di Piero Celani
E dopo il Sagrantino ecco il Chianti.
Ancona – Dapprima l’incontro nel ristorante umbro che segnò l’inizio dell’avventura della macroregione formata da Marche, Umbria e Toscana, poi i tre governatori si sono incontrati in Toscana ed è lecito supporre che abbiano brindato a Chianti.
Ora il terzo step nelle Marche con brindisi a base di Verdicchio? Un bianco dei colli Piceni? Un rosso Conero? Vedremo.
Intanto il governatore della Toscana ha ribattezzato la macroregione Toscana, Umbria, Marche,“l’Italia di mezzo”, che ricorda tanto ‘Il signore degli anelli’ di Tolkien, ma qui nelle Marche non ci sono elfi, orchi e gobbi. Ci sono donne ed uomini che seguono questa incredibile vicenda con molta preoccupazione.
Incredibile, perché nasce da una decisione del governatore Ceriscioli senza una preventiva discussione in Consiglio regionale.
Preoccupazione perché le prospettive di una simile unione non lasciano intravedere, per noi marchigiani, quei vantaggi economici che il trio Rossi, Marini, Ceriscioli suppongono.
Ricordo una nota della Regione Toscana, all’indomani dell’incontro a Perugia.
Intendiamo – dissero i tre Governatori – su un doppio binario, “con un occhio volto al presente e l’altro puntato un po’ più avanti nel tempo, strabico come deve essere la politica”.
Lo strabismo in politica mi mancava ma c’è sempre tempo per imparare.
Peccato che lo strabismo di Ceriscioli guardi solo verso ovest, là dove il sole di Renzi è più forte: verso la Toscana, verso l’Umbria. Verso regioni affatto uguali a noi ma certamente rosse con buona pace dell’avvio di quel “dibattito non astruso e che coinvolga dal basso le tre comunità, con lo sguardo volto più avanti e sapendo che in Italia si discute di rivedere i confini regionali…”
Parole e musica di Enrico Rossi che pure si è ricordato di quei cittadini dimenticati dal nostro Governatore tutto preso da questa sorta di fusione a freddo.
Eppure sarebbe bastato guardare al sud delle Marche dove da sempre esiste una sorta di macroregione nei fatti: il Marcuzzo, quel territorio composto dal Piceno e dal Teramano sul versante abruzzese che il Tronto divide geograficamente ma che in fondo unisce economicamente e socialmente.
E sì che proprio nei mesi scorsi le Regioni Abruzzo e Marche, con le Province di Ascoli Piceno e Teramo e i Comuni di San Benedetto e Martinsicuro, si ritrovarono a Teramo, per confrontarsi su una serie di progetti da portare avanti insieme considerato il valore “interregionale” sia degli obiettivi che dei risultati.
Per la regione Marche c’era il vice presidente Anna Casini.
Curioso. Ceriscioli strizza l’occhio alla Toscana e all’Umbria e la Casini all’Abruzzo. Strabismo politico? Incomprensioni? Visioni politiche differenti? Chissà.
Intanto mentre il Consiglio Regionale è in attesa di essere informato proviamo ad ipotizzare. E se facessimo un referendum per chiedere, noi Piceni, quale sia la soluzione migliore?
F.to Piero CELANI – Consigliere Regionale Forza Italia