dalla Regione Marche

dalla Regione Marche

20 ott 2014
LA VISITA DEL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA ALLA CHIESA DI SANTA MARIA DI PORTONOVO RIAPERTA AL PUBBLICO.

“La Regione Marche è al fianco del territorio e del FAI per favorire nella maniera più ampia possibile la fruizione del suo patrimonio culturale”. Così l’assessore alla Cultura, Pietro Marcolini, alla visita di questa mattina alla Chiesa di Santa Maria di Portonovo (AN), prezioso esempio di architettura romanica, riaperta al pubblico a seguito dell’accordo per la sua valorizzazione, la fruizione, la custodia e la manutenzione ordinaria. “L’abbazia, di dantesca memoria – ha aggiunto l’assessore accogliendo il Sottosegretario alla Cultura, Ilaria Borletti Dell’Acqua Buitoni – è una perla dell’architettura romanica, di cui le Marche sono straordinariamente ricche, incastonata in uno scenario naturale e marino tra i più belli d’Italia e siamo orgogliosi di aver contribuito alla sua valorizzazione, garantendone l’apertura al pubblico con personale qualificato e iniziative culturali. È significativo che questo intervento, seppur singolo, abbia ricevuto l’attenzione del Governo nazionale, come testimoniato oggi dalla presenza del Sottosegretario”. “E’ il coronamento – ha aggiunto l’assessore – di un impegno portato avanti con il Fai da due anni e che contiamo di rinnovare per l’anno prossimo: garantire una gestione fatta di volonta-riato civile e responsabile, sostenuta dallo sforzo della pubblica amministrazione regionale, per consentire la fruizione durante tutto l’arco dell’anno di un sito d’indubbio valore che costituisce un’attrazione storico, artistica e culturale. Il tipo di collaborazione instaurata con il Fai è para-digmatica, potenzialmente estendibile ad altre esperienze con l’obiettivo di mettere insieme di-sponibilità e qualità professionale, volontariato fatto di buona volontà e anche con un po’ di in-vestimento, per valorizzare un patrimonio sterminato che si può impiegare solo se pubblico e privato collaborano. Siamo di fronte ad un esempio concreto di sussidiarietà: funzioni pubbliche gestite dai privati a condizioni pubbliche e trasparenti”. L’accordo per la Chiesa di Santa Maria di Portonovo (AN), è stato firmato Il 27 giugno 2013 dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche, Lorenza Mochi Onori, dal Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche, Stefano Gizzi, dall’Assessore ai Beni e alle Attività Culturali della Regione, Pietro Marcolini e dal Presidente Regionale FAI Marche, Alessandra Stipa Alesiani. A seguito di questo accordo, la Chiesa è stata aperta regolarmente al pubblico e fatta “rivivere” grazie alla generosità dei volontari della De-legazione FAI di Ancona, coordinata dall’Arch. Manuela Francesca Panini. Grazie all’accordo con la Merlino s.n.c., tre giovani laureati in Archeologia, con passione e competenza hanno curato visite guidate a contributo libero, anche in inglese e tedesco, per le oltre 14.000 persone pro-venienti da tutta Italia e anche dall’estero che da giugno 2013 hanno voluto scoprire le bellezze di questa Chiesa. Inoltre, da giugno a settembre 2014, la Delegazione FAI di Ancona ha or-ganizzato undici eventi culturali, che hanno permesso al numeroso pubblico di apprezzare let-ture, musica, conferenze, rappresentazioni teatrali e soprattutto la suggestività del luogo, mi-scellanea perfetta di natura e arte umana, espressione della grande bellezza dell’Italia. La Presidenza Regionale FAI Marche ha avviato collaborazioni con l’Ente Parco del Conero, con il Maestro Marco Sollini e il Festival Musicale Armonie nella Sera con la rappresentanza delle Guide Turistiche regionali e con il Sistema Museale Provincia di Ancona nell’ambito del progetto ‘Musei da Scoprire’ per offrire ai gruppi la possibilità di visite anche al di fuori degli orari di apertura prestabiliti e eventi musicali di portata nazionale; tutto ciò ha portato a un rafforzamento dell’offerta e a un ampliamento della domanda culturale da parte del territorio. “La Chiesa di Santa Maria – specifica il FAI Marche – è l’espressione di come il Fondo Ambiente Italiano ritenga necessaria una stretta integrazione tra il bene architettonico e il suo territorio di riferimento. Dopo queste due stagioni estive, proficue per valutare il bene e il suo contesto, il FAI Marche cercherà di dare sempre più visibilità e voce alle tante forme espressive della cultura tradizionale locale, anconetana e marchigiana, sempre perseguendo l’ideale di una percezione della cultura intesa come enjoyment – diletto o godimento. A tal fine, da maggio a settembre si è sempre celebrata una messa ogni domenica mattina e spesso i visitatori si attardano a passeggiare ed ammirare il mare fuori dalla Chiesa. Gli italiani che operano gratuitamente nel FAI sono convinti che dalla Cultura passi il riscatto del nostro Paese, un riscatto che è morale ed economico insieme, se si sanno individuare e sostenere le eccellenze del nostro territorio. La Presidenza FAI Marche ringrazia l’Assessore Marcolini che, attraverso lo stanziamento di un contributo, ha permesso alla Fondazione di portare avanti il progetto di valorizzazione della Chiesa, il Consorzio Baia di Portonovo e tutti gli sponsor che hanno creduto e credono nel pro-getto. Il FAI auspica che alla scadenza dell’accordo, che avverrà nell’aprile del 2015, il MiBACT e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche e la Regione Marche vogliano continuare questo sodalizio con la Fondazione”.

