Norah Jones “Day Breaks”
Norah canta in maniera impeccabile, a volte fin troppo, ma la sua miscela di jazz, soul e di tenui trame pop, conquista. Bentornata.
Norah canta in maniera impeccabile, a volte fin troppo, ma la sua miscela di jazz, soul e di tenui trame pop, conquista. Bentornata.
Rodrigo Leão, compositore portoghese fondatore dei Madredeus, e Scott Matthew, cantautore australiano ma newyorkese d’adozione, hanno iniziato a collaborare nel 2011, quando Scott prestò la sua personalissima voce ad un brano di Rodrigo, Terrible Dawn, e da allora hanno continuato a sedursi con le rispettive sensibilità musicali
“Sylvia” racconta una storia d’amore, estrema e struggente, indimenticabile. Due ventenni si incontrano in un lurido appartamento al sesto piano di una palazzina del Greenwich Village a New York, sono i primi anni Sessanta e il mondo, da qualsiasi angolazione lo si guardi, è in fermento
Skeleton Tree descrive il vuoto pneumatico del dolore, il battito attutito della vita che continua. Portando all’estremo l’estetica di Push The Sky Away, Nick Cave trasforma l’assenza in un grave magma sonoro. I Bad Seeds sono relegati sullo sfondo, tranne Warren Ellis, che mescola, gonfia, spalma suono oleoso e nero, un petrolio soffocante che domina su tutto.
L’astronave sonora di Kamasi Washington atterra in una delle più suggestive location italiane, l’Anfiteatro del Venda sui Colli Euganei, ed entusiasma il numeroso e competente pubblico accorso. Il sassofonista losangelino incarna il jazz del presente e, considerata la sua visione
Il nuovo libro dell’ultimo grande poeta del rock
Il Macerata Opera Festival si chiude all’insegna della grande musica classica con il Maestro Ezio Bosso e il suo inseparabile pianoforte. MACERATA – La teoria delle dodici stanze, l’amore, la bellezza, la vita, la morte, la malattia e, soprattutto,
Carrère è da sempre un appassionato lettore di Dick, come svela anche nel suo ultimo romanzo Il Regno, e ha sempre considerato lo scrittore americano una sorta di Dostoevskij della nostra epoca. Così, all’età di trentacinque anni, un ventennio prima della fortunata biografia di Limonov, con Io sono vivo, voi siete morti ha costruito il suo monumento, folgorante e doloroso, disturbante.
Nel 2016 ricorrono i quarant’anni dalla prima e unica Coppa Davis conquistata dal nostro tennis. Il giornalista Dario Cresto-Dina ripercorre, attraverso l’impresa sportiva, un’intera epoca. Mai tanto talento si era ritrovato tutto insieme in una squadra italiana. E non
Un racconto scritto e disegnato con tratto intimista, misurato, che si avvale di scelte cromatiche attente e rivelatrici, un racconto universale che parte dal dato autobiografico per trovare un accesso privilegiato al presente.