetto “I care”, una espressione usata da Don Milani per significare “me ne importa, mi sta a cuore” e che indica un’azione rafforzata di cura e tutoraggio degli studenti.

L’internazionalizzazione è un’altra importante leva della didattica. Cresce la mobilità Erasmus +, per il quale sono stati attivate alcune centinaia di accordi bilaterali e che vede oltre 500 studenti ogni anno partire da o arrivare a Macerata, per studio o per stage. A questo si aggiungono le laurea internazionali: nel 2010 solo una era attiva, quest’anno saranno dieci, tre in inglese e sette a doppio titolo. Ma parlare di internazionalizzazione significa parlare soprattutto della Cina. “Grazie all’Istituto Confucio facciamo parte della più grande rete di università esistente al mondo, con 450 atenei, di cui 100 solo negli Stati Uniti. I docenti cinesi e italiani del nostro Istituto sono una quindicina e tramite loro possiamo insegnare la lingua cinese in 22 istituti superiori di Marche, Abruzzo e Umbria e, presto, anche della Puglia”.

L’Università di Macerata ha fatto molti passi in avanti anche nel campo della ricerca. Nel 2011 i progetti europei presentati erano 15, quest’anno sono stati 42. “Abbiamo già vinto 8 progetti europei, massimo storico per Unimc, con un budget totale, gestito da noi, di 1,5 milioni. Inoltre, ai sei poli di ricerca interdisciplinare abbiamo affiancato una rete dedicata alla Macroregione adriatico-ionica”. Progressi anche sul piano della cultura di impresa e dei rapporti con il mondo del lavoro, con oltre un milione di euro ottenuti per il finanziamento di progetti di ricerca applicati, l’avvio di dottorati industriali, la nascita di tre spin off, l’attivazione di laboratori sull’imprenditoria. Proprio in questa prospettiva sarà aperto a Palazzo degli Studi “Crea Hub”, uno spazio-vetrina dedicato alla terza missione.

Nel 2015 giungerà a termine anche il processo di revisione della spesa per affitti, che ha portato ad un uso più razionale degli immobili e a un risparmio complessivo di oltre 530 mila euro. Continua, infine, il lavoro per dare un nuovo volto a Villa Lauri. L’Università di Macerata ha le idee chiare sulla sua destinazione e sta lavorando con il Ministero dell’educazione cinese e con l’Università Normale di Pechino per renderla un luogo vocato alla Cina e all’Oriente, nella città di padre Matteo Ricci e del grande studioso Giuseppe Tucci. Un luogo che potrà ospitare l’Istituto Confucio e il China Center e diventare il principale polo europeo degli studi e delle relazioni con la Cina nell’ambito delle scienze sociali e delle scienze umane. L’interesse dalla Cina è grande e c’è la possibilità concreta di ottenere buona parte dei fondi per finanziare un’opera di recupero così importante.




28 Ottobre 2015 alle 19:58 | Scrivi all'autore | stampa stampa | |
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