Domani alle 11, il trombettista Giovanni Falzone all’Auditorium Pedrotti varca i confini del Rof
PESARO, 2014-08-18 – Quando il celebre compositore pesarese Gioacchino Rossini sosteneva in maniera provocatoria “Datemi il conto della lavandaia e vi metto in musica anche quello”, probabilmente non pensava che proprio attorno a quella sua capacità compositiva immensa, plasmata nella forma dell’opera lirica, quasi due secoli dopo, il suo Barbiere di Siviglia si sarebbe fatto argomento jazz rock all’interno di un appuntamento del Rossini Opera Festival di Pesaro.
Domani mattina alle ore 11, l’Auditorium Pedrotti, sarà teatro di un esperimento inedito per il celebre Festival lirico, il più noto evento delle Marche secondo i risultati della recente ricerca della società specializzata in indagini di mercato Sigma Consulting.
Il trombettista Giovanni Falzone con il suo quartetto Le Mosche Elettriche, accende la mattinata su “Radio Rossini”, progetto originale eseguito in prima assoluta che sfida il contenitore classico e apre una parentesi festivaliera al jazz e al rock.
Non poteva che essere il trombettista siciliano, un vero e proprio maestro nell’osare contaminazioni che spaziano dalla formazione classica a quella jazz, passando per il rock e il suono elettrico delle chitarre, a guidare questo progetto di casa Musicamorfosi.
La musica smette di appellarsi come colta e torna ad essere, parafrasando il critico musicale Quirino Principe, “forte”: l’opera capace di attraversare i secoli mantenendo inalterata l’energia di un tempo commuta la sua forza espressiva e tenta strade nuove, mantenendo inalterata la potenza emozionale e scavando nuovi spazi, contemporanei, di evoluzione.
Accanto a Mister Falzone, la chitarra elettrica di Valerio Scrignoli, il basso elettrico di Danilo Gallo e la batteria di Riccardo Tosi.
Una formazione già ben collaudata alle prese anche questa volta con un progetto coraggioso e curioso: da nuclei narrativi, noccioli duri delle aree compositive più note, un viaggio nel mondo vasto della creazione musicale, per partire dal passato, nobilitarlo e dimostrare quanto nella lettura stravolta contemporanea ancora l’opera rossiniana è in grado di raccontare e raccontarsi.