Castelleone di Suasa – Il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, istituita con la legge 211 del 20 luglio 2000, nella data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz per ricordare la Shoah, per far sì che il tempo non sbiadisca mai il ricordo di una pagina di storia tra le più tragiche e orrende che l’Europa abbia vissuto.
Nell’orrore infinito che evoca l’immagine dell’Olocausto, lascia ancora più sgomenti pensare a quanti bambini ne siano stati testimoni e vittime, e di certo non è facile trasmettere ai “nostri” bambini e ragazzi la memoria di ciò che hanno vissuto tanti loro coetanei.
L’Amministrazione Comunale di Castelleone ha deciso di farlo organizzando la mostra temporanea “I disegni di Terezín”, presso la Chiesa di S. Francesco di Paola, esponendo una raccolta che è stata gentilmente messa a disposizione dal Museo della Resistenza “Goffredo Baldelli” di Falconara Marittima e che costituisce solo una piccola parte di una grande collezione esposta al Museo statale ebraico di Praga.
La storia del ghetto di Terezín fa parte di quella pagina nera che dobbiamo ricordare per sempre; durante la seconda guerra mondiale fu il maggiore campo di concentramento sul territorio della Cecoslovacchia, costruito come campo di passaggio dopo l’occupazione della Cecoslovacchia, dove gli ebrei transitavano prima di essere deportati nei campi di sterminio nei territori orientali.
L’orrendo microcosmo di Terezín funziona dal 1941 al 1945. In questo periodo passarono per lo stesso 140.000 prigionieri, tra questi circa 15.000 bambini. Per un certo periodo i prigionieri adulti riuscirono ad alleviare le condizioni di vita dei ragazzi di Terezín facendo sì che i bambini venissero concentrati nelle case per bambini dove educatori e insegnanti tentavano di organizzare per i bambini una sorta di “quotidianità”, con vari momenti della giornata dedicati allo studio, al gioco, al canto, alla poesia e all’educazione figurativa.
Quando il campo fu liberato dai sovietici, dei 15.000 bambini che vi avevano transitato solo un centinaio erano sopravvissuti. Tutti gli altri erano stati avvelenati o cremati.
Di loro ci restano i circa 4.000 disegni che l’insegnante d’arte Friedl Dicker-Brandeis riuscì a nascondere in due valigie prima di essere deportata ad Auschwitz, una collezione che riuscì a scampare alle ispezioni naziste e venne riscoperta al termine del conflitto, insieme a diari, poesie, libri di ricordi e periodici illegali, i cui autori furono gli stessi bambini.
Per dedicarla in primis ai bambini, la mostra verrà inaugurata Martedì 26 Gennaio 2016 alle ore 11.00 con i ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado e con le classi 4^ e 5^ della Scuola Primaria, che in questo periodo hanno affrontato la storia della Shoah proprio studiando il racconto del ghetto di Terezín; rimarrà poi aperta, per quanti vorranno visitarla, fino a domenica 31 Gennaio.