Fatturazione elettronica dal 1° aprile, Cna: “Un’altra stangata da 1.110 Euro al mese per le Pmi”

Fatturazione elettronica dal 1° aprile, Cna: “Un’altra stangata da 1.110 Euro al mese per le Pmi”

STUDIO CNA: PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL PICENO, DAL PRIMO APRILE UN’ALTRA STANGATA DA 1.110 EURO AL MESE

 

Ascoli Piceno – Balloni: ‘L’avvio della fatturazione elettronica obbligatoria verso la Pubblica amministrazione deve essere un’occasione per abolire “split payment” e “reverse charge”, norme che sequestrano alle piccole e medie imprese flussi di cassa per 18 miliardi l’anno’

 

Millecentodieci Euro al mese in meno di liquidità. E’ questo il calcolo che la Cna di Ascoli ha fatto per le piccole e medie imprese del territorio. La causa: dal primo aprile è entrato in vigore il sistema di fatturazione elettronica obbligatoria verso la Pubblica amministrazione. “Purtroppo, un’occasione perduta – precisa luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno – per abolire lo split payment, una norma introdotta il primo gennaio 2015 per contrastare l’evasione Iva e che riguarda due milioni di imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione”.

Ma dove sta il problema? “Le imprese intermedie – aggiunge Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – compensano l’imposta che incassano sulle vendite con quella pagata ai fornitori. Dal primo gennaio 2015 non accade più così. Qualunque soggetto della PA che riceve una fattura, trattiene l’Iva e la versa direttamente al fisco. Una gigantesca sottrazione di risorse dai flussi di cassa. Secondo lo studio dell’Osservatorio permanente della Cna sulla tassazione delle piccole imprese parliamo di oltre un miliardo e mezzo al mese: 18 miliardi all’anno”.

Dunque, fatture pagate ma senza Iva. E all’impresa che succede? Deve attendere fino a 15 mesi, se potrà compensarla con l’Iva eventualmente ricevuta da altri soggetti privati, o ancora di più se non potrà compensarla e dovrà chiedere il rimborso. Lo stesso discorso, anche se riguarda operazioni fra imprese, vale per il “reverse charge”, tecnicamente “inversione contabile”. E’ un meccanismo che trasferisce l’obbligo di versare l’Iva dal venditore all’acquirente in alcune particolari operazioni: servizi di pulizia, demolizioni, installazioni di impianti e completamento di edifici. “E se le imprese non avessero i soldi per riequilibrare il flusso finanziario di cassa e, quindi, dovessero andare in banca per finanziarsi, quanto spenderebbero? – prosegue il direttore Balloni – Non meno di 920 milioni di Euro all’anno, ha calcolato l’Osservatorio della Cna. A patto che trovino una banca disponibile a sborsare i soldi di cui necessitano”.

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