SENIGALLIA (AN) – Inaugurata ieri, domenica 21 febbraio,“Per carità i fotografi di matrimonio” si protrarrà fino al 13 marzo presso l’Osteria Palazzo Barberini (via Mastai 17 www.osteriapalazzobarberini.it). La mostra raccoglie una selezione d’immagini del fotografo Guido Calamosca che mira a sfatare quella che è, nell’immaginario collettivo e in modo particolare in Italia, la figura del “fotografo matrimonialista”, troppo spesso bistrattata dai più e snobbata dagli addetti ai lavori. Dimenticate le vecchie foto in posa degli album tradizionali: Calamosca offre un punto di vista diverso, spostando l’attenzione su dettagli e momenti che rappresentano l’essenza vera dell’intera giornata delle nozze. In occasione della mostra, abbiamo rivolto alcune domande al fotografo marchigiano.
Cosa aborri di più del classico servizio fotografico da matrimonio?
Non aborro niente, ma se c’è una cosa che non mi piace, e che per fortuna lentamente sta scomparendo, è quella che mi azzardo a definire fusione tra vecchi canoni tradizionali e nuove tecnologie, dove la seconda ha preso il sopravvento sulla prima con un risultato sovente stucchevole e kitsch. Questa fusione ha avuto il massimo apice negli anni novanta e primi anni duemila. Cercando nel web troviamo tantissimi esempi, come quello dell’ingresso degli sposi dentro la sala del ricevimento direttamente con la Ferrari a nolo.
In che modo il tuo approccio è diverso?
Il mio approccio è molto più semplice di quanto uno possa immaginare, non dimentichiamo che a fine giornata devo aver portato a casa il materiale accordato con gli sposi, quindi i momenti salienti devono esserci tutti, dopo di che comincia la mia ricerca di situazioni meno convenzionali, fotografando in maniera più discreta possibile.
Qual è il tipo di matrimonio che preferisci fotografare?
Mi piace fotografare matrimoni semplici ma curati nei piccoli dettagli. Dettagli che raccontano la storia della coppia.
Che tipo di strumentazione utilizzi per un tipico reportage di matrimonio?
Gli strumenti che utilizzo sono sia digitali che analogici professionali. Su richiesta offro una documentazione fotografica completamente in pellicola bianco e nero. Amo in generale la pellicola colore e bianco e nero in quanto offre delle tonalità, a mio avviso, perfette per un matrimonio.
Puoi dirci qualcosa in più del tuo lavoro, al di là dei matrimoni?
Ho cominciato a fotografare dentro un teatro e continuo a farlo, è nato tutto dietro le quinte di una scena ed è diventato il posto dove mi sento più a mio agio. Dietro le quinte spesso sembra che il tempo si fermi e accade di tutto, ci si muove al buio tra ombre e riflessi dati dalla luce di scena è per me un ambiente magico dove fotografare. È poi fondamentale essere invisibili, cosa che mi porto dietro anche durante i miei servizi di matrimonio.
Quali sono i tuoi modelli?
Modelli ne ho tanti e ogni giorno, grazie anche al web, posso scoprire nuovi fotografi da cui trarre idee ed imparare qualcosa di nuovo. Detto ciò credo che uno su tanti è sicuramente Martin Parr.
Guarda il video di presentazione della mostra – Guido Calamosca