Chiesa di Santa Maria di Portonovo
Chiesa di Santa Maria di Portonovo

CONVENTION CAMERE DI COMMERCIO, SPACCA: “RAFFORZARE LA COLLABORAZIONE TRA DIVERSI LIVELLI DI GOVERNO”.

“È apprezzabile la scelta della legge di stabilità che punta a rilanciare la crescita. Il mio giudizio, dunque, è positivo, a condizione che tale scelta sia accompagnata da una valutazione oggettiva, da parte del Governo, dei comportamenti virtuosi delle Regioni, basata sui parametri di produttività. Non è infatti più possibile, per fare un esempio, che per un servizio come il Trasporto pubblico locale le Marche ricevano dallo Stato 68 euro pro capite, mentre la vicina Umbria 110 e la Basilicata 130. Se quindi i tagli annunciati dal Governo introducono una logica di costi standard siamo pienamente d’accordo, no se si continua a parlare al contrario di tagli lineari”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, intervenendo oggi alla Convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all’estero in corso ad Ancona. “Le Marche – ha detto – hanno basato la propria crescita su uno sviluppo senza fratture, un capitalismo dolce, nutrito da rispetto dell’ambiente e coesione sociale; dal dialogo costante con la comunità nel suo complesso. Il nostro modello di riferimento, dunque, non è quello della distruzione creatrice, ma quello della collaborazione e del confronto. A questa filosofia è necessario ispirare la strategia di internazionalizzazione: far incontrare le migliori esperienze nel mondo, aprirsi ai contributi esteri, stringere accordi che consentano al nostro Paese di fare innovazione e quindi creare reddito e occupazione. Questa è la linea che abbiamo condiviso con le Camere di Commercio per creare opportunità soprattutto alle piccole e medie imprese, altrimenti escluse da processi di internazionalizzazione. Ciò ci ha consentito di resistere di più e meglio alla crisi. Dobbiamo proseguire su questa strada in un rapporto di collaborazione sempre più forte tra i diversi livelli di responsabilità, ispirandoci a una governance multilivello”. Spacca ha sottolineato la necessità, per rendere più forte la presenza internazionale delle piccole e medie imprese, di costruire piattaforme logistiche a supporto dell’export. “La strada da perseguire – ha concluso – è quella della sinergia sui progetti, che riguardino soprattutto un maggior utilizzo di reti e web per potenziare distribuzione e logistica. Se non passiamo dalla narrazione delle strategie di internazionalizzazione alla progettazione concreta di sistemi di collaborazione internazionale, difficilmente riprenderemo la strada della crescita”.

 

Up-tech, progetto sperimentale sull’Alzheimer.

Ad Ancona, giovedì 23, i risultati in un convegno nazionale.

Rappresenta uno dei principali laboratori nell’ambito della domiciliarità per l’Alzheimer in Italia e nel mondo, sia per dimensioni che per quantità degli interventi sperimentati. Si tratta di Up-tech ed è il progetto promosso dalla Regione Marche con il supporto tecnico-scientifico dell’Inrca, finanziato con il Fondo nazionale per la non autosufficienza. Una sperimentazione con interventi operativi di un sistema integrato di servizi nell’ambito della continuità assistenziale a soggetti affetti da Alzheimer e i loro familiari che ha coinvolto 438 famiglie per un totale di 1438 persone. In definitiva la finalità è quella di rendere più serena la convivenza domiciliare con un malato di Alzheimer, una patologia definita “malattia familiare” perché condiziona in modo massiccio anche la vita delle persone che assistono e convivono con il paziente. I risultati della sperimentazione verranno illustrati nella giornata di giovedì 23 ottobre, dalle ore 9.00 alle 18.00, nel corso del convegno finale presso la sala conferenze del Comitato regionale Marche della Figc (Via Schiavoni, località Baraccola – Ancona). Interverranno tra gli altri gli assessori ai Servizi Sociali, Luigi Viventi e alla Salute, Almerino Mezzolani; Alfredo Ferrante, del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; la senatrice Emilia Grazia De Biasi, presidente della 12a Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato della Repubblica. Secondo stime recenti, più di 500 mila persone in Italia sono affette da Alzheimer. Una patologia “grave”, ancora senza cura. Il peso dell’assistenza determina, spesso, stress, disturbi dell’umore, ansia, insonnia e depressione: in generale, un peggioramento della qualità di vita di tutto il nucleo familiare. Up-Tech, attraverso diverse modalità operative, ha sperimentato innovativi modelli di assistenza ai pazienti e ai loro familiari. Ha visto il coinvolgimento di oltre cento professionisti sociosanitari e degli Ambiti territoriali sociali di Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo, San Benedetto del Tronto. Ha previsto la presa in carico del paziente, da parte di un assistente sociale o di un infermiere professionale che hanno provveduto alla formazione dei familiari sulla gestione della patologia, al monitoraggio telefonico programmato, alla consulenza (anche legale) e all’orientamento sui servizi sociosanitari. Una strumentazione domotica domiciliare, ad esempio con sensori che monitorano gli spostamenti dell’anziano, centraline di rilevazione di perdita di gas o apertura di porte e finestre, hanno agevolato le persone che assistevano i malati. Tutti i risultati raggiunti, nei diciotto mesi di sperimentazione, verranno presentati agli operatori, ai familiari e al volontariato nel corso del convegno di giovedì 23 ottobre.

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