dalla Città

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Foce dell’Albula, ripresi i lavori

Entro fine marzo sarà completato il “pennello”, poi si procederà al riempimento della scogliera radente

 

Dopo la pausa dovuta alle festività natalizie, la ditta Ilmed srl di Napoli ha ripreso i lavori di realizzazione del “pennello” in massi naturali a sud della foce dell’Albula.
Nella mattinata di oggi, martedì 12 gennaio, si è tenuto un incontro in Comune tra tecnici comunali e rappresentanti dell’impresa durante il quale si è fatto il punto sullo stato d’avanzamento dell’opera e sui tempi di completamento.

 

E’ terminata la fase di sistemazione di massi naturali di pietra, scavata in cave di travertino di Acquasanta, che compongono il nucleo centrale del braccio, in parte sommerso e in parte sopra il livello dell’acqua. L’escavatore sta in questi giorni procedendo al rivestimento degli scogli con la cosiddetta “mantellata” di massi naturali.

 

Successivamente, ottemperando alle richieste della Sovrintendenza dei beni ambientali, alla radice del pennello sarà creata una duna artificiale rinforzata con geocontenitori in sabbia che dividerà la spiaggia libera dalla foce. Una volta completato il pennello, l’attraversamento creato alla foce, utile solo per necessità di cantiere e per l’attraversamento dei camion, verrà demolito.

 

A seguire si completerà la scogliera a nord che va a congiungersi con il molo all’altezza del “monumento al pescatore”. La zona oggi acquitrinosa vicino alla scogliera radente diventerà un’area verde sul mare. Infatti verrà poi riempita di materiale di risulta degli scavi e ricoperta con un manto erboso: costituirà una protezione fondamentale dalle mareggiate sia per la cabina che ospita gli impianti di sollevamento della rete fognaria sia per via delle Tamerici.

 

Per quanto riguarda la tempistica, la ditta, come previsto dal contratto, ha assicurato il termine dei lavori sul pennello entro fine marzo, condizioni meteomarine permettendo. Successivamente si completerà l’opera con la realizzazione dell’area verde lungo la sponda nord della foce.

 

Ricordiamo che il “pennello” è lungo circa 180 metri, largo tra 5,50 e 9 metri ed è fondato ad una profondità variabile tra 1,75 e 2,25 metri mentre il braccio a nord è lungo circa 110 metri. Il progetto è redatto dall’ing. Alessandro Mancinelli, docente del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura – Sezione Idraulica e Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche. L’importo complessivo dell’intervento, comprensivo cioè delle somme a disposizione, è di circa 1.350.000 euro mentre la base d’asta era di 979.200 euro.

Al via la rassegna dialettale “Invernacolando 2016?

 

InvernacolandoInvernacolando

Sabato 16 gennaio, al teatro “Concordia”, il primo di cinque spettacoli. Sul palco la compagnia “Lucaroni”

 

San Benedetto del Tronto, 12-01-2016 – Prenderà il via sabato 16 gennaio la rassegna teatrale dialettale “Invernacolando 2016” imperniata su un genere, quello del teatro comico dialettale, che, oltre a far divertire, ha il pregio di tenere vivo l’interesse per il dialetto quale lingua delle origini e tradizioni.

 

La rassegna, organizzata dall’associazione culturale di promozione sociale “Progetto Idea” con il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto, è giunta all’ottava edizione e si terrà al teatro “Concordia”.

 

Nella prima delle cinque serate previste in cartellone ad esibirsi sul palco sarà la compagnia teatrale “Lucaroni G.” di Mogliano (MC) con l’esilarante commedia in due atti dal titolo “Lu matrimoniu a casa de Mengre”. Inizio spettacolo ore 21,15.

 

Biglietti: intero € 9, ridotto (bambini fino a 12 anni) € 3, abbonamento a 5 spettacoli € 40. Prevendita presso la tabaccheria Loggi – via Ferri 98, il lunedì ed il mercoledì dalle 17:30 alle 19:30. Il giorno dello spettacolo, biglietteria del teatro “Concordia” dalle 18 alle 21. Info: 3470679640 oppure sito www.invernacolando.itpagina facebook INVERNACOLANDO”.
LA COMPAGNIA

La Compagnia Teatrale “G. Lucaroni” nasce a Mogliano nell’estate del 1999, per volontà di un gruppo di amici che hanno in comune la passione per il teatro e la voglia di divertirsi. Studiano e approfondiscono il teatro dialettale, strizzando sempre l’occhio alla comicità che scaturisce dagli spaccati di vita contadina che spesso si trovano a rappresentare. Ciò senza trascurare di dare il giusto risalto ai valori umani e sociali che fanno da sfondo ad una realtà ormai completamente diversa da quella attuale. La compagnia sviluppa la sua attività artistico-culturale su tutto il territorio, intendendo così far conoscere linguaggio, usi, costumi e tradizioni che stanno ormai scomparendo. Negli anni le rappresentazioni si moltiplicano, così come la soddisfazione di poter fare trascorrere due ore di divertimento e spensieratezza alla gente che viene a vederci, perché non ci stancheremo mai di ripetere che il nostro scopo principale è proprio questo, divertire, cercando però di presentare sempre uno spettacolo di qualità, senza volgarità e nel rispetto di chi paga il biglietto.

