50mo anniversario della tragedia del M/p “Pinguino”

50mo anniversario della tragedia del M/p “Pinguino”

Associazione Pescatori Sambenedettesi

Circolo Mare Bunazze

Circolo dei Sambenedettesi

Comune di Grottammare

San Benedetto del Tronto – Sono trascorsi 50 anni dall’affondamento del Pinguino nelle acque dinanzi alla costa della Mauritania. Questa tragedia evoca un periodo storico straordinario della nostra marineria e della nostra città che in quegli anni viveva uno sconvolgimento antropologico e urbanistico unico nella sua storia determinandone l’attuale assetto. A ricordo dei marittimi scomparsi sabato 20 febbraio si svolgeranno le seguenti cerimonie:

Ore 10 – Deposizione corona di fiori nella lapide Molo nord “Rodi”.

Ore 11 – Proiezione del documentario sulla tragedia Sala dell’ Associazione Pescatori Sambenedettesi sita in Viale Marinai d’ Italia 1

Ore 17.30 – Santa Messa in suffragio dell’ equipaggio scomparso Cattedrale della Madonna della Marina

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare

 

Pinguino
Pinguino

LA STORIA

Il comandante Alberto Mimì Palestini e i suoi 13 uomini salparono dal porto di Formia, nel sud del Lazio, il 19 gennaio del 1966. Un mese esatto dalla sua partenza dal Mediterraneo, il motopesca Pinguino trovò la sua tragica sorte nella notte tra Sabato 19 e Domenica 20 febbraio 1966, nelle secche di Capo Bianco, estremo sud della Mauritania. Il punto esatto fu tracciato sulle carte nautiche a 20 gradi e quaranta minuti di latitudine nord e 17 gradi e sette minuti di longitudine ovest, sei miglia al largo della costa della Mauritania. Quella notte il motopeschereccio scomparve improvvisamente, sparì dai radar e la radio di bordo restò disattivata. L’allarme fu lanciato solo la mattina successiva dall’equipaggio del postale navale della Mauritania, un traghetto che collegava le coste africane alle Canarie. Alle 5 e 30 fu avvistata la prua che sporgeva completamente dalla superficie del mare. Il comandante Alberto Palestini non ce la fece a lanciare l’ S.O.S. È immaginabile che tutti i marinai furono colti di sorpresa, molti di loro nel sonno.

L’ultimo contatto radio risaliva alle 22 di sabato 19 febbraio fra il comandante del Pinguino e il comandante dell’Erminio Borio, Filippo Palestini. Il mistero è subito fitto. In quelle acque il Pinguino non era l’unica barca sambenedettese, anche se era l’unica che disponesse di un radar a bordo. E per questo era una guida della flottiglia nostrana. La prima imbarcazione ad accorrere sul luogo del naufragio e ad assistere ad una scena inquietante è proprio il Rodi, un altro peschereccio che solo quattro anni dopo, il 23 dicembre del 1970, fu il teatro di un’altra tragedia della marineria sambenedettese. Ecco la testimonianza del suo capitano di allora, Giacomo Capriotti «Appresi del naufragio dalla radio di bordo, la notizia era stata diffusa da Leandro Re comandante del “Kodiak”. In quei giorni c’erano sempre delle burrasche, tirava un vento fortissimo e c’era molto mare, onde altissime che mi impedivano di vedere addirittura le altre barche che erano vicine alla mia. Quando vidi la prua il “Pinguino” era ormai affondato, presi subito le coordinate della localizzazione dello scafo e le segnalai via radio. Il comandante Palestini era un marinaio molto esperto e non amava il rischio, una persona eccezionale che riscuoteva molta fiducia e rispetto, lui non avrebbe mai messo in pericolo la vita dei suoi uomini».

La precisazione non è casuale. Come vedremo, la versione ufficiale sulla fine del Pinguino fu quella dell’affondamento come conseguenza di un violento scoppio a bordo, provocato da un guasto alle macchine. Una versione a cui seguirono congetture e sospetti circa traffici illeciti di armi ed esplosivi da parte dell’ equipaggio. Sospetti mai provati e mai avvalorati dalla marineria che conosceva bene l’alto spessore morale del comandante Alberto Palestini e del suo equipaggio. I soccorsi sul punto del naufragio, coordinati sul momento dalla marina militare della Mauritania e del Marocco, non furono tempestivi e forse ciò ebbe un ruolo nel condannare alla morte in mare i superstiti. La prua del Pinguino restò per oltre un giorno in superficie prima di inabissarsi completamente nella foschia più totale. Proviamo a immaginare il contesto ambientale di quel drammatico febbraio. Foschia e onde alte fino a venti metri rendevano l’oceano particolarmente inospitale. C’erano le Ulle, le famose onde che quando ricadevano nel loro moto discendente addosso alle imbarcazioni creavano il buio più totale, un tunnel di acqua sotto pressione, un muro della natura. Il Pinguino si diresse a Capo Blanco dal Marocco alla ricerca di acque più pescose, dopo che l’armatore anconetano Antonio Belligoni diede l’autorizzazione al comandante tramite un telegramma. Le secche della baia d’Arguin erano pescose, ma quella era una rotta vietata a molti motopescherecci in quanto servivano degli speciali permessi di pesca. Ma la sorveglianza dei militari era blanda, perciò il gruppo di imbarcazioni sambenedettesi decise di partire. Oltre al Rodi, c’erano anche “Erminio Borio”, Luna, Mistral, Maria Matilde, Amoruso I, e “Andrea e Luca Speat”. Giunti sul luogo del naufragio, le forti correnti ostacolarono le operazioni delle scialuppe calate in acqua, perché nel frattempo venne trovato anche un sommozzatore che fu portato sul luogo. L’esito delle ricerche non fu buono.

 

Solo quattro corpi vennero recuperati: Tommaso Bruni, Vittorio Scartozzi e il comandante Alberto Palestini, un quarto uomo non fu mai identificato.

 

 

L’ equipaggio era così composto:

Nati a San Benedetto del Tronto

  • ALBERTO PALESTINI comandante di 50 anni

  • ELIO VOLTATTORNI primo ufficiale di 56 anni

  • DOMENICO ROMANI direttore di macchina di 51

  • ANTONIO POMPEI motorista di 45 anni

  • RUGGERO SPINA nostromo di 28 anni

  • VITTORIO FIDANZA marinaio di 25 anni

  • DINO BRUNI marinaio di 26 anni

  • TOMMASO BRUNI marinaio di 24 anni

Nati a Lampedusa

  • FELICE TARANTO marinaio di 29 anni

  • AGOSTINO GRECO marinaio di 29 anni

  • GIUSEPPE GRECO marinaio di 56 anni

  • VITTORIO SCARTOZZI cuoco di 47 anni nato a Grottammare

  • GIUSEPPE MONTI marinaio di 31 anni nato a Lacco Ameno   

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com