TRAMA 
L’opera è la rappresentazione di una tipica famiglia contadina degli anni sessanta, la famiglia di “Neno de Mengrè” dove Neno sta per Nazareno e “Mengrè” era uno dei tanti soprannomi con i quali venivano etichettate e riconosciute le famiglie dell’epoca. Il nostro personaggio, oltre ai problemi che si trova ad affrontare in campagna, è alle prese con un padre e un figlio inseparabili, ma sempre attratti dai guai, e una moglie con la mania del comando. Ma il povero Neno non sa che sulla sua casa si sta per abbattere un problema ben più grande e al quale nessuno era preparato: il fidanzamento della figlia Maria. Cosa ancor più grave deve conoscere la famiglia del fidanzato con la quale organizzare la relativa spartizione delle spese matrimoniali, che all’epoca seguivano un preciso cerimoniale dal quale non ci si doveva distaccare neanche di una virgola, pena l’annullamento del matrimonio. L’opera ci presenta, in un crescendo di emozioni e risate, scene spassose e divertenti come la richiesta di aiuto della figlia al padre per far accettare alla mamma il fidanzamento; l’arrivo di Valintì che timido e impacciato deve chiedere a Neno la mano della figlia; la visita dei genitori del fidanzato dove la madre fa sfoggio di tutta la sua arrogante superiorità (non culturale, ma dovuta al fatto di essere contadini proprietari del terreno che lavorano) e il padre che sottomesso da una donna tanto forte, evidenzia tutte le sue insicurezze con un tic che lo costringe a grattarsi continuamente. Non meno divertente è la lite che nasce tra i coniugi Mengrè e i futuri suoceri per la spartizione delle spese del matrimonio. Il parroco del paese, come spesso succedeva all’epoca, riesce a ristabilire la pace tra le famiglie dei futuri sposi. Ma…un colpo di scena finale (provocato da nonno e nipote) rimetterà in discussione il tutto.


NOTE DELL’AUTORE

L’idea di scrivere l’opera “Lu matrimoniu a casa de Mengrè” è nata nella mente dell’autore dopo aver ascoltato dai nonni i tanti racconti sul modo di organizzare i matrimoni tra contadini negli anni cinquanta/sessanta e sugli epiloghi a volte divertenti a volte commoventi che avevano i preparativi delle nozze. Questa idea è stata in seguito supportata da un’ accurata ricerca di fonti orali e scritte sull’argomento. Di tale lavoro nella commedia vengono evidenziati e trattati con precisione tutti i riti che venivano osservati nel periodo antecedente il matrimonio, dal fidanzamento alla conoscenza dei suoceri, dall’incontro delle famiglie ai precisi impegni economici di ognuno per il fatidico giorno, spesso considerati ben più importanti dell’amore che univa i due fidanzati. I personaggi appaiono in tutta la loro semplicità, con il loro modo di esprimersi popolare ed immediato, con la loro antica praticità contadina verso il quotidiano, con la loro ignoranza cui sopperivano i proverbi e la saggezza patriarcale. Non si è, comunque, trascurato il sentimento quale componente essenziale di tutta la commedia. Questi personaggi infatti, oggi così distanti, non appaiono solo delle macchiette, ma l’intenzione dell’autore è quella di farli vivere ancora nel cuore di molti di noi, legandoci alle nostre radici, ai ricordi vivi dei nostri padri e dei nostri nonni.

 

Centro Giovani, formati 10 nuovi dj e 7 vocalist

 

 

corso dj e vocalistcorso dj e vocalist

I ragazzi si esibiranno nei locali partner del progetto che è patrocinato dal Comune

 

San Benedetto del Tronto, 12-01-2016 – Si è concluso con successo il corso per dj e vocalist “Ego”, organizzato dal Centro Giovani “Giacomo Antonini” con la collaborazione dell’assessorato alle politiche giovanili del Comune di San Benedetto, di Friendly beach party e dello chalet “Bagni Medusa”.

 

L’obiettivo del corso era quello di formare un gruppo di giovani aspiranti dj e/o vocalist in grado di far ballare (corso dj) e interagire con il pubblico (corso vocalist) e far acquisire ai corsisti competenze specifiche nel campo della musica.

 

 
Alle lezioni per dj hanno preso parte dieci allievi (Serena Orsini, Ylenia Vesperini, Elena Del Zompo, Valentino Cappella, Massimo Di Fulvio, Alessia Tonelli, Mattia Malta, Giacomo Turcinovic, Michele Giardina e Franco Bellini) seguiti dai docenti Dino Mannocchi, Leonardo Persico, Mattia Valentini e Marzia Firmani. 

 

Sette, invece, gli aspiranti vocalist (Manuela Olivieri, Krizia Nicoletta, Anna Castello, Diletta Pandolfi, Cristina Iacone, Stefano Maradonna e Giulia Ferretti) che hanno seguito le lezioni impartite dai docenti Natascha Feliziani, Francesco Libbi, Leonardo Persico e Marzia Firmani.

 

Tutti i partecipanti al corso potranno testare gli insegnamenti ricevuti in un’esibizione finale che avrà luogo all’interno dei locali partner.

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